Diritti

Le inventrici? Ancora troppo poche

Secondo uno studio dell’European Patent Office, in Italia solo 1 invenzione su 7 è brevettata da donne. Magro premio di consolazione: non siamo i peggiori d’Europa
Credit: Pavel Danilyuk/Pexels
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
11 novembre 2022 Aggiornato alle 07:00

La parola “invenzione” è femminile, ma ancora oggi evoca un universo quasi completamente maschile. Anche se guardiamo al passato, l’ingegno femminile è stato spesso oscurato dalle ingombranti figure di uomini che si sono intitolati i meriti della loro creatività e del loro lavoro.

Ad esempio, sapete chi ha inventato il filtro per il caffè? O la lavastoviglie automatica? O, ancora, gli occhiali da vista leggeri? Melitta Bentz, Josephine Cochrane e Josephine Cochrane sono solo alcune delle donne che hanno contribuito al progresso scientifico e tecnologico ma il cui nome è rimasto sconosciuto tra le pieghe della storia.

Oggi, la situazione è diversa (per fortuna) ma quello dei brevetti è un campo in cui siamo ancora ben lontani dalla parità di genere.

Un nuovo studio pubblicato dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) ha registrato che il 13,2% degli inventori in Europa sono donne. Lo studio, il primo nel suo genere a essere pubblicato dall’EPO, si basa sulla percentuale di inventrici nominate in tutte le domande di brevetto dell’EPO dal 1978 al 2019. I dati mostrano che, nonostante il tasso di “inventori donne” in Europa è in aumento negli ultimi decenni (da solo il 2% alla fine degli anni ‘70 al 13,2% nel 2019), quello dell’inventore rimane un lavoro da #tuttimaschi. Non solo: il tasso di inventrici è molto più basso rispetto alla percentuale femminile tra ricercatori e laureati in scienze e ingegneria.

Lettonia (30,6%), Portogallo (26,8%), Croazia (25,8%), Spagna (23,2%) e Lituania (21,4%) sono i paesi che registrano la percentuale più alta di inventrici; Germania (10,0%), Lussemburgo (10,0%), Liechtenstein (9,6%) e Austria (8,0%) hanno invece i tassi più bassi. L’Italia, con il 14,3%, si colloca a metà della classifica: non tra i migliori ma, per una volta, non tra i peggiori.

Per quanto riguarda i settori tecnologici in cui il ruolo delle inventrici è più rilevante, spicca la chimica, con una percentuale di donne del 22,4% nel periodo 2010-19. Andando più nel dettaglio, biotecnologie e prodotti farmaceutici sono quelli con la componente femminile più elevata: più di un’invenzione su tre in questo campo è infatti registrata da donne. Male, invece, l’ingegneria meccanica: solo il 5,2%.

Università e organismi di ricerca sembrano favorire l’inventiva femminile in maniera decisamente maggiore, con una percentuale quasi doppia (19,4%) rispetto a quella delle imprese private (10%).

Per riflettere sugli ostacoli che ancora si frappongono sulla strada verso il superamento del divario di genere nel mondo STEM e generare dibattito sulle misure per migliorare il contributo delle donne all’innovazione, l’EPO ha organizzato 3 panel virtuali che riuniranno donne inventrici di spicco, capi di uffici brevetti internazionali, consulenti in brevetti e rappresentanti del mondo accademico.

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