Economia

Rincari: qualcuno salvi il Natale!

Quest’anno ci potrebbero essere meno viaggi e shopping durante le festività. Ma tutto dipende a quale dei 4 gruppi identificati dall’Institute for Business Value appartieni
Credit: Anna Tarazevich /pexels
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5 novembre 2022 Aggiornato alle 18:00

Se i vaccini e la curva discendente dei contagi hanno diminuito le paure relative al Covid-19, un’altra preoccupazione sembra invadere la mente di molti cittadini e cittadine: quella per le finanze personali, al punto che 1 persona su 3 afferma che la propria salute mentale sia peggiorata negli ultimi 12 mesi, e il 69% considera la condizione economica come la causa principale.

Lo studio annuale dedicato agli acquisti e ai viaggi relativo al periodo delle festività pubblicato dall’Institute for Business Value (IBV) di IBM, basato sulle interviste di 12.000 persone adulte in 9 diversi Paesi (Brasile, Canada, Francia, Germania, India, Messico, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti) descrive una situazione anomala. Se da una parte i budget per lo shopping e per i viaggi sono aumentati rispettivamente del’8% e del 49%, a dimostrazione della volontà della maggior parte della popolazione di tornare a comprare e viaggiare, dall’altra fattori quali inflazione e aumento dei prezzi hanno fatto sì che le preoccupazioni economiche tornassero al centro dell’attenzione della stagione natalizia alle porte.

Nello specifico sono stati identificati 4 diversi gruppi di consumatorə, caratterizzatə da circostanze finanziarie molto diverse. Del primo, “gli isolati” (41%), fanno parte coloro che hanno mantenuto il proprio status quo, senza constatare alcun aumento di stipendio, ma nemmeno di spese o contributi a risparmi o investimenti personali.

Al secondo gruppo, i consumatori e le consumatrici “sotto pressione” (31%), ovvero coloro che si trovano nella situazione in assoluto più precaria. Circa la metà proviene dalla fascia di reddito più bassa e ha visto diminuire i propri stipendi in concomitanza con l’aumento medio delle spese familiari, con conseguenti risparmi a picco stanno e debito personale è in aumento.

Un 18% delle persone intervistate fa parte, invece, del terzo gruppo, “i sicuri”, che, nonostante la flessione economica, sembrano avere finanze in ripresa. Non a caso, circa la metà proviene dalla fascia di reddito più alta.

All’ultimo gruppo, “i frugali”, ovvero le persone più conservatrici a livello finanziario. La maggior parte (56%) afferma di aver registrato un rilevante declino del proprio stipendio rispetto gli anni precedenti soprattutto per quanto riguarda i risparmi e gli investimenti personali, ma anche le spese mensili e l’indebitamento sono in calo.

Alla luce di questo quadro, quando, dove e come le persone pianificheranno di spendere, dipenderà dall’appartenenza a un gruppo piuttosto che un altro.

Nello specifico quello con meno preoccupazioni prevede di spendere 2.8 volte in più in beni e servizi rispetto all’anno precedente (negli Usa il budget relativo ai soli viaggi si colloca intorno ai 22.000 dollari).

Drammaticamente diversa la condizione delle categorie con minori risorse finanziarie: molte persone temono che le difficoltà economiche possano ridurre il loro budget sia per quanto riguarda le necessità quotidiane sia per gli acquisti natalizi. Circa la metà prevede di spendere meno se l’inflazione continuerà ad aumentare i prezzi, ma coloro che sono già in difficoltà sarebbero colpiti più duramente.

Nonostante queste drammatiche differenze, si possono registrare anche alcune tendenze comuni. La maggior parte delle persone intervistate, infatti, ha intenzione di cominciare in anticipo le spese per le festività natalizie senza attendere il Black Friday. La preoccupazione maggiore riguarda la cosiddetta supply chain (catena di approvvigionamento): si teme sia la difficoltà nel reperire i prodotti, che l’aumento sostanziale dei prezzi (in virtù della difficoltà di approvvigionamento stesso).

Lo stesso vale per l’organizzazione di viaggi. Anche per quanto riguarda questo settore, infatti, cittadini e cittadine stanno cercando di tornare alla normalità, pur attenuando i rischi associati a potenziali variazioni di prezzo. Lo studio ha rilevato che la domanda media di viaggi aumenterà del 9% durante le festività natalizie e il 78% deə consumatorə prevede, anche in questo caso, di anticipare l’acquisto dei biglietti aerei.

Un altro aspetto che accomuna tutti i gruppi è l’attenzione per la sostenibilità ambientale, considerata una componente essenziale per il proprio shopping natalizio. Se questo denota una maggiore sensibilità, è importante ricordare che è proprio durante i periodi di festa - e in particolare quello natalizio - che si registrano i più alti picchi di spreco e consumismo. Di conseguenza, la strategia migliore, se ci si vuole mostrare attentə a questo tema, sarebbe quella di andare controcorrente e evitare spese folli e superflue, anche se più sostenibili di altre, o in alternativa optare per il vintage e/o l’usato.

Un’altra tendenza sembra essere quella di effettuare più acquisti online se il prezzo del gas non diminuirà. Si tratta di un metodo di acquisto aumentato durante l’epidemia di Covid-19 e che si colloca in linea con la volontà di prestare più attenzione alla sostenibilità ambientale. Secondo un recente studio condotto dalla società di consulenza Oliver Wyam in media lo shopping online è meno inquinante dello shopping offline e dunque più vantaggioso in termini di sostenibilità. Ciò ovviamente non significa che gli acquisti sul web siano a impatto zero e c’è ancora molto da fare per sensibilizzare brand e consumatorə a tal proposito.

Sulla base di questo studio si possono trarre diverse conclusioni. Per prima cosa è importante sottolineare quanto le differenze economiche di partenza influiscano sulle condizioni e scelte di vita deə singolə cittadinə. Si tratta, forse, della considerazione più importante e sulla quale sarebbe necessario lavorare e trovare soluzioni efficaci. Inoltre, in generale, si registra l’emergere di una nuova preoccupazione: nonostante ci sia la voglia di tornare allo stile di vita pre-pandemico le attuali condizioni di fragilità e incertezza non permettono alla popolazione, o almeno una parte di essa, di rispettare i propri piani e desideri.

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