Qatar: arriva (finalmente) un’arbitra

Esistono mondi in cui il machismo è più presente che altrove e il testosterone si taglia con il coltello. Tra questi primeggia il calcio, per decenni ad appannaggio di maschi che si arrogavano il diritto non solo di essere gli unici a poterlo giocare, ma anche guardare e arbitrare.
Nonostante l’aria che tira oggi sia ancora in gran parte questa, fortunatamente sono sempre più frequenti piccoli frammenti di luce che fanno sperare in un futuro migliore.
L’ultimo in ordine di tempo corrisponde alla notizia che la partita di questa sera dei Mondiali, Costa Rica – Germania, sarà arbitrata da una donna: Stéphanie Frappart.
Per la prima volta nella storia della competizione il fischietto non sarà nelle mani di un uomo e il fatto che ciò avvenga nell’edizione della Coppa del Mondo più controversa, in quel Qatar che non riconosce alle donne quasi alcun diritto, assume un’importanza ancora maggiore.
Ovviamente, è d’obbligo quanto scontato dirlo, Stéphanie Frappart non è stata scelta in quanto donna ma grazie a un curriculum di primo livello.
Parte già da tempo della rosa dei direttori e direttrici di gara Fifa, la francese è una delle tre donne presenti nella delegazione dei 36 a disposizione della competizione Mondiale, della quale fanno parte anche la giapponese Yoshimi Yamashita e la ruandese Salima Mukansanga.
Un traguardo raggiunto dopo essere è stata la prima arbitra nella seconda divisione francese nel 2014, poi nella Ligue 1 maschile nel 2019 e sempre nello stesso anno nella finale della Coupe de France e in un match ufficiale Uefa, la Supercoppa tra Chelsea e Liverpool, seguita nel 2020 dalla Champions League e dagli Europei.
Tante prime volte calcistiche, dunque, portano il suo nome, accompagnate dall’auspicio che presto, come ha affermato in una nota anche il capo degli arbitri della Fifa, Pierluigi Collina, «la nomina di arbitri donne d’élite per importanti competizioni maschili non sia più una sensazione ma una cosa ovvia». Le donne in realtà in questo Mondiale si erano già viste in alcune gare ma sempre in veste di quarto uomo (a volte più propriamente ribattezzato quarto ufficiale) e mai di arbitre.
La partita che giovedì 1° dicembre allo stadio Al Bayt di Al Khor chiuderà il girone E non vedrà in campo solo Stéphanie Frappart, visto che ad affiancarla saranno Neuza Back e Karen Díaz Medina come arbitre di linea e Kathryn Nesbitt come quarta.
«È un segnale forte da parte della Fifa avere donne arbitre in Qatar», ha dichiarato Frappart, che pur non definendosi una portavoce femminista ha ben presente cosa il suo esempio incarni e quanto le nuove generazioni possano essere positivamente influenzate dal vedere finalmente sul rettangolo di gioco una arbitra e non un arbitro.
Ragazze, spesso bambine, che sugli spalti a tifare la squadra del cuore già ci sono, così come in campo a giocare e che proprio non si capisce perché invece con un fischietto in mano debbano ancora suscitare clamore.
Fortunatamente la supremazia maschile nel mondo dell’arbitraggio si sta a poco a poco sgretolando, grazie a esempi come quello di Stéphanie Frappart ma anche di Maria Sole Ferrieri Caputi esordiente quest’anno nella serie A italiana, che nonostante gli anni di gavetta in serie minori fino alla B e alla Coppa Italia, affacciatasi sul palco principale è stata guardata e descritta da molti media, come un unicorno in una stanza, con aggettivi quali riservata e umile, usati come una sorta di giustificazione alla sua presenza lì. Come se competenza e bravura non bastassero.
Nel resto del mondo, forse, le chiacchiere sono meno ridondanti che in Italia e se oggi è giusto parlare di Costa Rica – Germania come della prima partita di un Mondiale diretta da una donna, la speranza è che presto di quella gara rimanga solo il risultato e che il resto sia la norma.
