Diritti

Cina: i disordini del più grande produttore di iPhone al mondo

Nello stabilimento di Foxconn, i dipendenti sono stati confinati nei dormitori in ottemperanza alla politica zero-Covid. Molti di loro sono fuggiti, costringendo l’azienda a nuove assunzioni
Credit: Thomas Lee | Bloomberg 
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
25 novembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Il 23 novembre centinaia di lavoratori dello stabilimento Foxconn Technology Group della città di Zhengzhou, a est della Cina, il più grande impianto di assemblaggio di iPhone al mondo, si sono scontrati col personale di sicurezza a causa del mancato pagamento degli stipendi e del timore di essere contagiati da nuovi casi di Covid-19.

L’inizio delle tensioni risale al mese scorso, quando l’azienda taiwanese, che rappresenta il 70% delle spedizioni di iPhone a livello globale, ha imposto rigide misure di confinamento in seguito all’esplosione di un nuovo focolaio di Coronavirus.

Ai circa 200.000 dipendenti di iPhone City, come è stata ribattezzato il sito industriale che ospita dormitori, ristoranti, campi da basket e un campo da calcio su una superficie di 1,4 milioni di metri quadrati, veniva impedito di abbandonare lo stabilimento o venivano scortati in strutture di quarantena e sfamati con scorte inadeguate di cibo.

Molti di loro – «centinaia, se non migliaia», riferisce Bloomberg – sono scappati a piedi o in autostop nel timore di essere contagiati, nonostante l’azienda abbia aumentato la paga oraria fino al 36% per le posizioni chiave o promesso a chi fosse tornato a lavoro pasti gratuiti e un totale di 1.500 yuan, pari a circa 208 dollari.

Per rimpiazzare i fuggitivi, Foxconn ha quindi aperto all’assunzione di circa 100.000 nuovi lavoratori, ai quali tuttavia non è stata corrisposta un salario adeguato. Dopo che il giorno prima l’azienda affermava di aver adempiuto ai contratti, il 24 novembre il fornitore di Apple si è scusato per quello che ha definito «un errore di input nel sistema informatico».

«Il nostro team ha esaminato la questione e ha scoperto che si è verificato un errore tecnico durante il processo di onboarding», ha precisato l’azienda in una nota, specificando che la retribuzione sarebbe stata in linea con quella annunciata.

Intanto, mentre in settimana la Cina ha registrato il più alto numero di casi giornalieri di Covid-19 dall’inizio della pandemia – 31.527 contagi contro il picco di 28.000 registrato ad aprile – il lockdown dell’azienda frena le vendite dell’azienda di Cupertino poco prima del redditizio shopping natalizio.

«Ci aspettiamo spedizioni di iPhone 14 Pro e iPhone 14 Pro Max inferiori rispetto a quanto previsto in precedenza e i clienti subiranno tempi di attesa più lunghi per ricevere i loro nuovi prodotti», ha dichiarato Apple in una nota diffusa all’inizio del mese.

A fine ottobre la società ha inoltre deciso di sospendere le assunzioni al di fuori dell’area ricerca e sviluppo. «Dato l’attuale contesto economico stiamo adottando un approccio molto prudente in alcune parti del business», ha affermato Apple, in linea col taglio del personale operato da molti altri Big del settore.

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