Diritti

Lavoro: aumentano gli infortuni e diminuiscono i decessi

Lo attestano i dati Inail, sulla base delle denunce ricevute. L’incremento per i primi è del 35,2% nel 2022 rispetto al 2021; -13,2%, invece, i secondi
Credit: Clem Onojeghuo/ Unsplash
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13 novembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Gli infortuni sul lavoro sono aumentati del 35,2% nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo 2021.

A dirlo sono le denunce presentate all’Inail, disponibili nella sezione open data: tra il 1 gennaio e il 30 settembre sono state 536.002 contro i 396.372 dell’analogo periodo dell’anno precedente.

Si osservano incrementi generalizzati degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori, in particolare nella Sanità e assistenza sociale (+132,3%), nel trasporto e magazzinaggio (+112,8%), nell’amministrazione pubblica, che comprende gli organismi preposti alla sanità come le Asl, gli amministratori regionali, provinciali e comunali (+67,6%), e nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+65,4%).

Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+89,7%), la Liguria (+61,2%) e il Lazio (+58,2%).

Aumentano dell’8,6% anche le denunce di malattia professionale che segnano 3463 casi in più rispetto ai primi nove mesi del 2021, dove le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle malattie del sistema respiratorio. Industria e servizi (+8,6%, da 33.336 a 36.191 casi) e agricoltura (+9,0%, da 6.748 a 7.358) sono i settori maggiormente colpiti.

In ottica di genere si rilevano 2.930 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 29.477 a 32.407 (+9,9%), e 533 in più per le lavoratrici, da 10.993 a 11.526 (+4,8%).

Nel complesso, l’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 37.451 a 40.602 (+8,4%), sia quelle degli extracomunitari, da 2.086 a 2.236 (+7,2%), e dei comunitari, da 933 a 1.095 (+17,4%).

Diminuiscono invece gli infortuni con esito mortale denunciati all’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro che sono stati, fino a settembre, 790, registrando un meno 13,2%: 120 in meno rispetto ai 910 registrati nei primi nove mesi del 2021. L’analisi evidenzia una diminuzione in tutte le aree del Paese, tranne in Calabria, Lombardia e Toscana, dove si registrano aumenti.

Sono dati che bisogna prendere con prudenza, perché provvisori. Lo precisa lo stesso Istituto: «Il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di punte occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2022, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia».

Mentre in poche ore tre operai sono morti sul lavoro in Piemonte, Emilia Romagna e Campania per traumi da schiacciamento, sindacati e società civile continuano a chiedere ai governi che si susseguono nel tempo di implementare i controlli per prevenire queste tragedie, mettendo sicurezza e formazione dei lavoratori come priorità all’interno dell’agenda politica. Perché l’Italia non diventi una Repubblica “affondata” sul lavoro.

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