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Chi è Letizia Moratti?

Classe ‘49, ex sindaco di Milano e ministra dell’Istruzione. Piccola bio della candidata del Terzo Polo alla presidenza della Lombardia
Credit: ANSA/ MATTEO BAZZI
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8 novembre 2022 Aggiornato alle 14:30

Da sindaca di destra voleva «delocalizzare» la comunità cinese che viveva a Milano in via Sarpi. Ora, da candidata del Terzo polo, dice: «Questa è una destra che, a furia di alzare muri, ci chiude tutti in un recinto». Prima di correre per la presidenza della Lombardia, Letizia Moratti ha vissuto tante vite. Manager, presidente della Rai, ministra, sindaca e assessora regionale. Una storia non sempre lineare, da ripercorrere in attesa dell’ennesima sfida.

Nata a Milano nel 1949, Letizia Brichetto Arnaboldi (il cognome Moratti è acquisito dal marito Gian Marco) nasce in una famiglia di origini aristocratiche e antifascista. Il padre Paolo Brichetto Arnaboldi era un eroe partigiano, Medaglia di Bronzo e d’Argento al Valor Militare, chiamato “il partigiano bianco” in quanto aristocratico.

Da giovane Moratti frequenta il Collegio delle fanciulle per poi laurearsi in Scienze politiche alla Statale. Nel frattempo ha conosciuto Gian Marco Moratti, petroliere e già in fase di rottura con la sua prima moglie Lina Sotis. Conversando di filosofia, i due scoprono di piacersi e convolano a nozze nel 1973. Dall’unione nasceranno due figli Gabriele e Gilda.

Nel corso degli anni Ottanta la coppia legherà il suo nome alla controversa comunità di San Patrignano di Vincenzo Muccioli. Un’organizzazione nata per accogliere i tossicodipendenti, ma al centro di diverse inchieste giudiziarie (come quella sulla morte di Giuseppe Maranzano), dovute ai metodi poco ortodossi di Muccioli.

Nonostante le forti polemiche, Letizia e Gian Marco Moratti hanno continuato nel corso degli anni a sostenere la comunità sia con attività di volontariato sia con ingenti donazioni. Arrivando anche a crescere i propri figli nella comunità. Il figlio Gabriele ha vissuto lì dai sei mesi ai dodici anni.

Nel mondo lavorativo Moratti inizia la sua carriera nel brokeraggio assicurativo. La sua famiglia è precursora avendo fondato nel 1873 la prima compagnia del settore. Da lì vari incarichi fino a quando nel 1994 non è scelta come presidente della Rai dal governo Berlusconi. Per Moratti è la prima esperienza politica. Finora si era solo sussurrato di una sua vicinanza politica al democristiano Paolo Cirino Pomicino.

Arrivata al potere, Moratti fa sapere di volere giornalisti «alla inglese» e di essere pronta a tagliare le spese. «Entro il 1996 taglieremo 300 giornalisti», promette. Curiosamente la sua esperienza terminerà proprio quell’anno.

Nel mezzo liti feroci, anche con gli stessi partiti di governo, e lotte intestine che porteranno Moratti a piangere in un cda dove tre consiglieri minacciavano le proprie dimissioni. Le accuse rivolte alla presidente sono di gestire il potere senza rispettare gli equilibri politici. Come quando il settimanale Cuore pubblica delle indiscrezioni su una telefonata tra Moratti e Muccioli in cui i due avrebbero scelto insieme le nomine dei direttori Rai.

Terminato il suo incarico, Moratti resta nel mondo delle telecomunicazioni. Collabora anche con il magnate australiano Rupert Murdoch che si appresta a lanciare Sky in Italia. In disaccordo con la scelta, la manager interrompe però il sodalizio: «Non vedo un futuro per questa iniziativa in Italia». Il richiamo della politica si fa sentire nel 2001.

Berlusconi la vuole come ministra all’Istruzione e la ricerca nel suo nuovo governo. Lei si rende promotrice di una riforma che oltre ad alcuni tagli, vede anche il ripristino del voto in condotta e la messa al bando delle teorie darwiniane. Celebri durante questo periodo i suoi litigi con l’allora ministro all’Economia Giulio Tremonti che, secondo un retroscena di Luigi Bisignani, le avrebbe presentato la necessità di tagliare alcune spese dicendo: «Letizia questo è il governo. Non tuo marito».

Nel 2006 arriva il governo Prodi. Moratti lascia il suo posto e vede la sua riforma spazzata via dal nuovo esecutivo. Ma è comunque un anno fortunato. Il centrodestra la vuole sindaca di Milano.

Lei vince le Comunali e da Palazzo Marino guida la sua città alla vittoria di Expo 2015. Durante il suo mandato, Milano introduce le prime colonnine per la ricarica delle auto elettriche e l’Ecopass (una tassa per le auto più inquinanti circolanti in centro che scatena polemiche anche all’interno della sua maggioranza).

Ma ancora una volta viene accusata di usare il potere pubblico in modo non corretto. Il suo staff da ufficio stampa è composto da venti persone (tra loro anche Red Ronnie, conduttore tv conosciuto a San Patrignano). Alcuni dirigenti ricevono doppi incarichi. Notizie che fanno infuriare l’opposizione e portano le autorità a indagare. Nel 2017 la Corte dei conti condannerà l’ormai ex sindaca accusandola di «uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell’interesse pubblico».

Alle Comunali del 2011 si ricandida, ma perde contro lo sfidante del centrosinistra Giuliano Pisapia. Per dieci anni torna alla vita da manager e il suo sembra un addio alla politica. Me nel 2021 ritorna in gran spolvero.

L’assessore alla Salute della Lombardia Giulio Gallera è nel mirino per la gestione del Covid nella regione ed è costretto a dimettersi. Per rimpiazzarlo il centrodestra chiama Moratti che risponde positivamente. Appena insediata scatena una bufera chiedendo al ministero della Salute di tener conto del Pil, oltreché del numero di abitanti, nel pianificare la distribuzione dei vaccini.

Ma le vere grane sono interne al centrodestra. Tornata al centro della scena, Moratti non si accontenta di un assessorato. Vuole di più. Inizialmente si vocifera di una sua nuova candidatura a sindaca di Milano. Ma il progetto non va in porto. Così lei punta alla regione. Ma il presidente leghista Attilio Fontana non ha alcuna intenzione di mollare. A nulla valgono i tentativi di mediazione.

Moratti vuole la regione e va verso lo strappo che viene ratificato a inizio novembre ufficialmente per «incomprensioni sui vaccini». Dopo anni nel centrodestra, Moratti si mette in proprio e il 6 novembre annuncia: «Correrò con il Terzo polo alla presidenza della Lombardia». La Lega, sua storica alleata, la mette alla berlina tatuandole una falce e martello sul volto in un post. Il Pd è confuso: che quella di Donna Letizia sia l’ultima metamorfosi?

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