Diritti

Guinea Equatoriale: confermato il leader Teodoro Obiang Nguema

Con circa il 95% dei voti, il presidente in carica da 43 anni vince la sesta elezione consecutiva. Giudicata non valida dagli osservatori internazionali, che hanno denunciato brogli e corruzione diffusa
Credit: EPA/ALEJANDRO ERNESTO
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1 dicembre 2022 Aggiornato alle 06:45

Il presidente Teodoro Obiang Nguema Mbasogo ha vinto per la sesta volta le elezioni della Guinea Equatoriale, piccola nazione situata nell’Africa centro-occidentale, con circa il 95% dei voti. Le elezioni sono state giudicate non valide dagli osservatori internazionali che hanno denunciato pesanti brogli e corruzione diffusa.

Il leader al potere, ormai ottantenne, è in carica da 43 anni dopo un colpo di stato ai danni del precedente presidente Francisco Macias Nguema, successivamente fucilato. Da allora Teodoro Obiang Nguema ha mantenuto il potere assoluto attraverso delle elezioni farsa, con una continua spoliazione delle risorse della nazione e una feroce persecuzione dei dissidenti politici.

Allo stato attuale numerosi oppositori e semplici cittadini sono arbitrariamente detenuti nella tristemente famosa prigione “Black Beach” o fatti sparire nel nulla dalle autorità: «In Guinea Equatoriale continueranno a scomparire molti prigionieri, che vivranno in un “buco nero e profondo” come descritto da un ex detenuto, soli e abbandonati, senza che i loro parenti ne possano conoscere il destino», aveva denunciato Amnesty International nel 2021.

Oltre alle denunce legate alle violazioni dei diritti umani, numerose processi internazionali hanno coinvolto la famiglia del dittatore, in particolare suo figlio e possibile successore Teodoro Nguema Obiang Mangue, più volte accusato e processato per il riciclo di capitali sporchi nei Paesi occidentali.

La Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Francia hanno ripetutamente sequestrato proprietà e denaro pari a decine di milioni di dollari. In particolare l’ultimo processo francese ha fatto luce sulle operazioni opache dell’erede decretandone uno stop all’interno della nazione europea: «Con questa decisione… la Francia non è più un rifugio per il denaro sottratto dai leader stranieri e dal loro entourage: i beni acquisiti in Francia con denaro sporco saranno confiscati e i loro proprietari perseguiti e condannati», aveva dichiarato nel 2021 Patrick Lefas, di Transparency International France.

Ma nonostante le indagini e le sentenze di condanna, il regime rimane saldo al potere tanto da essere definito la “Corea del Nord dell’Africa” con numerosi mercenari e milizie paramilitari assoldati per proteggere i luoghi di potere e la famiglia del presidente.

Le immense risorse fossili legate al petrolio garantiscono una forte rendita alla èlite locale, rimanendo però concentrata fra i pochi membri apicali, mentre i 4/5 della popolazione, circa 1,4 milioni di persone, vivono sotto il livello di povertà stabilito dalla Banca Mondiale. Secondo il Transparency International’s 2021 Corruption Perceptions Index la Guinea Equatoriale è al 172esimo posto su 180 nazioni per corruzione.

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