Futuro

La rivista che fa l’occhiolino a Trump

The Conservateur, fondata da due ex dipendenti dello staff della Casa Bianca del tycoon, è una piattaforma di moda e lifestyle che mira a un pubblico repubblicano
L'ex presidente Donald Trump indica la folla riunita in un comizio a Vandalia, Ohio, lunedì 7 novembre 2022, un giorno prima delle elezioni di metà mandato del 2022.
L'ex presidente Donald Trump indica la folla riunita in un comizio a Vandalia, Ohio, lunedì 7 novembre 2022, un giorno prima delle elezioni di metà mandato del 2022. Credit: Jintak Han/ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
16 novembre 2022 Aggiornato alle 16:00

L’ultimo post su Instagram di The Conservateur è tutto dedicato a lui, a Donald Trump: l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, intorno alle 3:20 italiane, ha annunciato la sua intenzione di correre di nuovo per la Casa Bianca nel 2024. “Donald Trump annuncia ufficialmente la sua corsa alle presidenziali”, dice la didascalia accanto al settantaseienne di New York che ha detto di voler rendere l’America, «di nuovo, grande e gloriosa».

La notizia arriva da Mar-aLago, il resort di Palm Beach, in Florida, di proprietà del tycoon, e universalmente noto per la perquisizione svolta dall’Fbi ad agosto 2022 nell’ambito di un’indagine sui documenti sensibili conservati nelle sue residenze sottratti dalla sede della presidenza degli Stati Uniti a Washington D.C.

Qualche giorno fa l’ex presidente aveva organizzato proprio qui le nozze di Tiffany Trump, la sua quarta figlia, a cui è dedicato un altro post di The Conservateur: “L’occasione tanto attesa ci fa svenire di nuovo per il glamour della Casa Bianca di Trump; inutile dirlo, siamo qui per questo”, dice la didascalia accanto alla carrellata di foto che mostrano anche il tycoon in smoking nero che accompagna la figlia e il suo abito luccicante all’altare.

La rivista che dedica così tante attenzioni a Donald Trump e alle sue gesta è stata fondata nel 2020 “dalle amiche Jayme Chandler Franklin e Isabelle Redfield”, che si sono conosciute durante uno stage nello staff del Presidente alla White House. “Dopo aver passato interminabili notti a parlare di politica e moda, è nato The Conservateur”, spiegano le due ragazze di 24 e 23 anni sul sito web del magazine che, secondo il New Yorker, si propone come alternativa di destra della Gen-Z a Vogue. Franklin lavorava per il senatore del Wyoming John Barrasso all’epoca dell’incontro: «Mi guardavo intorno e vedevo Melania, Ivanka, Hope Hicks e tutte queste donne bellissime e forti, con uno stile incredibile. Era la Casa Bianca meglio vestita», ha spiegato al New Yorker. Voleva fare qualcosa di simile al sito di Goop, l’azienda di benessere e lifestyle fondata dall’attrice statunitense Gwyneth Paltrow, ma per i conservatori.

Le sezioni sul sito vanno oltre le categorie di “Fashion” e “Lifestyle” (che comunque ci sono), approdando a “Politica” e “Interviste”. C’è anche una rubrica che si intitola “Shopping on the #BidenBudget”, che mira a consigliare uno shopping misurato ora che l’amministrazione Biden “ha rovinato il boom economico della presidenza Trump” e gli americani sono costretti ad “affrontare prezzi storici del gas, un’inflazione del 9,1% e una recessione”, sottolineano le due fondatrici. Nella sezione “Acquisti”, la rivista vende un cappellino rosa shocking che recita “Make America Hot Again”, una versione rivisitata e provocante del motto della campagna elettorale di Donald Trump alle presidenziali in cui vinse contro l’avversaria democratica Hillary Clinton.

Le speranze di Chandler e Redfield che i repubblicani trionfassero alle Midterm erano molto alte, considerando anche la possibile elezione di molte donne conservatrici alla guida di Stati come Arkansas e Georgia, o di distretti come quello in Colorado, in cui corre una repubblicana molto vicina a Donald Trump. Ma queste candidate, così come quattro papabili segretari di Stato approvati da Trump in Michigan, Minnesota, Arizona e Nevada, hanno perso. Forse le posizioni negazioniste sui risultati delle elezioni del 2020 non hanno giovato. O forse il voto della Gen-Z (ə natə tra il 1997 e il 2012), che ha premiato ampiamente i democratici, è stato sottovalutato dai conservatori.

La reporter della rivista di stampo conservatore National Review Caroline Downey ha analizzato su The Conservateur le ragioni della distanza tra il partito repubblicano e i giovani, attratti dai “credo democratici di convenienza e consapevolezza dell’identità”. In quanto “non sposati, senza figli, sovvenzionati dai loro genitori, senza grandi responsabilità”, avrebbero poco interesse per la società, pervasa da “nichilismo e narcisismo”. E, secondo Downey, “nel primo grande test sull’impatto elettorale della Gen-Z, i repubblicani hanno fallito miseramente”. L’attivista statunitense impegnato per il controllo delle armi da fuoco negli Stati Uniti ha scritto su Twitter: “I millennial e la generazione Z hanno reso l’onda rossa un’increspatura rossa”.

Ma i sogni patinati delle due fondatrici di The Conservateur, che si rivolge proprio a quella generazione Zeta, potrebbero ancora realizzarsi in vista della candidatura ufficiale del loro beniamino alle elezioni del 2024: anche se il suo partito è alla ricerca di un nuovo leader perché teme che il tycoon possa allontanare ulteriormente gli elettori, che non hanno dato origine alla proclamata “onda rossa” dei conservatori, l’ex presidente Donald Trump è deciso e determinato. Ha anche iniziato a screditare i candidati del suo fronte, come il favorito Ron DeSantis, appena rieletto governatore della Florida, definendolo di recente un amministratore “mediocre e privo di lealtà”.

Trump si sente minacciato in quello che il Washington Post definisce “un momento di vulnerabilità politica”, ma anche di urgenza: l’ex presidente vuole anticipare un potenziale atto d’accusa in una delle numerose indagini penali in corso sulla sua condotta e spera che la sua candidatura possa mettere in pausa i pubblici ministeri dal procedere.

La nuova corsa avrà meno staff e budget più ridotto rispetto alla campagna fallimentare per il 2020. Nei giorni scorsi Trump ha detto di voler rivivere l’atmosfera della sua candidatura nel 2016, quando si sentì uno sfavorito, un underdog. Basterà?

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