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Svolta President*, Porpora Marcasciano

Voce storica e dirompente del Movimento LGBTQ+, è stata eletta consigliera comunale di Bologna nel 2021. All’anagrafe è ancora Egisto “ma non sento il bisogno di cambiare né sesso né identità” dice
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17 gennaio 2022 Aggiornato alle 20:00

Alle amministrative di Bologna del 2021, Porpora Marcasciano viene eletta consigliera comunale di Bologna. Non è la prima volta che la città dei portici lancia un segnale così forte: la pioniera è stata Marcella Di Folco, la prima donna transgender a ricoprire una carica pubblica. Marcasciano, 64 anni, è comparsa, però, nelle liste elettorali con il suo nome di nascita Egisto, lo stesso del nonno. Il nome Porpora, invece, è ispirato da un romanzo di Dominique Fernandez, “Porporino ovvero i misteri di Napoli”. “Per le persone in transito, la legge 164 non ha permesso di cambiare nome fino al 2015, quando una sentenza della Cassazione ha stabilito che non è indispensabile l’intervento chirurgico per rettificare l’attribuzione del sesso. Io non ho sentito il bisogno di cambiare né sesso né di intraprendere l’iter giudiziario, lungo e costoso. Quando poi avrei potuto cambiare il nome e l’identità associata, non l’ho fatto per questioni burocratiche. Così in ogni atto pubblico, che sia anche un pagamento con la carta di credito, firmo con il nome registrato alla nascita”.

Più o meno nello stesso periodo della sua elezione, dopo svariate peripezie, il DDL Zan viene affossato in Parlamento. È un duro colpo, ma secondo lei nulla è perduto. Oltre a sedere nel consiglio comunale, viene nominata presidente per le Pari Opportunità, anche se l’astensione della destra suscita una certa indignazione.

Negli anni ’70, quando Porpora Marcasciano è ancora una ragazza, il concetto di persona transgender non è riconosciuto: “Per la società eravamo dei travestiti”. In quel periodo, si iscrive alla facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma. I collettivi femministi le forniscono quella che lei definisce “la prima cassetta degli attrezzi” per affrontare ciò che c’è là fuori. Poi, avvengono i primi contatti con il MIT (Movimento Identità transgender). Si trasferisce a Bologna, dove comincia a lavorare a stretto contatto proprio con Marcella Di Folco. Scrive libri e saggi di storia del movimento LGBTQ+, affermandosi come una voce dirompente e necessaria per il nostro Paese.