Economia

L’Europa aumenta gli investimenti nella ricerca e per l’inclusività

ERC Starting Grants: 619 milioni nel solo 2022 per aiutare giovani ricercatori a sviluppare i loro progetti, molti sono italiani
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 gennaio 2022 Aggiornato alle 17:00

L’Italia sbanca Horizon Europe, il più vasto programma di ricerca e innovazione transnazionale al mondo. In che modo? Tra le oltre 4 mila candidature agli ERC Starting Grants 2021, le sovvenzioni di partenza garantite dal Consiglio Europeo della ricerca, 397 giovani hanno vinto circa 1 milione e mezzo di euro a testa: di questi, beh 58 sono di nazionalità italiana - quasi 1 su 6. Complessivamente, 28 progetti saranno condotti nella nostra penisola. Siamo la seconda nazionalità dei premiati a livello europeo dopo la Germania, che conta 67 vincitori (terza in classifica la Francia con 44); le iniziative che verranno effettivamente ospitate nel nostro Paese, però, ci fanno retrocedere al quinto posto. E questo è un punto su cui riflettere.

Le sovvenzioni valgono in totale 619 milioni di euro e serviranno ai giovani ricercatori ambiziosi per lanciare i propri progetti, formare i loro team e sviluppare le loro idee. Il programma ha una durata di sette anni - dal 2021 al 2027 - che corrispondono al bilancio di lungo termine dell’Unione Europea. Horizon Europe prevede una dotazione finanziaria complessiva di 95,5 miliardi: 90 provenienti dalle risorse solitamente accontanate dall’UE, i restanti 5,4 miliardi dal piano per la ripresa Next Generation EU, lo strumento europeo da oltre 800 miliardi di euro volto ad aiutare i paesi membri colpiti dalle perdite dovute dalla crisi sanitaria da Covid-19.

Ma quali sono i campi di applicazione dei progetti italiani premiati? Si va dalla sanità all’intelligenza artificiale, dalle innovazioni dedicate agli animali al marketing. L’Università di Padova è la prima in Italia per il numero di progetti ERC finanziati, con ben 4 ricercatori che hanno scelto l’Ateneo come sede in cui svolgere le proprie attività. Si tratta di Ludovica Galeazzo, Martha Giovanna Pamato, Silvia Benavides-Varela e Luca Dell’Amico.

Andando nello specifico dei progetti Synphocat, creatura di Dell’Amico, aprirà la strada a una nuova dimensione della chimica sostenibile, utilizzando la luce attraverso fotocatalizzatori ed eventi chimici luminosi. VeNiss, della dottoressa Galeazzo, ripensa la città di Venezia come un arcipelago, reinterpretando il ruolo dei margini nell’organizzazione urbana, nelle pratiche socio-economiche e nella produzione artistica, superando la tradizionale dicotomia centro-periferia.

Con il progetto “Diamonds as the key to unravel the origin of Earth’s water” (I diamanti sono la chiave per svelare le origini dell’acqua sulla Terra, ndr), l’assegnista di ricerca Pamato vuole comprendere l’evoluzione geologica e biologica dei pianeti del Sistema solare e oltre. In-Mind è dedicato, invece, ai neonati: il lavoro della ricercatrice Benavides-Varela contribuirà a una descrizione più completa di ciò che rende il cervello di un bambino pronto per il linguaggio.

Da citare anche il progetto della ricercatrice Francesca Coscia del Centro di Biologia Strutturale di Human Technopole di Milano sui meccanismi molecolari della sintesi degli ormoni tiroidei, o quello di Marta De Luca, docente del Dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma, che con “Nanowhyr” creerà nuove sorgenti di fotoni singoli in nanofili (i nanowires, appunto) semiconduttori. Il progetto mira ad aprire nuovi orizzonti scientifici e tecnologici nell’ambito della fotonica integrata su silicio.

Dalla Sapienza arriva anche Hyquake, presentato dal ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra Marco Scuderi, che punta a sviluppare un progetto che si propone di superare il limite dello sviluppo di modelli fisici che possano descrivere l’accoppiamento idro-meccanico all’origine della genesi di un terremoto. Da Genova, invece, arriva il progetto di Daniele Cortecchia, laureato in chimica industriale e con un dottorato alla Interdisciplinary Graduate School della Nanyang Technological University di Singapore. Il suo lavoro riguarda lo studio di nuovi materiali, le perovskiti, utilizzate nel settore del fotovoltaico e applicabili a un ambito fotonico.

Si tratta solo di alcuni dei 28 italiani vincitori. Tra di loro, 15 sono donne; e tra i 397 progetti totali in Europa, le ricercatrici premiate sono il 43%. L’anno scorso erano il 37%.

A proposito di inclusione e senza uscire dall’Europa, la Commissione ha varato un premio intitolato “Capitali europee dell’inclusione e della diversità”, con cui intende premiare le città e le regioni per il lavoro svolto nella lotta contro la discriminazione. L’iniziativa rientra nel quadro del “#Unione dell’uguaglianza” della Commissione e mira a riconoscere le attività innovative messe in atto dalle autorità locali per migliorare la quotidianità di gruppi specifici esposti a discriminazioni.

Come candidarsi? Il premio è aperto a tutte le autorità locali, comprese le città e le regioni degli Stati membri dell’UE. Basta andare sul sito web di European Capitals of Inclusion and Diversity e candidarsi entro il 15 febbraio, proponendo progetti educativi o culturali specifici sul miglioramento delle infrastrutture generali e su altre iniziative che promuovono un ambiente diversificato e inclusivo per tutti i cittadini. “La diversità è anche fonte di ricchezza e innovazione”, ha dichiarato Helena Dalli, Commissaria per l’Uguaglianza. La cerimonia di premiazione si terrà il 28 aprile 2022.