Che cos’è l’Home gender gap?

La discriminazione di genere nasce fra le mura domestiche: lo dimostra un’indagine condotta da Fondazione Libellula su oltre 4.300 lavoratrici tra impiegate, operaie, dirigenti e libere professioniste da tutta Italia. L’Home Gender Gap è una condizione dovuta dallo squilibrio nelle mansioni casalinghe e dal basso potere nelle scelte finanziarie: 3 donne su 4 (il 76% delle intervistate) non sono felici di come viene suddiviso il carico di lavoro con il partner e solamente 1 donna su 10 (9,3%) gestisce il budget e le spese in famiglia.
Fondazione Libellula, il network di aziende unite contro la violenza sulle donne con l’obiettivo di promuovere una cultura contro la discriminazione di genere, ha condotto l’indagine LEI (Lavoro, Equità, Inclusione) per conoscere lo stato di soddisfazione delle donne in ambito domestico in occasione della Libellula Week: si tratta di una settimana di iniziative e incontri online, dal 21 al 25 novembre, dove esperte ed esperti di diversità e inclusione, avvocate, sociologhe e giornaliste affrontano i temi della discriminazione sul lavoro, ma non solo. Perché il gender gap può manifestarsi in modi e in luoghi diversi, a casa come in ufficio, nel virtuale come nel reale.
Se, infatti, il potere decisionale ed economico delle donne nel mondo del lavoro sta lentamente crescendo ed evolvendosi, è tra le mura domestiche che si registra ancora un preoccupante divario nell’equità di genere che mina la piena indipendenza nella sfera femminile. Oltre a un potere decisionale in famiglia inferiore a quello guadagnato a livello professionale, si somma anche il maggior carico di lavoro domestico che le donne si sobbarcano rispetto al proprio partner. In questo modo, il tempo che le lavoratrici e madri dedicano ad altre attività come sport, iniziative culturali e volontariato si assottiglia ogni giorno di più: le intervistate affermano di utilizzare più dell’80% del loro tempo per lavoro, spostamenti e attività di cura, domestiche e familiari.
La gestione dei figli, ovviamente, non è esente dal discorso: 1 donna su 2 se ne occupa senza alcun supporto dal partner. Solo nel 2% dei casi in cui è l’uomo a occuparsi esclusivamente dei bambini, contro l’8% rappresentato da altre figure come nonni o baby-sitter. Così, tra le mura domestiche, «il tempo delle donne è essenzialmente tempo speso per gli altri», sottolinea Giuseppe Di Rienzo, Direttore Generale di Fondazione Libellula (di cui oggi fanno parte circa 80 aziende tra cui Barilla, Furla, Esselunga e Randstad).
È chiaro - e lo dicono anche le donne intervistate dalla fondazione - che a un maggiore impegno non corrisponde anche un pari potere decisionale, neanche per le questioni economiche: solo nel 9,3% dei casi le donne sono le principali responsabili delle decisioni finanziarie della famiglia prese nella stragrande maggioranza dagli uomini. La gestione economica condivisa con il partner è focalizzata, nella maggior parte dei casi, sulla gestione ordinaria a breve termine: una pratica che rischia di far trovare impreparate le donne al momento della pensione.

Così come sta accadendo nell’ambito professionale, «serve creare una cultura condivisa per raggiungere una piena equità anche in casa, che permetta alle donne di dedicare tempo a sé stesse ed essere protagoniste della vita economica famigliare», continua Di Rienzo. Fondazione Libellula vuole portare uomini e donne a riflettere su queste importanti tematiche, rendendole più tangibili nel quotidiano: «È proprio nella vita di tutti i giorni che possiamo cogliere i segnali di discriminazione e di violenza. Dobbiamo solo aprire gli occhi e ascoltare chi è accanto a noi sul luogo di lavoro o negli spazi di condivisione, dobbiamo imparare a osservarci e ad ascoltarci nelle nostre azioni quotidiane per superare il gap e gli stereotipi che limitano le donne anche in famiglia», ha dichiarato Di Rienzo. O la discriminazione e la mancanza di equità in casa non faranno che alimentare sempre più quella sul posto di lavoro, creando un circolo vizioso che soffocherà i desideri e le ambizioni delle donne.
