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Per piante e animali, le città sono una giungla!

Dobbiamo costruire la città con la natura già dentro. Così facendo, ricostruiremo piano piano anche tutta quella biodiversità che abbiamo strapazzato
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3 dicembre 2022 Aggiornato alle 09:00

Ci sono cose che succedono solo in città e che ci sembrano normalissime. Un concerto mattutino di clacson e urla. Un grattacielo nuovo, spuntato come un fungo dalla sera alla mattina. Sempre più persone povere che vivono per strada. E ci sono cose che, quando succedono in città, ci sembrano stranissime. Una farfalla con le ali colorate sul balcone. Una volpe scattante che attraversa la strada. Uno stormo di anatre schierate a “V” che divide il cielo in due. Se uno ci pensa bene, ci siamo abituati alle cose pazze e le cose normali ci sembrano straordinarie.

Quando la natura fa capolino in città con piante e animali che resistono al cemento dei palazzi e al catrame delle strade, parliamo di biodiversità urbana. Ormai, siccome le città sono sempre più grandi, ci sono addirittura alcune specie di animali, come i piccioni, che ormai vivono solo in città e che non si trovano in campagna.

Più della metà delle persone vive in città e grandi metropoli. Le città, allora, si ingrandiscono e mangiucchiano via via la natura, a discapito degli animali e alle piante che se ne stavano lì in pace. E purtroppo, le metropoli non sono pensate per lasciare che la natura faccia i suoi comodi. Alberi e fiori devono essere piantati dagli uomini e non crescono da soli, se non in qualche crepa ribelle del selciato. E gli animali selvatici, quando ci sono, arrivano di soppiatto per non farsi cacciare.

Le città non fanno per niente bene alla biodiversità e al mondo in generale con tutto l’inquinamento, i rifiuti e i cambiamenti climatici che producono. Però, anche se la natura non è libera di fare quel che le pare in città, gli umani possono costruire le città pensando a come infilarci dentro la natura - nei parchi, sui tetti, sulle pareti dei palazzi - in modo da avere tutte e due le cose. La comodità della città e la vitalità della natura.

Gli scienziati hanno infatti visto che gli alberi, oltre a produrre ossigeno, offrire riparo dal sole e anche comodi rami dove gli uccelli possono fare il nido, rendono la gente più allegra e meno ansiosa. Gli alberi, poi, con le loro radici rafforzano il terreno e gli impediscono di franare. E se ci sono piante in città, arrivano anche gli impollinatori, cioè gli insetti che trasportano il polline e permettono ai fiori di moltiplicarsi.

Sarebbe bellissimo ma è molto improbabile che ci si svegli domani e si decida di andare tutti a vivere in campagna. Per come è fatto il mondo, vivere in città è molto più comodo e quindi le città saranno sempre di più e sempre più grandi. Allora bisogna pensare a costruirle in modo da spostarsi facilmente ma inquinando poco, con gli autobus, i monopattini e a piedi, per esempio. Bisogna pensare le case e i palazzi con gli orti sui tetti e le piante sui muri. Prima di pensare agli uffici bisogna pensare ai parchi e prima di pensare ai parcheggi bisogna pensare agli orti.

Tutte queste cose da fare hanno un nome in inglese, “Nature Based Solutions”, che vuol dire “soluzioni basate sulla natura”. Vuol dire che se non possiamo fare a meno della città e sappiamo che la città non lascia spazio alla natura, bisogna costruire la città con la natura già dentro. Così facendo, ricostruiremo piano piano anche tutta quella biodiversità che abbiamo strapazzato. E sarà sicuramente la nostra costruzione più bella.

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