Futuro

Fusione nucleare, arriva la conferma

Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha confermato i risultati ottenuti dal laboratorio californiano: prodotta più energia di quella utilizzata. I ricercatori: «Pietra miliare verso lo zero netto»
Credit: EPA/MICHAEL REYNOLDS
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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13 dicembre 2022 Aggiornato alle 18:15

Mancava solo l’ufficialità dell’annuncio, e alla fine la conferma è arrivata: nel pomeriggio di oggi, 13 dicembre – una data che resterà incisa sul calendario del progresso scientifico – il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha comunicato il successo di un esperimento di fusione nucleare che per la prima volta ha portato a un guadagno netto di energia (‘net energy gain’).

Vale a dire che nel processo è stata prodotta più energia di quella utilizzata per attivarlo, una notizia attesissima e che può rivoluzionare le prospettive globali nel settore energetico aprendo la strada alla produzione di elettricità in quantità potenzialmente illimitate e in modo sostenibile e sicuro.

Lo storico risultato è stato ottenuto dal National Ignition Facility (Nif), un centro internazionale per la scienza sperimentale presso il Lawrence Livermore National Laboratory, gestito dall’Università della California, che utilizza 192 raggi laser per creare temperature e pressioni simili a quelle che esistono nei nuclei delle stelle e dei pianeti giganti, o all’interno delle armi nucleari che esplodono.

Questi raggi convergono al centro di una sfera (target chamber) di 10 metri di diametro scaricando 500 trilioni di watt di potenza per un massimo di 20 miliardesimi di secondo, generando temperature di 100 milioni di gradi e pressioni tali da comprimere il bersaglio a densità di molto superiori a quella del piombo.

Quindi fanno implodere una minuscola pallina di combustibile a idrogeno innescando una reazione di fusione termonucleare: è la già citatissima fusione a confinamento inerziale.

Le prime informazioni sui risultati annunciati in via ufficiale questo pomeriggio erano state diffuse l’11 dicembre dal Financial Times e confermate da due persone coinvolte nella ricerca.

È opinione comune presso la comunità scientifica che l’esperimento non avrà effetti a breve termine in ambito industriale e commerciale: per arrivare alla produzione standard di energia pulita, infatti, potrebbero volerci decenni, ma il risultato rappresenta la vittoria di una battaglia campale nella guerra ai combustibili fossili.

«Questa impresa unica nel suo genere fornirà preziose informazioni sulle prospettive di energia da fusione pulita – sostiene il Nif – rappresentando un punto di svolta per gli sforzi per raggiungere l’obiettivo del presidente Biden di una economia a zero emissioni di carbonio».

«La pietra miliare di oggi mostra cosa possiamo fare con la tenacia», ha affermato Arati Prabhakar», consigliere capo del presidente Biden per la Scienza e la Tecnologia e direttore dell’Ufficio delle politiche scientifiche e tecnologiche della Casa Bianca.

«Questo è un risultato storico per i ricercatori e lo staff della National Ignition Facility che hanno dedicato le loro carriere a vedere l’innesco per fusione diventare realtà», ha dichiarato la segretaria dell’Energia Usa Jennifer Granholm, secondo cui «questo punto di svolta sprigionerà altre scoperte».

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