Ambiente

Il mercato dei jet privati decolla

È cresciuto del 10% in un anno e non accenna a fermarsi: entro il 2032 sono previsti 8.500 business jet, per un giro di affari di 228 miliardi di euro. Il 2022 segna il record di utilizzo, con più di 5,5 milioni di voli
Credit: rebelg. d/p
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19 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

Nonostante gli allarmi sulla crisi climatica-ambientale e la necessità di ridurre i voli, continua la crescita del settore dei jet privati, con un aumento del 10% nel 2022 e del 14,4% rispetto al 2019. Nell’anno passato l’uso degli aerei privati ha toccato un nuovo record con più di 5,5 milioni di decolli, di cui la maggior parte nel Nord America. Il blocco parziale dei voli nel 2020 a causa della pandemia non ha arrestato la corsa del settore, che fra il 2005 e il 2019 ha visto una notevole crescita (+31%), più veloce rispetto a quella dell’aviazione civile.

Secondo le stime della società Honeywell International, questa crescita non è destinata a fermarsi nei prossimi anni, con più di 8500 business jet previsti per il 2023 e un giro di affari di 228 miliardi di euro.

L’impetuoso sviluppo del settore sta comportando allo stesso tempo un aumento dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas alteranti. Secondo la Ong Transport & Environment un jet privato, per singolo passeggero, è 14 volte più inquinante di un aereo commerciale e 50 volte di più rispetto a un treno. In una singola ora di volo può emettere fino a 2 tonnellate di CO2, ma per rispettare il contenimento delle temperature globali entro 1,5 gradi di aumento ognuno sulla Terra non dovrebbe emettere più di 2,3 tonnellate annue.

A livello globale il settore dell’aviazione civile è responsabile del 2,4% delle emissioni di CO2, ma al suo interno sono presenti forti disparità fra i singoli civili che usano gli aerei commerciali e i membri più facoltosi della società che usano i jet privati: in media una persona produce 7 tonnellate annue di CO2, mentre le celebrità arrivano a oltre 3.300 tonnellate.

Un inquinamento pro-capite nettamente più alto che va a impattare soprattutto sulle comunità più deboli e indifese, generando esternalità negative e profonde disuguaglianze: « Di quelle celebrità che non solo parlano apertamente della crisi climatica, ma che mostrano anche preoccupazione per le iniquità del razzismo ambientale - la realtà che le comunità di colore, le comunità indigene e le comunità a basso reddito sono costantemente sacrificate all’inquinamento e al degrado ambientale – preoccupa non solo la loro ipocrisia, ma anche il fatto che sono direttamente responsabili di aver inflitto questo tipo di danno ingiusto » ha dichiarato Maya K. van Rossum, fondatrice dell’organizzazione Green Amendments for the Generations.

Ma nonostante i continui allarmi, i canali social dedicati a denunciare i voli dei miliardari e le accuse contro gli eccessi delle star planetarie, la richiesta di aerei privati continua imperterrita. Il 71% delle richieste arriva da personalità che non hanno mai volato con un jet privato e l’imprenditore Rick Schirmer ha affermato: « Volare con i jet privati significa che la nostra famiglia è in grado di evitare la sicurezza aeroportuale, la folla negli aeroporti, la rabbia dei passeggeri per il volo e l’essere circondati da persone che spesso non usano correttamente la mascherina ».

Per limitare questo comportamento deleterio praticato dalla parte più ricca della società, il Canada ha recentemente annunciato l’implementazione di una nuova tassa del 10% su i jet e gli yachts di lusso. Mentre la Francia si è spinta oltre decidendo di vietare per 3 anni i voli privati di breve durata, quelli con meno di 2,5 ore di volo, dopo il via libera da parte della Commissione Europea: « È un importante passo avanti nella politica di riduzione delle emissioni di gas serra. Sono orgoglioso che la Francia sia pioniera in questo campo » ha dichiarato il ministro dei trasporti Clément Beaune, mentre Sarah Fayolle, responsabile della campagna sui trasporti di Greenpeace France, ha rimarcato che si « sta andando nella giusta direzione, ma la misura iniziale non è molto ambiziosa. Dobbiamo andare ancora oltre ».

Nel frattempo però l’élite globale mostra noncuranza per le misure anticipate dai governi, con oltre mille jet privati arrivati all’annuale meeting di Davos, nonostante le continue denunce di Greenpeace.

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