Culture

Milano: va in scena Climate Space

Fino al 18 dicembre al Teatro Dal Verme è possibile immergersi in un connubio di musica, cinema e riflessione sui cambiamenti climatici, per guardare la crisi ambientale attraverso uno sguardo d’autore
Dead River – Il fiume scomparso, di Morteza Atashzamzam
Dead River – Il fiume scomparso, di Morteza Atashzamzam Credit: Via: climatespace.it
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16 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:45

Musica e crisi climatica si incontrano di nuovo, in un’altra edizione del Climate Space a Milano.

In occasione della serie di concerti in cui si sta esibendo in questi giorni Ludovico Einaudi nella Sala Grande del Teatro Dal Verme, fino al 18 dicembre sono stati aperti degli spazi dedicati alla riflessione sulla crisi climatica e ambientale.

Una riflessione che viene affrontata in modo originale, attraverso la proiezione di quindici cortometraggi d’autore selezionati da Francesco Cara. Alcuni di questi sono corti di piccole produzioni indipendenti, mentre altri sono produzioni premiate nei più importanti festival ambientali.

Quindici cortometraggi che provengono da diverse parti del mondo ma tutti accomunati da un filo rosso che è il legame tra città e natura. Un legame che, oltre alle proiezioni, fa da sfondo a laboratori, incontri e performance musicali live.

Una scelta, quella del binomio natura-città, che può apparire insolita. L’ambiente urbano, infatti, è comunemente visto in contrapposizione con quello naturale, come uno spazio progettato dall’uomo e in cui la natura viene assoggettata alla sua volontà, confinata in aree verdi sparse qua e là.

Ma la realtà è diversa: città e natura si intrecciano in una rete armoniosa che caratterizza la vita sulla Terra. E in questo contesto la crisi climatica colpisce indistintamente ambiente urbano e naturale, due ambienti che, per risollevarsi, hanno bisogno degli sforzi l’uno dell’altro.

Ed è proprio sotto questa luce che le città diventano crocevia di innumerevoli processi naturali che, una volta riconosciuti, incorporati e valorizzati, rendono l’ambiente urbano più equilibrato, vivo e sano.

Vediamo da vicino il programma degli ultimi giorni.

Oggi 16 dicembre, dalle 18, l’intervento dello scienziato ambientale Sebastiano Brocco e proiezione di Water Celery, del sudcoreano Yu So-young; sonorizzazione live di Valeria Sturba.

In questa storia, Lee JeongAe è l’ultima persona rimasta a coltivare sedano d’acqua nella cittadina di Eonyang Eupseong, ed è anche l’ultimo rimasto a vendere il suo raccolto direttamente da un banco dietro al suo campo. Ogni suo gesto esprime eleganza, precisione e sobrietà.

Sabato 17 invece l’intervento dell’architetta Ludovica Molo, accompagnato dalla proiezione del corto marocchino At all Times, on Boat Crossing, di Faiçal Ben. Alle 22:30 sonorizzazione di Redi Hasa.

All’estuario del Bou Regreg, con Rabat sulla riva sinistra e Salé sulla riva destra, vivono più di due milioni di persone, per accomodarle, la cementificazione avanza senza tregua, creando un’illusione di persistenza là dove tutto cambia.

Infine, domenica 18 dicembre, sempre alle ore 18, gli interventi di Roberto Infurna e Nicolò Palla, attivisti di Mutuo Soccorso Milano. Seguranno la proiezione del francese Oliver Perrier, intotlata Eden, e alle 22:30 la sonorizzazione di Rocco Nigro.

L’ultimo cortometraggio racconta un modo d’abitare comunitario visto con gli occhi di Antoine, un ragazzo fragile che ha appena traslocato e vive con difficoltà il cambiamento.

Per partecipare alle performance delle 18 e delle 22:30 non sarà necessario essere in possesso dei biglietti del concerto; tuttavia è necessaria la prenotazione sul sito dell’evento.

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