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Il pilastro europeo dei diritti sociali, 5 anni dopo

In occasione del primo Forum europeo sull’occupazione e i diritti sociali, l’Ue ha fatto il punto sui progressi compiuti dal 2017 - anno di istituzione dei 20 principi - a oggi
Credit: Oliver Cole/unsplash

Dopo la crisi del periodo pandemico e la successiva ripresa socioeconomica, nel contesto attuale i principi del pilastro europeo dei diritti sociali sono più importanti che mai. Sono trascorsi ben 5 anni da quando al Vertice sociale di Göteborg del 2017 fu proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali da parte del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione. Confermato poi al vertice sociale di Porto del 2021, è stato celebrato in occasione del primo Forum europeo sull’occupazione e i diritti sociali, dove l’Unione Europea fa il punto sui progressi compiuti in questi anni.

Le iniziative contenute in questo documento spaziano dalla trasparenza e parità delle retribuzioni tra donne e uomini ai salari minimi, dagli investimenti nelle competenze alla lotta contro la povertà infantile, dal reddito minimo alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Mai come in questo momento tutto questo può essere fondamentale per le molte famiglie che faticano ad arrivare a fine mese a causa dell’aumento dei prezzi, situazione aggravata dalla conflitto tra Russia e Ucraina.

Il pilastro europeo dei diritti sociali: cos’è?

Il pilastro europeo dei diritti sociali, come abbiamo visto, è stato firmato dal Consiglio dell’Ue, dal Parlamento europeo e dalla Commissione durante il Vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita di Göteborg. «Il pilastro sociale illustra i principi in cui crede l’Europa», affermò il primo ministro estone Jüri Ratas, firmando la proclamazione a nome del Consiglio. «Vogliamo un’Europa che lotti contro la disoccupazione, la povertà e la discriminazione, un’Europa che offra pari opportunità ai giovani e alle persone vulnerabili. Il pilastro sociale si fonda sui nostri valori comuni e orienterà i nostri futuri lavori per un’Europa più equa».

Il pilastro definisce 20 diritti e principi guida per l’Europa. La Commissione nel tempo ha presentato oltre 130 iniziative per attuare il pilastro negli Stati membri e realizzare un’Europa sociale equa, inclusiva e ricca di opportunità.

Il pilastro europeo dei diritti sociali stabilisce quindi principi e diritti, suddivisi in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; mercati del lavoro dinamici e condizioni di lavoro eque; sostegno pubblico, protezione sociale e inclusione.

I 20 principi del pilastro europeo dei diritti sociali

I principi del pilastro europeo dei diritti sociali vogliono guidare verso un’Europa sociale forte, equa, inclusiva e ricca di opportunità. Con il piano d’azione del pilastro europeo la Commissione ha definito una serie di iniziative concrete per conseguire gli obiettivi stabiliti. Per avere un quadro più chiaro di seguito riportiamo i principi.

• Istruzione, formazione e apprendimento permanente. Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.

• Parità di genere. La parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere garantita e rafforzata in tutti i settori, anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l’avanzamento di carriera. Donne e uomini hanno diritto alla parità di retribuzione per lavori di pari valore.

• Pari opportunità. A prescindere da sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, ogni persona ha diritto alla parità di trattamento e di opportunità in materia di occupazione, protezione sociale, istruzione e accesso a beni e servizi disponibili al pubblico. Sono promosse le pari opportunità dei gruppi sottorappresentati.

• Sostegno attivo all’occupazione. Ogni persona ha diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma. Ciò include il sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione. Ogni persona ha il diritto di trasferire i diritti in materia di protezione sociale e formazione durante le transizioni professionali. I giovani hanno diritto al proseguimento dell’istruzione, al tirocinio o all’apprendistato oppure a un’offerta di lavoro qualitativamente valida entro 4 mesi dalla perdita del lavoro o dall’uscita dal sistema d’istruzione. I disoccupati hanno diritto a un sostegno personalizzato, continuo e coerente. I disoccupati di lungo periodo hanno diritto a una valutazione individuale approfondita entro 18 mesi dall’inizio della disoccupazione.

• Occupazione flessibile e sicura. Indipendentemente dal tipo di lavoro, i lavoratori hanno diritto a un trattamento equo e paritario per quanto riguarda le condizioni di lavoro e l’accesso alla protezione sociale e alla formazione. È promossa la transizione a forme di lavoro a tempo indeterminato. Conformemente alle legislazioni e ai contratti collettivi, è garantita ai datori di lavoro la necessaria flessibilità per adattarsi rapidamente ai cambiamenti del contesto economico. Sono promosse forme innovative di lavoro che garantiscano condizioni di lavoro di qualità. L’imprenditorialità e il lavoro autonomo sono incoraggiati. È agevolata la mobilità professionale. Vanno prevenuti i rapporti di lavoro che portano a condizioni di lavoro precarie, anche vietando l’abuso dei contratti atipici. I periodi di prova sono di durata ragionevole.

