Diritti

Wimbledon si spoglia del total white

Il dress code previsto da uno dei tornei di tennis più famosi al mondo sarà abbandonato per consentire alle atlete di indossare abiti scuri e colorati per allentare lo stress durante il periodo mestruale
Attiviste di Address The Dress Code fuori dal cancello principale di Wimbledon protestano contro il codice di abbigliamento total white,
Attiviste di Address The Dress Code fuori dal cancello principale di Wimbledon protestano contro il codice di abbigliamento total white, Credit: Kirsty O’Connor/PA
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
1 dicembre 2022 Aggiornato alle 14:00

È finita l’era del total white. Dopo la campagna Address The Dress Code, che ha cercato di accendere i riflettori sull’ansia che le atlete possono affrontare quando gareggiano con capi di abbigliamento bianchi durante il periodo mestruale, e le critiche di alcune celebri tenniste, il torneo di Wimbledon ha annunciato una svolta storica: le donne potranno usare vestiti scuri e colorati.

“In seguito a discussioni e impegni con la Wta (la Women’s Tennis Association, l’associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tennis di tutto il mondo, ndr), i produttori di abbigliamento e le èquipe mediche su come supportare al meglio le donne e le ragazze che gareggiano al Championships (l’altro nome con cui è noto Wimbledon, ndr), il Comitato direttivo ha deciso di aggiornare la regola sull’abbigliamento bianco di Wimbledon per consentire alle atlete di indossare pantaloncini di colore medio/scuro, se lo desiderano”, spiega in una nota il più antico evento nello sport del tennis, fondato nel 1877, e l’unico dei 4 tornei più importanti al mondo (Australian Open, Roland Garros, e Us Open) a essere giocato su erba.

Il codice di abbigliamento di Wimbledon, derivante dalle decisioni dei soci del circolo All England Lawn Tennis and Croquet Club, richiede ai giocatori di indossare abiti completamente bianchi, soprattutto per nascondere le macchie di sudore. Nel decalogo della competizione, valido sia per gli allenamenti che per le partite sui campi di The Championship, sono riportati dettagli ancora più specifici sul dress code, tra cui: “Il bianco non include panna o crema”, “Tutti gli indumenti intimi che sono o possono essere visibili durante il gioco (anche a causa della sudorazione) devono essere anch’essi completamente bianchi”, o ancora “I supporti e le attrezzature mediche dovrebbero essere bianchi, se possibile, ma possono essere colorati se assolutamente necessario”.

Sally Bolton, Chief Executive dell’All England Club, il circolo dove si gioca il torneo di Wimbledon, ha sottolineato l’impegno a «sostenere le giocatrici e ad ascoltare i loro feedback su come possono dare il meglio di sé. Sono lieta di confermare che […] il Comitato di gestione ha deciso di aggiornare la regola dell’abbigliamento bianco a Wimbledon. Ciò significa che dall’anno prossimo le giocatrici e le ragazze che partecipano ai Championships avranno la possibilità di indossare pantaloncini colorati, se lo desiderano. Ci auguriamo che questa modifica della regola aiuti le giocatrici a concentrarsi esclusivamente sulle loro prestazioni, alleviando una potenziale fonte di ansia».

Come spiega il britannico Guardian, la mossa arriva dopo le proteste organizzate durante l’edizione 2022 del torneo, che si è svolta dal 27 giugno al 10 luglio di quest’anno: un gruppo di manifestanti ha indossato gonne bianche e pantaloncini rossi prima della finale femminile tra Ons Jabeur ed Elena Rybakina. Tra loro c’erano Gabriella Holmes, 26 anni, e la calciatrice Holly Gordon, 28 anni, promotrici della campagna di protesta Address The Dress Code. Holmes ha spiegato che le due hanno iniziato a chiedere un cambiamento dopo essersi confrontate sulle difficoltà di gareggiare durante il periodo mestruale, citandolo come una delle ragioni principali per cui le ragazze smettono di prenderne parte quando raggiungono l’adolescenza.

Di recente anche la celebre ex tennista statunitense Billie Jean King, che ha vinto 39 titoli del Grande Slam, e Judy Murray, allenatrice di tennis e madre della star britannica Andy Murray, hanno criticato le regole di Wimbledon. Ora che tutte le partite sono trasmesse in streaming, ha spiegato Murray al Daily Mail, «se indossi all white e poi hai una perdita mentre stai giocando, non riesco a pensare a un’esperienza più traumatica di quella».

Il codice di abbigliamento del torneo, ha spiegato Holmes, è diventato più severo negli ultimi anni, anche dopo che la francese Tatiana Golovin ha indossato un paio di pantaloncini rossi sotto una gonna bianca all’edizione del 2007 - ispirando gli abiti delle proteste di 15 anni dopo - suscitando un’ampia attenzione da parte dei media. Casi simili sono apparsi anche in altri sport: a settembre la squadra di calcio femminile inglese West Bromwich Albion Women ha annunciato che avrebbe indossato pantaloncini blu scuro anziché bianchi a causa delle preoccupazioni date dal dover mettere abiti chiari durante il ciclo mestruale.

In passato anche altri giocatori hanno avuto dei contrasti con la manifestazione tennistica a causa del rigido dress code: Roger Federer nel 2013 venne multato per essere sceso in campo con delle scarpe con suola arancione, mentre Andre Agassi ha boicottato Wimbledon dal 1988 al 1990 perché preferiva indossare abiti a colori. Nel 2004, i pantaloncini arancioni usati come sottogonna da Maria Sharapova fecero il giro dei tabloid inglesi, così come la fascia viola indossata da Serena Williams nel 2012. È forse arrivato il giorno in cui la tradizione storica del total white verrà abbandonata per favorire un clima meno stressante per le atlete?

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