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La soluzione al climate change sarà raffreddare il pianeta?

L’Office of Science and Technology Policy (Usa) sta studiando un piano per modificare la quantità di luce solare che raggiunge la Terra. Come? Spruzzando anidride solforosa nell’atmosfera
I ricercatori del Mit hanno suggerito di combattere il cambiamento climatico con uno scudo galleggiante: "bolle spaziali" per attenuare i raggi solari e fermare il climate change
I ricercatori del Mit hanno suggerito di combattere il cambiamento climatico con uno scudo galleggiante: "bolle spaziali" per attenuare i raggi solari e fermare il climate change Credit: Cover Images via ZUMA Press
Tempo di lettura 5 min lettura
15 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Il nostro Pianeta è malato e, dopo Cop27, si sta ancora cercando la cura migliore. Il 2022 è stato l’anno più caldo registrato in Italia dal 1800, e a quanto pare sarà il più fresco rispetto a quelli che ci attendono. Tutto ciò ha un costo che Banca d’Italia ha quantificato in una pubblicazione: Gli effetti del cambiamento climatico sull’economia italiana. Un progetto di ricerca della Banca d’Italia.

Intanto oltre oceano, per cercare delle soluzioni a questi problemi che ormai coinvolgono tutto il mondo, scende in campo direttamente la Casa Bianca. Infatti, l’Office of Science and Technology Policy (Ostp) sta coordinando un piano di ricerca quinquennale per studiare come raffreddare la Terra o, più precisamente, come modificare la quantità di luce solare che raggiunge il nostro Pianeta con l’obiettivo di moderare gli effetti del riscaldamento globale.

Il progetto

Il piano di ricerca valuterà l’irrorazione di aerosol nella stratosfera per riflettere la luce solare nello spazio. Tra gli obiettivi, capire quale impatto possono avere questi interventi. Alcune delle tecniche, come l’irrorazione di anidride solforosa nell’atmosfera, sono note per avere effetti dannosi sull’ambiente e sulla salute umana. Ma gli scienziati dichiarano che la ricerca punta a comprendere come bilanciare al meglio questi rischi.

L’idea della riflessione della luce solare è apparsa per la prima volta in un rapporto della Casa Bianca del novembre 1965 al presidente Lyndon B. Johnson intitolato Restoring the quality of our environment.

All’epoca il costo stimato era di 500 milioni di dollari all’anno, ma oggi sono cambiate le tecnologie e il costo è aumentato, arrivando a 10 miliardi di dollari all’anno. Oggi l’iniezione di aerosol stratosferico comporterebbe aerei volanti nella stratosfera impegnati nello spruzzare una nebbia che sarebbe “appesa” nell’aria, le cui particelle sarebbero le responsabili della riflessione delle radiazioni solari che non raggiungerebbero il suolo terrestre.

Un’opzione per un aerosol è l’anidride solforosa, i cui effetti di raffreddamento sono ben noti dalle eruzioni vulcaniche. L’eruzione del 1991 del Monte Pinatubo, a esempio, ha versato migliaia di tonnellate di anidride solforosa nella stratosfera, causando temporaneamente un calo delle temperature globali di circa 1 grado Fahrenheit.

L’anidride solforosa si ottiene anche quando si brucia il carbone, che ha un po’ di zolfo al suo interno che ossidandosi si trasforma in anidride solforosa. Quindi bruciando carbone si è prodotta una riflessione della luce solare per decenni ma in modo incontrollato. Ma riempire di anidride solforosa gli strati più altri dell’atmosfera comporta anche dei rischi poiché alla fine il tutto si riverserebbe sul suolo sotto forma di pioggia acida. Inoltre, lo zolfo comporterebbe delle alterazioni nella quantità di ozono con conseguenze sul buco dell’ozono.

Il piano dell’Ostp non sarà certo la soluzione definitiva al cambiamento climatico ed è importante valutare gli effetti di queste scelte. Certamente la riduzione delle emissioni rimane la priorità.

Cos’è l’Office of Science and Technology Policy?

L’Ostp nasce nel 1976 con la necessità di coordinare la politica federale in materia di scienza e tecnologia, offrendo al Presidente degli Stati Uniti la migliore consulenza sulla ricerca in questi ambiti, lavorando per “massimizzare i benefici della scienza e della tecnologia, promuovere la salute, la prosperità, la sicurezza, la qualità ambientale e la giustizia per tutti gli americani”.

Chi è a capo dell’Ostp consiglia il Presidente riguardo i bilanci per lo sviluppo nella ricerca, partecipa ai lavori del Consiglio di Sicurezza Nazionale per la redazione dei piani di Preparazione in caso di Pandemia e guida il Cancer Moonshot.

A capo dell’Ostp, da fine settembre, c’è Arati Prabhakar (prima donna a ricoprire questo ruolo e prima persona non bianca): una personalità di notevole rilievo non solo per l’America ma per l’intero Pianeta, sia per il ruolo che ricopre ma anche perché Prabhakar è stata direttrice dagli anni ’90 dell’ufficio della tecnologia microelettronica del Defence Advanced Research Projects Agency – Darpa.

Cos’è la Defence Advanced Research Projects Agency?

Darpa è l’agenzia che nel 2013 lavorava già su vaccini a Rna messaggero investendo sull’allora piccola impresa Moderna, che nel 1958 lavorava sul Global Positioning System – Gps, che oggi utilizziamo quotidianamente. Certamente, però, il successo più grande di Darpa è ArpaNet, l’antenato dell’odierno internet, lanciato negli anni ’60 con l’obiettivo di creare una rete di comunicazioni militari sicure ed efficienti.

Darpa nasce in piena Guerra Fredda in risposta al lancio in orbita da parte dell’Unione Sovietica del primo satellite artificiale nell’ottobre del 1957. Si trova ad Arlington, in Virginia, vicino al Pentagono, e il suo scopo è sempre stato quello di studiare innovazioni tecnologiche avanguardistiche da applicare nel campo militare.

L’agenzia però ha anche gestito l’Information awareness office, il cui compito era la sorveglianza di massa attraverso l’immagazzinamento di informazioni personali prelevate tramite internet, smascherato da Edward Snowden, l’informatico e attivista statunitense ex dipendente della National Security Agency americana che ha svelato l’esistenza al mondo di questi programmi.

Oggi Darpa e Ostp lavorano cercando di risolvere i problemi che interessano non solo l’America ma il mondo, concentrandosi molto, per volontà del Presidente Biden, sull’annoso problema dei cambiamenti climatici.

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