Diritti

#nonèdamaschio: la campagna che abbatte le differenze di genere

Promossa dal progetto Inspiring Girls Italia dell’Associazione Valore D, punta a contrastare gli stereotipi e a educare alla parità di genere in ambito lavorativo
Brian finke Most, dalla serie “Muscular (ClampArt)”
Brian finke Most, dalla serie “Muscular (ClampArt)”
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5 novembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Il dibattito sulle questioni di genere negli ultimi anni si sta ampliando e al suo interno uno degli aspetti più urgenti riguarda la distruzione degli stereotipi sul mondo del lavoro, in cui ancora troppo spesso si parla di mansioni da maschi e da femmine.

Ad aiutare le nuove generazioni a scrollarsi di dosso questo e altri luoghi comuni ci prova la campagna #nonèdamaschio di Inspiring Girls Italia, progetto di innovazione sociale rivolto agli studenti delle scuole superiori, promosso dall’associazione Valore D , in partnership con Eni, Intesa San Paolo e Snam.

La società mostra ancora oggi una realtà legata ai più tradizionali stereotipi e sono spesso i genitori a percepire alcune attitudini con una forte connotazione di genere. Da qui, l’importanza della campagna che ha voluto agire in modo diretto nell’ambiente scolastico, senza la mediazione di modelli familiari, avvalendosi della testimonianza di figure femminili affermatesi in ambienti generalmente considerati maschili, preclusi alle donne o in cui metà della popolazione fatica ancora oggi a farsi strada.

La scelta è ricaduta su ShaliniKurapati, imprenditrice indiana trapiantata a Torino, CEO e co-fondatrice della startup di intelligenza artificiale Clearbox AI; Arianna Tricomi, triplice campionessa mondiale di sci freestyle che sogna di diventare guida alpina; Michela Giraud, prima stand-up comedian italiana a realizzare uno speciale tutto suo distribuito da Netflix in 190 Paesi; Chiara Giamundo, prima palombara nella storia della Marina Militare italiana; Silvia Marziali, unico arbitro donna nella Seria A di pallacanestro maschile, oltre che tenente dell’Aeronautica Militare e medico di prima linea.

La campagna #nonèdamaschio è stata presentata in anteprima davanti alle ragazze e ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Roma. All’evento, condotto dalla giornalista e scrittrice Jennifer Guerra, ha partecipato Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D, insieme ad alcune role model coinvolte nel progetto, che hanno condiviso le proprie esperienze, incoraggiando i presenti a seguire i propri sogni e ispirandoli al cambiamento e a una visione non stereotipata del futuro.

Uno dei dati più interessanti raccolti durante la prima fase della campagna riguarda la propensione allo studio: tra i ragazzi è diffusa l’idea di essere più portati per determinati ambiti in quanto maschi, rispetto alle coetanee: quasi il 50% pensa di esserlo in informatica, tecnologia ed educazione fisica, circa il 40% in matematica e scienze e il 30% in educazione tecnica. «Per arrivare alla piena parità tra uomo e donna occorre un lungo e profondo lavoro culturale che smantelli quei pregiudizi inconsapevoli che perpetuano una condizione di disparità nella nostra società. È un lavoro che dobbiamo iniziare dai banchi di scuola contrastando gli stereotipi che nascono in famiglia e tra gli insegnanti e che ancora influenzano, soprattutto le ragazze, nelle loro scelte scolastiche e professionali», ha dichiarato Barbara Falcomer.

Il tema della parità di genere nel lavoro è più che mai attuale, soprattutto alla luce del fatto che l’Italia si posiziona per il secondo anno consecutivo al 63esimo posto del Gender Gap Index, un indice di valutazione del Word Economic Forum che misura le differenze tra uomini e donne nel mondo occupazionale, tenendo conto di vari fattori tra i quali l’istruzione, che svolge un ruolo primario.

Per questo si può dire che Inspiring Girls abbia centrato l’obiettivo, accompagnando i ragazzi all’approfondimento dell’educazione di genere nel luogo migliore possibile: la scuola, un ambiente che dovrebbe rivolgersi a tutti trasversalmente, oltrepassando le barriere del privilegio.

Siamo ormai abituati a vedere affrontati i temi relativi diritti civili e sociali sulle piattaforme social, che troppo spesso si insinuano in una bolla, incapace di essere rappresentativa delle categorie più svantaggiate.

La campagna, diventata virale grazie all’hashtag #nonèdamaschio, è invece riuscita a farsi strumento di vera inclusività, rivolgendosi a un pubblico giovane, e in particolar modo alle ragazze che, come sottolineato dalla Direttrice Generale di Valore D «devono capire che possono fare e diventare tutto quello che desiderano».

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