Diritti

Migranti: Italia Germania 0-0

Da Berlino arriva il monito di salvare i profughi in mare soccorsi dalla nave Humanity 1, che batte bandiera tedesca. La Farnesina chiede ulteriori info sulla situazione a bordo prima di decidere
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi,
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, Credit: ANSA/ ETTORE FERRARI
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 novembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Ci sono quasi un migliaio di persone nel Mediterraneo, bloccate da giorni su tre navi umanitarie.

Humanity 1, Ocean Viking e Geo Barents, tra il 22 e il 29 ottobre, hanno soccorso rispettivamente 179, 234 e 572 persone che viaggiavano su imbarcazioni precarie. In nome del motto “rigore e umanità”, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non arretra e continua a lasciarle senza un porto in cui sbarcare. Il 25 ottobre ha emesso una direttiva con la quale avvertiva le forze di Polizia e le Capitanerie di Porto che il Viminale stava “valutando” il divieto di ingresso delle navi nelle acque territoriali italiane. E, da quel giorno, nulla si è mosso.

Questa mattina Sos Méditerranée, la Ong a cui fa riferimento l’imbarcazione la Ocean Viking, ha chiesto assistenza a Spagna, Grecia e Francia: «Nonostante le ripetute richieste ai Centri di coordinamento per il soccorso in mare di Malta e Italia, non è stato ancora indicato un porto sicuro alla Ocean Viking che rimane nell’incertezza. I 234 naufraghi a bordo devono sbarcare urgentemente». Anche Humanity ha inviato molte richieste di Place of Safety, cioè di poter sbarcare in un luogo che fornisca le garanzie fondamentali ai naufraghi: lo ha fatto 17 volte, senza mai ricevere una risposta. Eppure le convenzioni internazionali prevedono l’obbligo di intervenire e prestare soccorso.

Ocean Viking, in attesa di un intervento che tarda ad arrivare, ha deciso di rivolgersi alle autorità marittime greche, spagnole e francesi e alle altre autorità in grado di prestare assistenza affinché consentano lo sbarco immediato. «Questo blocco in mare non è solo moralmente vergognoso, ma disattende importanti previsioni legislative del diritto marittimo internazionale e del diritto umanitario», fanno sapere dalla nave.

La Germania, incalzata dal ministro Piantedosi perché, a suo dire, responsabile della Humanity 1, che batte bandiera tedesca, e dunque dei migranti salvati dal suo equipaggio, ha reso noto di aver chiesto al governo italiano di prestare “velocemente soccorso” ai migranti perché “salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante”. Prima di prendere eventuali decisioni, la Farnesina ha chiesto chiarimenti a Berlino sulla situazione a bordo, assicurando “l’assistenza di emergenza che si dovesse rendere necessaria”.

Eppure le condizioni dei migranti sono note da giorni e stanno rapidamente peggiorando: su Humanity 1 i 100 minori soccorsi mostrano «condizioni psicologiche critiche e chiare conseguenze degli eventi traumatici vissuti. Ogni giorno, il loro bisogno di raggiungere un luogo sicuro diventa più urgente», ha spiegato uno psicologo a bordo della nave a Adnkronos. «La situazione sulla Ocean Viking sta precipitando. Le previsioni meteo annunciano vento forte, onde alte e un abbassamento della temperatura entro la fine della settimana e le scorte si stanno esaurendo», avverte la Ong.

Molti naufraghi, inoltre, mostrano i segni delle torture, delle violenze sessuali e degli abusi subiti in Libia, con cui ieri, 2 novembre, il governo italiano ha rinnovato automaticamente il Memorandum per la gestione dei flussi migratori. Per altri tre anni l’Italia fornirà supporto di natura economica e tecnica alla cosiddetta Guardia costiera libica per scongiurare le partenze illegali da Tripoli. Una decisione presa nonostante il monito delle Nazioni Unite (e di molte Ong, tra cui Amnesty International) che hanno più volte dichiarato che il Paese non può essere considerato un porto sicuro, e come tale nessuno dovrebbe farvi ritorno dopo essere stato soccorso nel Mediterraneo.

E intanto il braccio di ferro tra l’Italia e gli altri Paesi per garantire un porto di sbarco continua, così come era successo nel 2018, quando al Viminale sedeva Matteo Salvini. L’organizzazione internazionale indipendente Action Aid, che insieme a Openpolis ha dato vita alla piattaforma di monitoraggio dei centri d’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in Italia “Centri d’Italia”, ha avvertito che in passato i Decreti Sicurezza promossi da Salvini hanno creato emergenze là dove le volevano contrastare: «Negli ultimi tre anni le persone accolte in Italia sono diminuite del 42%, ma sono aumentate quelle in condizione di soggiorno non regolare, a causa dell’abolizione della protezione umanitaria sancita proprio dal provvedimento», spiegano.

Nel neo governo Meloni, il segretario della Lega veste nuovamente i panni del vicepremier, ma guida il ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili: un ruolo che potrebbe garantirgli il potere di intervenire sulle questioni riguardanti la gestione delle navi di soccorso nel Mediterraneo. Sulla vicenda Ocean Viking, intanto, si è espresso così: “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia…”.

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