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Ecomondo: il verde è di moda

Il tema della sostenibilità della Fashion Industry arriva alla fiera dedicata alla green economy. Appuntamento a Rimini dall’8 all’11 novembre
Credit: Jaysen Scott
Tempo di lettura 4 min lettura
7 novembre 2022 Aggiornato alle 18:00

Economia e sostenibilità: ecco gli ingredienti chiave di Ecomondo, il salone internazionale della green economy che si terrà dall’8 all’11 novembre alla Fiera di Rimini.

Organizzato da Italian Exhibition Group, la fiera vedrà anche la presenza di alcuni leader della moda, da Armani a OTB fino arrivare a LVMH. E insieme parleranno di sostenibilità, eco-design e strategie per ridurre l’impatto ambientale dell’80% in un settore, quello della moda, che a livello europeo vale 397 miliardi di dollari.

La circolarità è l’obiettivo ma la sostenibilità, nel Fashion System, è ancora tutta da costruire. La produzione tessile, infatti, risulta ancora oggi essere responsabile del 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei processi di lavaggio dei prodotti sintetici. Senza considerare che il 35% delle microplastiche disperse nell’ambiente deriva proprio da questo settore.

Nel complesso, secondo le ultime rilevazioni di Statista, nel 2022 il compartimento dell’abbigliamento in Europa ha raggiunto un valore di 397 miliardi di dollari, mentre nel nostro Paese il dato si aggira intorno ai 49 miliardi di dollari.

Un tassello importante per l’economia, dunque, ma anche decisivo per l’impatto ambientale e per i consumi di acqua, suolo, materie prime ed emissioni di gas serra.

Alla luce di questi dati, risulta urgente una transizione ecosostenibile del settore moda. Transizione che, in questa 25ª edizione di Ecomondo, sarà promossa insieme alla valorizzazione delle buone pratiche.

A fare da traino gruppi come LVMH, ma anche le esperienze di aziende nate sostenibili, come quella di Dario Gruenenfelder, co-fondatore di Muntagnard, che ha puntato tutto sul controllo della filiera e sulla riciclabilità delle materie prime. O come il Progetto Quid di Anna Fiscale, che realizza le proprie linee partendo dai tessuti di scarto messi a disposizione da altre aziende della moda e favorisce l’inclusione lavorativa di soggetti a rischio di emarginazione.

Ma Ecomondo sarà anche teatro per la presentazione di un case-history: il Comune di Capannori, in provincia di Lucca, a luglio ha avviato la raccolta domiciliare di vestiti e rifiuti tessili, guadagnandosi il ruolo di città-pilota per l’economia circolare.

Verrà presentato anche il modello della Catalogna con il suo Pacto per la Moda Circular, firmato da 55 aziende e organizzazioni, che mira alla promozione di una transizione del settore su base volontaria, coordinando gli sforzi tra tutti gli attori del settore.

Nello specifico, tra gli accordi raggiunti, l’aumento della durata dei prodotti e della percentuale di materiale riciclato, con l’obiettivo di ridurre del 5-10% i rifiuti tessili e raggiungere il 25-30% di raccolta differenziata entro il 2024.

3 giorni che saranno ricchi di incontri e di occasioni per spunti di riflessione. Il 9 novembre, 2 gli incontri principali sul tema: Tessile come opportunità: sfide e coinvolgimento degli Stakeholders del settore, organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo e di LVMH Italia, e Prevenire i rifiuti tessili e circolarità tessile: il ruolo di città e regioni e il potenziale delle politiche pubbliche locali, organizzato da Association of Cities and Regions for Sustainable Resource Management.

Il 10 novembre, invece, sarà il turno dell’industria del riciclo, un cammino da percorrere insieme agli incontri Osservatorio tessile. Innovazione, efficienza, circolarità: geografia di una sfida e L’industria tessile e della moda dell’area del Mediterraneo verso modelli di business più green e circolari.

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