Ambiente

Più carta e meno plastica: il packaging si fa green

In attesa delle nuove norme europee sugli imballaggi, le industrie del settore puntano su prodotti riciclabili e recuperabili. Ecco gli ambiti in cui l’Italia fa già scuola
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12 dicembre 2022 Aggiornato alle 09:00

In attesa delle nuove norme proposte dall’Europa a livello di imballaggi, quelle improntate su più riuso e vuoto a rendere e che attualmente stanno seguendo un lungo iter, il packaging alimentare sta puntando sempre di più su carta e cartone. Attualmente si cercano infatti - anche secondo le richieste dei consumatori - sempre più alternative alla plastica.

In questo, a livello europeo, l’Italia è ormai protagonista dell’economia circolare nel riciclo degli imballaggi in carta e cartone: il tasso medio è arrivato all’85%, anticipando gli obiettivi europei per il 2030. Si va dai prodotti lattiero caseari a quelli da forno, passando per imballaggi vari e rivestimenti in carta: oggi gli imballaggi alimentari sono il 38% del food e il 37% del beverage e uniti costituiscono due terzi dell’immesso al consumo degli imballaggi.

Come raccontano consorzi ed esperti al Sole24Ore, nello sviluppare una economia virtuosa sempre più improntata su carta e cartone si inseguono anche i desideri dei clienti: oggi il consumatore riconosce maggiore qualità a un prodotto soprattutto se è confezionato con un pack green, se l’imballaggio non è rigido, e se appunto dimostra una certa flessibilità e sostenibilità.

Più c’è ricerca nella produzione di un imballaggio avviabile al riciclo, più questo viene a sua volta riconosciuto dai consumatori. Secondo una ricerca sviluppata dall’Osservatorio innovazione packaging dell’Università di Bologna, a oggi invece la plastica, tra i materiali flessibili, è quella che viene considerata come maggiormente inquinante e non totalmente riciclabile.

Attualmente, nello studio di imballaggi sempre più amici dell’ambiente, le aziende del packaging flessibile investono mediamente ogni anno dal 3 al 4% del fatturato nella progettazione di nuovi materiali.

Uno dei prodotti che punta ad ampliare ulteriormente la sua riciclabilità è anche il tetrapak: si stanno investendo 2 milioni di euro per portare il tasso di riciclo dei cartoni per bevande a circa il 60% entro il 2025, un tasso che è quasi il doppio di quello del 2021 (36,5%). Lo scopo degli investimenti del tetrapak passa per il tentativo di ridurre sempre di più la plastica vergine con origini fossili e allo stesso tempo eliminare le componenti in alluminio e aumentare invece la quota di carta, il tutto senza compromettere sicurezza alimentare e conservazione dei cibi.

Il traguardo finale sarà esattamente in linea con le ambizioni che oggi l’industria dell’imballaggio italiana ha messo sul piatto per quasi tutti i suoi prodotti: ovvero realizzare contenitori fatti con materiali provenienti da fonti rinnovabili, oppure riciclati, in modo da accrescere ulteriormente l’economia circolare, promuovendo oltretutto più “fibra” e meno plastica.

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