Ambiente

Ecomafie: 30.000 reati solo lo scorso anno

I principali illeciti denunciati dal rapporto Ecomafia 2022 riguardano il ciclo del cemento e lo smaltimento dei rifiuti. Enrico Fontana, responsabile Ufficio Raccolta Fondi e Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità Legambiente, spiega a La Svolta perché
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
15 dicembre 2022 Aggiornato alle 19:00

Nel 2021 i reati contro l’ambiente accertati sono stati 30.590. A svelarlo è il report annuale e libro Ecomafia 2022, realizzato da Legambiente con il sostegno di Novamont ed edito da Edizioni Ambiente | Editoria ambientale che conferma come le ecomafie continuino ad affondare le radici su tutto il territorio nazionale, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano azioni di criminalità ambientale, economica e organizzata.

A parlarne a La Svolta è Enrico Fontana, responsabile Ufficio Raccolta Fondi e Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità.

Nel 2021 rispetto al 2020 si è registrata una leggera flessione del fenomeno, con i reati scesi del 12,3%. Si può parlare di buona notizia?

In parte sì ma non esageratamente visto che si tratta comunque di una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora, e se a questi si sommano i 59.268 illeciti amministrativi, il quadro delinea un Paese dove vengono accertate ogni ora circa 10 violazioni di norme poste a tutela dell’ambiente. Inoltre sono aumentati gli arresti (368, +11,9% rispetto al 2020) e ciò significa che i reati verificatisi sono stati più gravi. Questo in prospettiva ci preoccupa perché siamo alla vigilia di importanti investimenti inerenti al Pnrr e all’apertura dei tanti cantieri della transizione ecologica, sui quali sarà necessaria una stretta vigilanza.

Quali eco reati vanno per la maggiore?

Quelli relativi al ciclo del cemento, che nel 2021 sono stati 9.490, il 31% del totale. Questo fa riflettere su quale sia la situazione, soprattutto al sud dove l’abusivismo assume dimensioni importantissime che a volte sfociano in tragedie, come quella avvenuta recentemente a Ischia. Siamo in presenza di un fenomeno che per essere ridotto e in prospettiva stroncato va approcciato con più determinazioni.

In che modo?

Demolendo gli edifici abusivi. Non esiste altra via ma in Italia è quasi impossibile riuscirci. Basti pensare che viene eseguito solo il 32,9% delle demolizioni, mentre i 2/3 di quelle ordinate dai Comuni non si attuano, rendendo gli abusivi consapevoli di poter ambire a una ragionevole probabilità di impunità. Si deve agire invece, smettere di parlare di condoni ma approvare un emendamento di modifica dell’articolo 10 bis della legge 120/2020 (semplificazioni in materia di demolizione di opere abusive) per affidare ai prefetti, in caso di inerzia dei Comuni, la responsabilità degli abbattimenti oggetto di ordinanze precedenti all’approvazione della norma, fugando così ogni margine di dubbio circa la sua applicazione.

Da non sottovalutare nemmeno i reati inerenti allo smaltimento dei rifiuti, 8.473 nel 2021. Numeri che valgono il secondo posto di questa poco entusiasmante classifica

Assolutamente. Le inchieste contro i traffici illeciti di rifiuti nel 2021 sono state 38, contro le 27 dell’anno precedente, mentre nei primi 7 mesi del 2022 la cifra è arrivata a quota 17. I quantitativi di rifiuti sequestrati superano i 2,3 milioni di tonnellate, l’equivalente di 94.537 tir che se messi uno in fila all’altro formerebbero un serpentone di 1.286 chilometri che da Reggio Calabria potrebbe spingersi al confine con la Svizzera. Da segnalare anche i 640.195 controlli eseguiti nel settore agroalimentare e il fatto che tra i nuovi interessi delle ecomafie ci sia il traffico illecito degli oli vegetali esausti.

Aumentano anche i traffici internazionali di rifiuti

Sì, solo nei primi 9 mesi del 2021, i quantitativi sequestrati sono il doppio rispetto a quelli dell’intero 2019. Se nel 2020 riguardavano soprattutto materiale plastico e Raee (pari quasi al 75%), nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno prevalso i rifiuti metallici e plastici. La gran parte di quelli elettrici ed elettronici, inoltre, era destinata a Turchia e Malesia, confermando come il ricorso al dumping ambientale a danno di quei Paesi sia una pratica ancora in voga.

Quali sono gli altri maggiori reati ambientali?

I reati contro la fauna (6.215) e contro il patrimonio boschivo, impennatisi nell’ultimo anno fino ad arrivare a 5.385 tra incendi colposi, dolosi e generici (+27,2%) con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154,8% sul 2020). Anche il patrimonio culturale è sotto scacco, con l’aumento dei furti di opere d’arte, che arrivano a quota 603 (+20,4%).

Quali sono le zone in cui il fenomeno è più esteso?

Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le regioni dove si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale. A ruota il Lazio. Al Nord la Lombardia si conferma in testa (1.821 reati, pari al 6% del totale nazionale e 33 arresti). In forte crescita la Liguria. A livello provinciale, Roma, con 1.196 illeciti ambientali è al primo posto, seguita da Cosenza (1.060) e Napoli (1.058).

In concomitanza con il lancio del report, Legambiente ha anche presentato un documento di 10 proposte di modifica normativa per rendere più efficace l’azione dello Stato. Quali sono le istanze più urgenti?

Quelle alle quali il Governo Meloni deve dare risposte concrete sono diverse, anche in vista della prossima direttiva europea sui crimini ambientali. Tra queste spicca la costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati (la cosiddetta Commissione Ecomafia). È necessario inoltre inserire i delitti previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo (423 bis) tra quelli per cui non scatta la tagliola dell’improcedibilità, approvare il ddl contro le agromafie, introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali, emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente.

C’è speranza che l’appello venga accolto seriamente?

Credo di sì. È stato accolto con partecipazione da esponenti importanti sia della maggioranza sia dell’opposizione quindi voglio essere ottimista.

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