• Salari. I lavoratori hanno diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso. Sono garantite retribuzioni minime adeguate, che soddisfino i bisogni del lavoratore e della sua famiglia in funzione delle condizioni economiche e sociali nazionali, salvaguardando nel contempo l’accesso al lavoro e gli incentivi alla ricerca di lavoro. La povertà lavorativa va prevenuta. Le retribuzioni sono fissate in maniera trasparente e prevedibile, conformemente alle prassi nazionali e nel rispetto dell’autonomia delle parti sociali.

• Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento. I lavoratori hanno il diritto di essere informati per iscritto all’inizio del rapporto di lavoro dei diritti e degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro e delle condizioni del periodo di prova. Prima del licenziamento, i lavoratori hanno il diritto di essere informati delle motivazioni e a ricevere un ragionevole periodo di preavviso. Hanno il diritto di accedere a una risoluzione delle controversie efficace e imparziale e, in caso di licenziamento ingiustificato, il diritto di ricorso, compresa una compensazione adeguata.

• Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori. Le parti sociali sono consultate per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche economiche, occupazionali e sociali nel rispetto delle prassi nazionali. Sono incoraggiate a negoziare e concludere accordi collettivi negli ambiti di loro interesse, nel rispetto delle propria autonomia e del diritto all’azione collettiva. Ove del caso, gli accordi conclusi tra le parti sociali sono attuati a livello dell’Unione e dei suoi Stati membri. I lavoratori o i loro rappresentanti hanno il diritto di essere informati e consultati in tempo utile su questioni di loro interesse. È incoraggiato il sostegno per potenziare la capacità delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale.

• Equilibrio tra attività professionale e vita familiare. I genitori e le persone con responsabilità di assistenza hanno diritto a un congedo appropriato, modalità di lavoro flessibili e accesso a servizi di assistenza. Gli uomini e le donne hanno pari accesso ai congedi speciali al fine di adempiere le loro responsabilità di assistenza e sono incoraggiati a usufruirne in modo equilibrato.

• Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati. I lavoratori hanno diritto a un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. I lavoratori hanno diritto a un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze professionali e che consenta loro di prolungare la partecipazione al mercato del lavoro. I lavoratori hanno diritto alla protezione dei propri dati personali nell’ambito del rapporto di lavoro.

Il pilastro europeo dei diritti sociali: le azioni concrete

Il 25 giugno 2021 il Consiglio europeo ha accolto con favore gli obiettivi principali dell’Ue enunciati nel piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Per l’attuazione del pilastro sono stati resi disponibili finanziamenti dell’Unione, in particolare nell’ambito del Fondo sociale europeo Plus (FSE+), che finanzia progetti finalizzati per l’inclusione sociale, contrastano la povertà e investono nelle persone, nonché altri fondi della politica di coesione.

Il quinto anniversario del pilastro è stato celebrato durante il primo forum europeo sull’occupazione e i diritti sociali a Bruxelles, alla presenza della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, dell’ex Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e del Commissario Schmit. In questa occasione si sono ricordate le azioni concrete fatte in questi anni.

A oggi, la Commissione ha già adottato o avviato la grande maggioranza delle misure previste dal piano. I governi dell’Ue hanno approvato gli obiettivi sociali per il 2030 inclusi nel piano d’azione e hanno presentato i loro contributi nazionali al conseguimento degli stessi obiettivi. Questi impegni degli Stati membri portano verso il conseguimento o addirittura il superamento degli obiettivi.

I 3 obiettivi a livello dell’Ue da raggiungere entro il 2030 sono: almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro; almeno il 60% di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno a attività di formazione; rispetto al 2019, il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni, di cui almeno 5 milioni bambini.

Sono molte quindi le iniziative adottate per attuare il pilastro, che comprende 3 capitoli principali riguardanti il mercato del lavoro, le condizioni di lavoro e l’inclusione sociale.

Tra queste, per le pari opportunità e accesso al mercato del lavoro c’è il patto per le competenze, una piattaforma unica di cooperazione che riunisce organizzazioni pubbliche e private come imprese, erogatori di formazione e camere di commercio, che si impegnano a presentare offerte di formazione concrete per i lavoratori in tutta Europa.

Per quanto riguarda le condizioni di lavoro eque è entrata in vigore una direttiva relativa a salari minimi adeguati nell’Ue che mira a garantire che il lavoro sia remunerato in modo appropriato. La direttiva istituisce un quadro per migliorare l’adeguatezza dei salari stessi nei Paesi in cui sono presenti salari minimi legali e punta inoltre a promuovere la contrattazione collettiva, nonché a migliorare l’applicazione e il monitoraggio in tutti gli Stati membri.

Infine, per salvaguardare la protezione sociale e inclusione esiste una proposta di raccomandazione del Consiglio relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca un’inclusione attiva che invita gli Stati membri a modernizzare i propri regimi di reddito minimo per renderli più efficaci, sottraendo le persone alla povertà e promuovendo nel contempo l’integrazione nel mercato del lavoro di quanti sono in grado di lavorare.

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