Economia

Dipendenti felici = Aziende in crescita

Il welfare interno è un win-win per dipendenti e imprese: secondo l’indagine realizzata da Nomisma per Cirfood District, 8 lavoratori su 10 lo ritengono “fondamentale”
Credit: Adam Carter 
Tempo di lettura 4 min lettura
5 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

L’insieme di tutti i benefit e delle iniziative attuate dai datori di lavoro nei confronti dei propri dipendenti costituiscono il cosiddetto “welfare aziendale”. La sua importanza è figlia del cambiamento della cultura del lavoro in atto negli ultimi anni, che con l’avvento della pandemia ha fatto un’ulteriore salto in avanti. Quest’ultima ha, infatti, stravolto le nostre abitudini e il nostro equilibrio vita-lavoro portando al centro dell’attenzione un nuovo concetto di wellbeing, inteso come la tutela dell’integrità della dimensione psicofisica, emotiva, finanziaria e occupazionale dell’individuo.

Nella ricerca Il welfare di domani di Nomisma per l’Osservatorio Cirfood District sono stati ascoltate le esigenze di 1.000 lavoratori e degli executive di oltre 150 aziende in tutta Italia e nei settori più disparati. Da questa indagine è emerso come 8 lavoratori su 10 ritengano fondamentale la presenza di un welfare aziendale adeguato e tra coloro che non ne dispongono 9 su 10 sarebbero interessati a usufruirne. A destare il maggiore interesse sono i benefit in ambito sanitario, seguiti da una maggiore attenzione all’alimentazione e al sostegno dei propri cari.

Nomisma evidenzia come più del 70% dei lavoratori intervistati ha accesso a dei servizi di welfare: si tratta principalmente di buoni spesa (47%), servizi di sanità integrativa (46%), previdenza complementare (36%) e ristorazione aziendale (31%).

Tra gli executive intervistati, invece, la percentuale che ha dichiarato di fornire ai propri dipendenti almeno 1 servizio di welfare supera l’80%. Gli intervistati hanno identificato come particolarmente positiva la presenza di benefici per il lavoratore. Permettono, infatti, di favorire un clima aziendale armonioso, incrementare la reputazione dell’azienda e garantire livelli di presenza dei dipendenti più alti grazie alla prevenzione della salute.

Spesso e volentieri la contestazione del welfare aziendale si muove attorno a una domanda: “Ma non sarebbe più conveniente aumentare semplicemente lo stipendio? Almeno acquisto quello che voglio!” In realtà, non è esattamente così. La motivazione è piuttosto banale: i servizi di welfare non sono tassati. Costituiscono dunque una risorsa che arriva al netto nelle mani del lavoratore e di cui può godere a 360 gradi.

I benefici, poi, non terminano qui: la presenza di benefits costituisce una risposta concreta alle proprie esigenze, migliorando la qualità di vita dei dipendenti e innalzando la loro fiducia nei confronti dell’azienda.

Un evidente win-win, perché l’azienda e i suoi dipendenti ne giovano tanto nel breve quanto nel lungo periodo. I lavoratori soddisfatti sono dei lavoratori produttivi ed è ormai risaputo come il successo di un’impresa dipenda dal successo di coloro che la compongono. Più i dipendenti sono felici più si sentiranno rappresentati dall’azienda e più si impegneranno nello svolgimento del loro lavoro. Al tempo stesso, la loro fedeltà nei confronti dell’impresa aumenta, permettendo a quest’ultima di mantenere e attrarre i talenti, come ha spiegato il Direttore Comunicazione e Marketing di Cirfood Daniele Fabbi.

All’interno di un sistema economico soggetto a cambiamenti continui e a crisi improvvise che mettono sotto stress le imprese, il welfare aziendale è una risorsa da non sottovalutare. Questo permette di rivolgersi direttamente ai bisogni e ai desideri del personale, proprio per questa ragione è vitale che si crei una comunicazione diretta tra i vari livelli di gestione. I datori di lavoro devono comprendere quali sono i mezzi più adeguati per soddisfare queste esigenze, ascoltando e imparando direttamente da coloro che costituiscono il cuore pulsante dell’impresa.

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