Economia

Usato, mon amour

Quanto vale il second hand? Nel 2021, l’1,4% del Pil nazionale secondo i dati di BVA Doxa. I principali fan, i giovani della Gen Z
Credit: David Dvořáček/unsplash
Tempo di lettura 5 min lettura
11 novembre 2022 Aggiornato alle 15:00

Il valore generato dal mercato dell’usato è in costante crescita, in particolare nel campo della moda e, soprattutto, grazie all’utilizzo delle piattaforme online. Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, questo valore si attesta a 24 miliardi di euro totali nel 2021, che rappresenta circa l’1,4% del Pil nazionale. La tendenza è in crescita: i dati del 2021 testimoniano di un miliardo in più rispetto all’anno precedente.

Sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, sono ricorsi alla compravendita di oggetti usati. Stiamo parlando di circa il 52% della popolazione. Di questi, il 15% ha acquistato usato per la prima volta nel 2021.

Ormai il ricorso al mercato degli articoli pre-loved non viene più percepito come una seconda opzione, ma piuttosto come una scelta consapevole e sostenibile, che permette di dare una seconda vita agli oggetti. Si tratta di adottare quotidianamente un comportamento ispirato all’economia circolare in modo intelligente, al punto che il 66% di chi ha acquistato usato lo ha scelto sin da subito.

Nel 2021, il settore che ha generato più valore nel mercato dell’usato è il settore dei motori, con 11,8 miliardi di euro, seguito dal settore dedicato alla casa e alla persona (5,7 miliardi di euro), dal settore dell’elettronica (4,1 miliardi di euro) e dal settore sportivo (2,6 miliardi di euro).

Merito dell’incremento del valore economico del mercato del second hand è dovuto principalmente al volume degli affari online che, costituendo quasi il 50% del totale, passa da 5,4 miliardi di euro nel 2014 a 11,8 miliardi nel 2021, permettendo un ritorno ai livelli pre-pandemia (24 miliardi nel 2019, 23 miliardi nel 2020).

Il ricorso all’online supera l’offline come canale più utilizzato per l’acquisto, passando dal 30% al 70%, dal 2014 al 2021, mentre per la vendita questo canale era già preferito, passando dal 45% al 72%, registrando una crescita sia in termini assoluti sia di frequenza. Il 69% di chi acquista o vende beni usati, infatti, lo fa usufruendo del canale online. Le principali motivazioni fornite dagli intervistati risiedono nella velocità degli affari (49%), nella maggiore varietà dei prodotti disponibili (43%) e nella comodità di acquistare/vendere, anche da casa (41%) e in qualsiasi momento (38%).

Nella classifica degli articoli pre-loved più venduti e più comprati online si registra il primato del campo dell’abbigliamento e degli accessori. Infatti, il mercato del second-hand rappresenta dal 3% al 5% del mercato dei vestiti, delle calzature e degli accessori, che potrebbe crescere fino al 40%, in base all’andamento delle condizioni macroeconomiche.

Secondo il report What an Accelerating Secondhand Market Means for Fashion Brands and Retailers, svolto dalla Boston Consulting Group in collaborazione con Vestiaire Collective, una piattaforma di vendita di usato online, il mercato del second hand legato alla moda a oggi si è triplicato rispetto al 2020, raggiungendo tra i 100 e i 120 miliardi di dollari in tutto il mondo, con una crescita annua attesa del 20-30%.

Questa crescita è spinta in particolar modo dai giovani della Generazione Z - che rappresentano il 33% degli acquirenti e il 44% dei venditori nel mercato dell’usato - seguita dai Millennials, in circostanze storiche nelle quali l’attenzione per le tematiche ambientali assume un ruolo sempre più significativo.

Analizzando le motivazioni che spingono alla vendita di articoli usati è possibile menzionare principalmente la volontà di liberarsi di beni inutilizzati, ma abbattendo quanto più possibile gli sprechi, e la possibilità di un guadagno ulteriore.

Per quanto riguarda il campo degli acquisti second-hand, in particolare nel settore moda, invece, secondo la Bcg, buona parte degli intervistati ha menzionato la maggiore accessibilità e il maggior valore dei beni come motivazione principale che li spinge a comprare usato, specialmente in riferimento alla pelletteria e ai gioielli, ma questo dato registra una continua tendenza negativa, già dal 2019.

Fattore che invece sta acquistando sempre maggior peso è il tema della sostenibilità, che ricopre un ruolo quasi primario nell’acquisto di articoli usati, così come il “brivido alla caccia” e la possibilità di contrattare con i rivenditori a condizioni più vantaggiose. Altro ruolo importante è ricoperto dai caratteri di esclusività e unicità propri dei prodotti usati e, soprattutto, dalla varietà dei beni disponibili sul mercato.

Sebbene il mercato dell’usato online stia prendendo sempre più piede, si registrano anche alcuni deterrenti per il ricorso a questo canale, come il timore che i prodotti acquistati siano di scarsa qualità o contraffatti (si stima che il 10% dei beni di marca venduti online siano contraffatti).

Tutti questi fattori continueranno a contribuire all’evoluzione del mercato dell’usato: si prevede, infatti, che nel 2023 i beni pre-loved arriveranno a costituire il 27% degli armadi dei consumatori presenti in questo mercato.

Leggi anche
mobilità
di Redazione 2 min lettura
Valentino Garavani Small Roman Stud bag
Vestire green
di Manuela Sicuro 6 min lettura