Diritti

Umbria: 1 impresa su 4 è donna

A dirlo è il V Rapporto Nazionale di Unioncamere, secondo cui le 23.533 imprese femminili della regione rappresentano il 25% del totale, superando la media italiana
Credit: Marcos Paulo Prado/ Unsplash
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9 dicembre 2022 Aggiornato alle 11:00

L’Umbria, con le sue 23.533 imprese femminili, è un modello a cui guardare: rispetto alla media italiana, la quota della regione supera il tasso del 22%, andandosi a posizionare tre punti percentuali più in su.

Secondo il V Rapporto Nazionale sull’Imprenditoria Femminile presentato da Unioncamere, nella graduatoria regionale relativa al 2021 la regione si trova al quarto posto, dietro Molise, Basilicata e Abruzzo, con il suo 24,9% del totale. Di queste quasi i due terzi operano nel terziario, con il 61% di imprese guidate da donne, seguite dal settore agricolo con il 23% e dall’industria con l’11,7%.

Nel corso dell’assemblea elettiva di Terziario Donna Umbria, l’associazione che, all’interno di Confcommercio, rappresenta le esigenze e le problematiche specifiche delle imprenditrici, è stata confermata alla presidenza Nela Turkovic, affiancata dalla vice presidente Giada Cipolletta e dalle consigliere Ivana Jelinic, Lorella Marchetti, Monica Migliorati, Angela Parretta, Chiara Pucciarini.

Questa compagine rappresentativa di diversi settori intende dare voce alle priorità delle imprenditrici umbre di commercio, turismo e servizi, puntando i riflettori sull’esigenza di conciliare il lavoro e la vita privata, tema che dovrebbe riguardare gli uomini tanto quanto le donne, così come il sostegno alla genitorialità e alle pari opportunità di carriera e di salario. Essere donna imprenditrice continua a essere, in molti casi, un percorso a ostacoli che rallenta la crescita economica del Paese.

«In un contesto che da anni è fortemente problematico per tutte le aziende», ha spiegato Nela Turkovic, «le imprenditrici donne continuano a essere più penalizzate non solo in termini di carichi di lavoro, ma anche di accesso al credito, soprattutto se si tratta di neo attività, come emerge da una indagine recentissima elaborata da Terziario Donna in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”». Secondo la ricerca, le imprese femminili terziarie evidenziano maggiori problemi di accesso al credito rispetto a quelle maschili nel 2021 (39% contro 35%), e l’accesso al credito risulta difficile per 4 imprenditrici su 10.

Eppure, continua Turkovic, le imprenditrici «sono portatrici di valori importanti, come la convinzione di dover adottare misure green per tutelare la sostenibilità ambientale, aspetto in cui sono più sensibili dei colleghi uomini». Stando ai dati dell’indagine di Terziario Donna Confcommercio, 9 imprese femminili su 10, infatti, ritengono importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale e il 47% prevede di fare investimenti orientati a ridurre gli impatti dell’impresa sull’ambiente per il triennio 2022-2024.

Le imprenditrici sono anche molto attente alla formazione, attività delegata alla vice presidente Giada Cipolletta: «L’indagine rivela che 7 imprenditrici su 10 intendono investire sulla propria formazione, soprattutto nei temi del digitale e nelle competenze manageriali e di gestione di impresa; il 14,7% punta ad accrescere le conoscenze in materie di credito e finanza e il 14,1% su temi e competenze green e sostenibilità», ha spiegato Cipolletta durante l’assemblea elettiva. «È una disponibilità importante, che cercheremo di soddisfare con proposte davvero innovative e che possano migliorare la qualità della vita e del lavoro delle donne imprenditrici».

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