Futuro

La musica può curare

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Catania ha condotto una revisione sugli effetti della musicoterapia, rilevando quelli positivi su stress, ansia e dolore, ma anche sui parametri fisiologici
Credit: Wendy Wei/Pexels  
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1 gennaio 2023 Aggiornato alle 15:00

Che la musica abbia effetto sull’umore lo sperimentiamo ogni giorno con la nostra esperienza quotidiana di ascoltatori.

La prova più evidente però si ha analizzando gli effetti della musicoterapia, quel processo di intervento sistematico con il quale il terapeuta aiuta il paziente a migliorare il suo stato di salute avvalendosi dell’esperienza musicale.

Un gruppo di ricercatori appartenenti al CoEhar (Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno dell’Università di Catania) ha condotto una review sistematica pubblicata su Health Psychology Research per comprendere quanto influisce la musicoterapia nei trattamenti chirurgici pre e post-operatori.

La revisione ha rilevato «esiti positivi sui parametri di stress, ansia e dolore e, come effetti secondari, sui parametri fisiologici», ovvero una diminuzione statisticamente significativa sia dell’ansia sia del dolore negli adulti, e in alcuni studi anche nei bambini, che ricevono stimoli musicali prima, durante o dopo interventi chirurgici.

L’effetto sull’ansia sembra essere maggiore quando lo stimolo musicale è fornito prima dell’intervento chirurgico. Tuttavia, spiegano i ricercatori guidati da Pasquale Caponnetto, docente di Psicologia clinica presso l’Università di Catania «anche gli input musicali forniti durante e dopo l’intervento chirurgico hanno ridotto significativamente l’ansia».

Ma quale musica aiuta di più i pazienti? «Un parametro fondamentale da tenere in considerazione è la variabilità individuale insita nel tipo di musica utilizzata durante gli interventi di musicoterapia», sottolineano gli studiosi.

Data la forte presenza di soggettività, infatti, può risultare complesso stabilire correlazioni causa-effetto in modo analogo a quanto avviene per la somministrazione di un farmaco. «La cultura, l’esperienza e la storia musicale di ogni soggetto lo rendono un individuo unico, così come unica è la risposta di ogni persona alla musica».

«L’uso della musicoterapia è ancora poco sfruttato in condizioni ospedaliere ed è evidente che sono necessari ulteriori studi ma considerare i suoni musicali come strumenti terapeutici, peraltro non invasivi, è una strada che va seguita con cura e attenzione per i prossimi anni», conclude Caponnetto.

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