Ambiente

Il mondo degli insetti è in pericolo: a ogni battito d’ali, rischiamo di perderne sempre di più

Il riscaldamento globale va veloce e con lui miliardi di piccoli esseri viventi, che sono costretti a spostarsi e adattarsi a nuovi habitat. A favore di specie più aggressive
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18 gennaio 2022 Aggiornato alle 11:00

L’allarme arriva dal quotidiano britannico Guardian: la crisi climatica non sta provocando danni solo all’uomo, numerosi animali ne risentono (e questa non è una novità), ma persino gli insetti sono vittime di queste temperature. Alcuni ricercatori avevano sospettato che coleotteri e lepidotteri potessero adattarsi di più rispetto ai mammiferi o agli uccelli, ma non è così: se il mondo dovesse raggiungere i 3,2° di riscaldamento, il 50% di tutte le specie di insetti esistenti perderà più della metà dei luoghi attualmente abitabili.

Ci sono specie di insetti più a rischio di altri: le libellule, per esempio, si adattano più facilmente e sono più rapide di altre, ma farfalle e falene, per esempio, sono più vulnerabili. In determinati cicli della loro vita (che dura circa un mese), questi piccoli esseri fanno affidamento su particolari condizioni terrestri e determinati alimenti vegetali. Api e mosche possono spostarsi solo per brevi distanze, causando gravi difficoltà agli agricoltori che prima facevano affidamento anche sull’impollinazione. Matt Forister, professore di biologia all’Università del Nevada, per dare un’idea della portata del fenomeno, spiega che “I pesticidi e i fertilizzanti sono relativamente meno dannosi se confrontati con i cambiamenti climatici, che invece possono alterare la falda freatica, influenzare i predatori e la flora”.

Il calabrone artico, famoso per sopravvivere a temperature vicine agli zero gradi, rischia di estinguersi entro il 2050, man mano che le regioni circostanti il Polo nord si riscaldano. La popolazione delle lucciole britanniche, poi, è diminuita di tre quarti dal 2001: le larve di questi insetti luminosi si nutrono di lumache che vivono in habitat molto umidi e le ultime estati secche le hanno lasciate a bocca asciutta. Per sopperire alla mancanza di questi esseri viventi, ne arriveranno altri: quelli più indesiderati. Le mosche, per esempio, entro il 2080 saranno più che raddoppiate a causa dell’aumento di temperatura, umidità e precipitazioni. Con loro anche le zanzare, le cui uova non riescono, solitamente, a sopravvivere alle temperature gelide: il caldo anomalo permette invece a questi insetti di conquistare nuovi territori prima inesplorati. Contribuendo alla diffusione di nuove malattie.

Nel 2019, per un attimo, sono circolate buone notizie: alcuni scienziati hanno scovato 9 nuove specie di api nelle Fiji, le isole dell’Oceano Pacifico meridionale. Ma, subito dopo, hanno scoperto che rischiavano già l’estinzione. C’è il pericolo che a ogni battito d’ali si perdano sciami di insetti: è questo il futuro che vogliamo?

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