Bambini

VoiCEs: il questionario per bambini in ospedale

Il progetto, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Unicef Italia, coinvolge istituti pediatrici in diversi Paesi europei e mira a migliorare i servizi sanitari rivolti ai piccoli pazienti
Credit: Anna Shvets/ Pexels  
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
10 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Un questionario online per raccogliere le testimonianze e le esperienze di bambinə e adolescenti in merito al loro ricovero in ospedale. Questa l’essenza del progetto internazionale VoiCEs, nato per migliorare l’assistenza sanitaria fornita aə ragazzə dal personale ospedaliero.

A idearlo, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Unicef Italia, che coordinano l’attività di 4 ospedali pediatrici in Europa: Meyer di Firenze, Children’s University Hospital a Riga in Lettonia, Helsinki University Hospital in Finlandia, Erasmus MC Sophia Children’s Hospital a Rotterdam nei Paesi Bassi. Nel progetto sono coinvolti anche European Children’s Hospital Organization, Associazione Italiana degli Ospedali Pediatrici e Picker Institute di Oxford.

Durante il ricovero i piccoli pazienti e i rispettivi familiari vengono informati dell’indagine e ricevono un link via email o sms per accedere al questionario online che resta compilabile per i successivi 30 giorni. Le domande sono diversificate in base all’età del paziente ricoverato, non superiore ai 17 anni. Ovviamente, fino ai 3 anni sono i genitori a cimentarsi con le domande, mentre i bambini e le bambine più grandi e gli adolescenti possono rispondere in maniera diretta ai quesiti.

La compilazione è iniziata a novembre e i risultati saranno consultabili dal personale ospedaliero, che poi potrà trarne conclusioni utili ad apportare eventuali miglioramenti da pianificare a breve, medio e lungo termine, nei servizi sanitari riservati a bambinə e adolescenti.

«VoiCEs consente a bambine, bambini e adolescenti di condividere le esperienze vissute attraverso uno strumento appropriato alla loro età e, per la prima volta, il loro punto di vista è raccolto in contemporanea in diversi Paesi europei. Si tratta del primo standard di riferimento internazionale che offre l’opportunità di confrontare gli indicatori pediatrici riferiti dai pazienti, condividere strategie di miglioramento e imparare dalle buone pratiche, per migliorare la qualità dell’assistenza a misura di bambina e bambino, partendo dal loro punto di vista», sottolinea Sabina De Rosis, ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatrice del progetto.

Sono oltre 100 gli specialisti medici e di supporto, psicologi, rappresentanti di organizzazioni di pazienti e familiari inclusi nel progetto VoiCEs e scelti tenendo conto di diversi parametri come una comunicazione comprensibile e chiara, un atteggiamento empatico, educato, amichevole e rispettoso, un coinvolgimento del paziente nel processo decisionale su questioni riguardanti il trattamento, un ricovero in reparto e i servizi, le modalità in cui avvengono la dimissione dall’ospedale compresa la chiarezza delle informazioni sul periodo che ne seguirà.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito standard ben precisi in merito all’assistenza sanitaria dei più piccoli negli ospedali pediatrici e la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza prevede che ə bambinə e gli adolescenti debbano essere ascoltati in tutte le questioni che li riguardano. «Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi», si legge all’art. 24.

«Il progetto si concentra sull’ascolto dei bambini che si trovano in un ambiente in cui sono particolarmente vulnerabili: quello ospedaliero. Poter raccogliere le loro esperienze in modo diretto contribuisce a migliorare l’assistenza globale per bambine, bambini e adolescenti, e non solo guardare i risultati legati solo alla salute», ha dichiarato Carmela Pace, Presidente di Unicef Italia.

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