Economia

Di cosa parlano i leader mondiali al World Economic Forum

Pandemia, clima e resilienza sociale: ecco i temi al centro del summit (online) di Davos in programma fino al 21 gennaio
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18 gennaio 2022 Aggiornato alle 14:05

Per il secondo anno consecutivo i leader mondiali non si sono dati appuntamento a Davos, la cittadina svizzera nel Cantone dei Grigioni, conosciuta per il World Economic Forum. Il rinvio a causa della pandemia era stato annunciato in estate, poi la conferma a fine anno, niente Svizzera, tutto online. L’ultima edizione in presenza risale ormai al gennaio 2020, ma nonostante le restrizioni e gli stop dovuti al covid-19, fino a venerdì sono previste le video-conferenze per discutere le sfide che ci aspettano nel 2022.

“Tutti sperano che nel 2022 la pandemia e le crisi che l’hanno accompagnata inizino finalmente a recedere” ha affermato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum prima dell’inizio delle conferenze. “Ma ci aspettano grandi sfide globali, dal cambiamento climatico alla ricostruzione della fiducia e la coesione sociale. Per affrontarli, i leader dovranno adottare nuovi modelli, guardare a lungo termine, rinnovare la cooperazione e agire in modo sistematico. L’Agenda 2022 di Davos è il punto di partenza per il dialogo necessario per la cooperazione globale nel 2022”.

Il Wef è infatti la prima piattaforma globale dell’anno a offrire l’opportunità di riflettere sullo “stato del mondo” ai principali capi di stato e di governo, agli amministratori delegati e ai leader della società civile e delle organizzazioni internazionali.

Ad aprire i lavori il presidente cinese Xi Jinping, “Per impedire che l’economia mondiale crolli di nuovo, i Paesi più sviluppati del mondo dovrebbero adottare politiche economiche responsabili. Dobbiamo ridurre il gap riguardante lo sviluppo, rimuovere le barriere, aprire, integrare”. Per il leader cinese, necessaria la cooperazione tra Paesi per l’immunizzazione globale e il superamento del divario vaccinale cresciuto a causa della pandemia.

Tra le sessioni chiave, quella sul tema sanitario con le prospettive future del Covid-19 e la sfida globale dell’equità del vaccino; spazio poi alla transizione verde e le strategie per accelerare e aumentare l’innovazione climatica; senza tralasciare le prospettive economiche globali. Proprio “le disuguaglianze vaccinali, combinate con nuovi ceppi, hanno anche rallentato la ripresa economica internazionale” ha sottolineato il Wef in una nota a margine dell’inizio dei lavori. “Esperienze pandemiche radicalmente diverse hanno esacerbato le divisioni globali”.

Attesi i discorsi di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Janet L. Yellen, segretario del Tesoro degli Stati Uniti. Ma non solo. Interverranno anche personalità delle istituzioni, del mondo scientifico e esponenti politici: immancabile Christine Lagarde, presidente della Bce, ma anche John Kerry, inviato speciale per il clima degli Stati Uniti.

Narendra Modi, primo ministro dell’India, e Anthony Fauci, virologo e direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli Usa, sono stati tra i primi a partecipare al Forum. “Nel mezzo di questi sforzi, dobbiamo anche riconoscere che il nostro stile di vita è anche una grande sfida per il clima” ha detto Modi. “La cultura del ‘buttare via’ e il consumismo hanno reso più seria la sfida climatica. È molto importante passare dall’odierna economia “prendi-usa-butta” verso un’economia circolare”.

Il Forum sarà infatti anche occasione per discutere i maggiori rischi che minacciano il mondo: sul tavolo dei partecipanti del Wef, il Global Risks Report 2022, diffuso la scorsa settimana, rapporto che inviterà i leader ad agire sul medio e lungo termine elaborando un’agenda per i prossimi anni. Tra i rischi maggiori evidenziati dal Report, 5 su 10 riguardano il clima e l’ambiente. Più della pandemia, spaventa una mancata azione climatica seguita dall’aumento degli eventi atmosferici violenti. Al terzo posto si colloca la perdita della biodiversità, al quarto l’erosione della coesione sociale e al quinto le crisi umanitarie. Anche l’incapacità di garantire la cybersicurezza minaccia i grandi del mondo chiamati ancora una volta a trovare soluzioni concrete, seppur davanti a una telecamera.

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