Ambiente

Bottiglie in vetro che si trasformano in sabbia e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
Credit: DB Export Beer
Tempo di lettura 4 min lettura
19 dicembre 2022 Aggiornato alle 13:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta - ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita – allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Oggi ti presentiamo 3 nuove invenzioni straordinarie amiche dell’ambiente e del Pianeta: DB export beer, la macchina che trasforma le bottiglie di birra in sabbia; Air Ink, l’inchiostro che nasce dall’inquinamento atmosferico; Blest Machine, l’apparecchio in grado di convertire la plastica in olio o carburante.

DB export beer

DB Breweries, azienda neozelandese, ha realizzato una macchina capace di polverizzare le bottiglie di vetro e trasformarle in sabbia per salvare le spiagge incontaminate della nazione.

Dopo una bevuta con gli amici, quindi, bisognerà semplicemente recarsi al macchinario (che si prevede sarà presente in tutti i bar e ristorante della Nuova Zelanda), spingere il contenitore di vetro nell’apposito spazio e rimanere a osservare il processo: un sistema di aspirazione rimuove la polvere di silice e le etichette in plastica, mentre una pressa disintegra la bottiglia producendo sabbia di vetro puro.

In soli 5 secondi, una sola bottiglia produrrà 200 grammi di sabbia che sarà successivamente distribuita per progetti stradali, residenziali e commerciali.

La sabbia delle spiagge, infatti, viene spesso prelevata per scopi farmaceutici o per realizzare costruzioni: con questa valida alternativa, ora, non solo si riciclerà il vetro delle bottiglie, ma si preserverà anche la bellezza delle spiagge sabbiose, messa a rischio dalle industrie edili.

Air ink

Si tratta del primo inchiostro che nasce direttamente dall’inquinamento atmosferico, trasformandolo in qualcosa di utile. L’idea nasce da Graviky Lab, una start-up indiana che ha realizzato Kaalink, un filtro che viene applicato ai tubi di scappamento in grado di trattenere lo smog prima che entri in atmosfera, riconvertendolo successivamente in inchiostro.

Composto di fuliggine di carbone emessa da auto e industrie, e dalla combustione in genere, l’inchiostro Air Ink non è inquinante (in un processo di selezione, vengono infatti separati gli elementi più tossici, come i metalli pesanti, dalla fuliggine, che viene invece conservata e macinata per ottenere dei granelli uniformi, che diventeranno il pigmento per l’inchiostro), è impermeabile ed è disponibile in formato pennarello da 0,7 mm, fino a formati più grandi che arrivano ai 50mm, oltre che in boccetta per stampante. Approssimativamente, 30 ml di inchiostro equivalgono a 45 minuti di inquinamento atmosferico emesso da una macchina.

Blest machine

Per la terza invenzione del giorno, dobbiamo viaggiare fino al Giappone, dove Akinori Ito ha dato vita alla Blest Machine, la macchina “da tavolo” in grado di trasformare la plastica in olio che può essere sfruttato per alimentare stufe e generatori, oppure, dopo la raffinazione, come combustibile per le automobili.

Inserendo la plastica opportunamente differenziata ma non trattata nell’apposito cestello, questa viene riscaldata fino a liberare gas, diretto poi da un condotto all’interno di un tubo pieno d’acqua nel quale, raffreddandosi, si trasforma in olio combustibile liquido senza generare CO2 né tossine.

Il processo dura più o meno un’ora, utilizza all’incirca 1 kW di energia elettrica ed è in grado di sciogliere 1 kg di plastica e convertirla in circa 1 litro di olio.

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