Ambiente

Alghe crea carburanti e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te.
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2 gennaio 2023 Aggiornato alle 16:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta - ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita – allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Anno nuovo, invenzioni nuove da proporti nella rubrica di sempre. Pronti a iniziare il 2023 con il botto? No, non letteralmente. Proponiamo idee per salvare il Pianeta e non per distruggerlo, come fanno i fuochi d’artificio che in tanti si divertono a far esplodere la notte a cavallo tra vecchio e nuovo anno. Già, il divertimento di pochi minuti che vede scoppiare in aria luci colorate, costa tanto in termini di impatto ambientale: nelle ore immediatamente successive alle esplosioni si registrano picchi di peggioramento nei livelli di qualità dell’aria, dovuti principalmente al rilascio di elementi nocivi e polveri sottili da parte dei famosi fuochi.

E quindi, dicevamo, iniziamo col botto sì, ma di curiosità per scoprire le prime 3 invenzioni della rubrica per questo nuovo anno.

Alghe per creare carburanti

La prima idea dell’anno l’abbiamo scovata in California, dove Mark Capron, a capo dell’azienda PODenergy, specializzata nel green tech, ha pensato di piantare delle grandi foreste di alga kelp sulla superficie degli oceani. Queste, una volta cresciute, verrebbero raccolte in enormi sacchetti installati qualche metro sott’acqua riempiti di batteri capaci di “digerire le alghe”.

Da questo processo si otterrebbero 3 sostanze: metano, CO2 e sostanze di scarto che fornirebbero nutrimento ai pesci.

Una soluzione eco sostenibile che permetterebbe, coprendo di alga kelp solo il 3% della superficie oceanica totale, di produrre abbastanza biometano per garantire energia a tutta la California per un anno e di aumentare di milioni di tonnellate il peso del pescato grazie all’aumento nutrizionale per i pesci.

Asfalto di plastica riciclata

A Rotterdam, in Olanda, l’impresa di costruzioni Walker Wessels ha lanciato Plastic Road, un nuovo progetto green che ha l’obiettivo di riutilizzare la plastica per creare un materiale adatto a sostituire l’asfalto per costruire le strade.

I vantaggi di questa trovata sarebbero tantissimi: in primis sarebbe possibile diminuire drasticamente le tonnellate di emissioni di CO2 (parliamo di un risparmio di 30kg di CO2 emessi per ogni tonnellata di asfalto prodotta, dovendo riscaldare meno quantità di petrolio per estrarre il bitume) a livello globale; poi, potremmo dimenticarci del problema dell’usura delle strade dovuta ad agenti fisico-chimici o alle variazioni climatiche: Plastic Road, infatti, ha intenzione di realizzare strade che durino molto più a lungo, riuscendo a sopportare sia le alte temperature fino a 80 C°, sia quelle più basse fino a -40C° con una resistenza alla corrosione tale da risultare fino a tre volte più affidabile rispetto all’asfalto creato con il bitume.

Con Plastic Road, infine, ogni metro quadrato di strada avrebbe al suo interno circa 30 chili di plastica riciclata: più amica dell’ambiente di cosi!

Piñatex

Una studentessa spagnola, Carmen Hijosa, ha scoperto che dalle foglie di ananas è possibile creare un nuovo tessuto, valida alternativa alla pelle. L’idea le è venuta durante un viaggio di lavoro nelle Filippine, dove, osservando la manodopera nelle concerie, ha iniziato a riflettere per sviluppare un materiale che si prestasse, esattamente come la pelle, alla produzione di borse, scarpe e cappelli. Quel materiale oggi, dopo anni di ricerche e analisi, è Piñatex: si tratta di una fibra ricavata da foglie di ananas e lavorata senza tessitura, totalmente ecologica e biodegradabile, che al termine del ciclo di vita del prodotto finito, si presta a essere ottimo concime azzerando l’inquinamento.

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