Economia

Pos: nessun obbligo sotto i 60 euro

Il presidente Mattarella ha firmato la legge di Bilancio: confermata la soglia massima entro cui i commercianti e professionisti possono rifiutare i pagamenti digitali
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29 novembre 2022 Aggiornato alle 19:30

Aggiornato alle 19:30

Il presidente Mattarella ha firmato la legge di Bilancio: confermata la soglia dei 60 euro per quanto riguarda i pagamenti digitali con pos.

Aggiornato alle 14:00

L’avanzata dei pagamenti digitali subisce una brusca frenata con l’ultima bozza della manovra finanziaria pronta per essere varata in Parlamento. Fra i suoi 156 articoli divisi in 16 capitoli, corredati da nuove relazioni tecniche e illustrative, il punto 69 riguardante le Misure in materia di mezzi di pagamento ha spostato da 30 euro (previsti nella bozza precedente) a 60 euro la soglia massima entro cui i commercianti, artigiani e professionisti possono rifiutare i pagamenti digitali. Al momento, era prevista una multa per i negozianti che non accettassero pagamenti con carte di debito o di credito per “qualsiasi importo”.

Nessun riferimento invece sulla sospensione di 180 giorni alle sanzioni già irrogate ai commercianti che non hanno rispettato l’obbligo, ma si presume che le nuove regole in arrivo diano maggiore chiarezza al riguardo.

Contemporaneamente il nuovo Governo conferma l’innalzamento del tetto all’uso del contante, che dall’anno prossimo salirà da 1.000 a 5.000 euro, dimostrando una sua netta preferenza verso forme di pagamento più tradizionali ma anche meno sicure dal punto di vista del controllo, con un conseguente e serio rischio di fuga dagli scontrini, e quindi di evasione fiscale.

Dai dati del 2021 della Banca d’Italia si contano sul territorio nazionale oltre 4,2 milioni di Pos, il dispositivo elettronico che permette di utilizzare sistemi di pagamento elettronico. Nonostante convoglino circa il 40% del totale delle transazioni commerciali, questi dispositivi continuano tuttavia a dare qualche problema agli esercenti. Per attivare un Pos, infatti, occorre sostenere un costo di istallazione, un canone mensile da versare e una trattenuta sull’entità delle transazioni: una serie di costi che, a detta dei commercianti, rischia di azzerare il margine di guadagno delle loro attività.

Come prevedibile, il ritorno al denaro contante per cui ha optato il Governo Meloni è stato duramente contestato da Massimiliano Dona presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che riferendosi alle ormai bassissime commissioni legate alle microtransazioni, evidenzia quanto «l’esecutivo nel vano tentativo di aggirare gli obiettivi assunti con il Pnrr, fa arretrare il Paese di ben 10 anni».

Il riferimento è al Decreto Crescita del 2012 varato dal Governo Monti, che sanciva per la prima volta l’obbligo di accettare pagamenti digitali, modificato nel 2014 con una soglia minima di 30 euro, poi abbassata a 5 nel 2016, e sanzioni fino a mille euro con possibile sospensione dell’attività per i commercianti non in regola: misure severe che esprimono una forte presa di posizione contro i “furbetti” dello scontrino, ma rinviate a un decreto ministeriale mai varato.

Le misure inserite nella nuova manovra non sono ancora definitive. La bozza infatti sarà discussa in Parlamento da qui a fine anno e sembra presumibile che verranno apportate nuove modifiche. Nel frattempo, Palazzo Chigi in una nota precisa che sul tema sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea, il cui esito potrà influire decisamente sull’iter della Legge di Bilancio. Vale infatti la pena di ricordare che sulle soglie i governi nazionali hanno scarso margine di manovra, in quanto vengono stabilite dall’Unione Europea. Come se non bastasse rappresentano uno dei target richiesti dal Pnrr. Nei prossimi giorni c’è quindi con ogni probabilità da aspettarsi un intervento in merito da parte di Von Der Leyen.

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