Diritti

Russia: arriva l’ok per l’accordo sul grano

L’intesa, raggiunta con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite, era stata sospesa in seguito all’offensiva ucraina nella baia di Sebastopoli. Zelensky: «Il ricatto di Mosca non ha portato a nulla»
Credit: EPA/SERGEY DOLZHENKO
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
3 novembre 2022 Aggiornato alle 20:00

La Russia tornerà a rispettare l’accordo sul grano. La notizia arriva dopo che il 29 ottobre Mosca aveva sospeso l’intesa in seguito all’offensiva ucraina ai danni della flotta russa nella baia di Sebastopoli, una ritorsione contro quello che il ministero della Difesa russo aveva definito «un attacco terrotistico».

«La Federazione russa considera sufficienti le garanzie finora ricevute e riprende l’applicazione dell’accordo», si legge in una nota diffusa dal ministero della Difesa di Mosca. Secondo quanto riporta l’agenzia Tass a margine di una riunione del Consiglio di sicurezza russo, Putin ha dichiarato che la Russia lascerà di nuovo l’accordo se l’Ucraina dovesse violare la promessa di non utilizzare i corridoi per le esportazioni per scopi militari.

«Oggi abbiamo ottenuto un risultato diplomatico significativo per il nostro Paese e per il mondo intero: l’iniziativa per l’esportazione di grano continuerà a funzionare. Il ricatto russo non ha portato a nulla», commenta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che si intesta la vittoria e rivendica le garanzie di sicurezza richieste all’Ucraina come un segnale di sottomissione da parte di Mosca.

Ma secondo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, Kiev «non ha dato alcuna garanzia alla Russia», dal momento che l’Ucraina «non ha mai usato per scopi militari i corridoi umanitari». Questa narrazione, spiega Kuleba, «è per la Russia il solo modo per salvare la faccia», mentre l’accordo sarebbe in realtà il frutto di «un grande lavoro diplomatico dietro le quinte del Segretario generale delle Nazioni Unite e del presidente della Turchia».

A loro si rivolge l’Alto responsabile della politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, che in un tweet esprime la gratitudine dell’Ue e aggiunge: «Il cibo non dovrebbe mai essere usato come un’arma di guerra. L’esportazione di grano è fondamentale per affrontare la crisi alimentare globale esacerbata dalla Russia. Invito tutte le parti a rinnovare l’iniziativa».

Il 19 novembre, infatti, scadrà l’intesa raggiunta lo scorso 22 luglio a Istanbul con la mediazione delle Nazioni Unite e della Turchia, e il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov ha chiarito che prima di rinnovarlo «sarà necessario valutare l’efficacia dell’accordo». Possibile che a quel punto Mosca chiederà come condizione «la rimozione di ogni ostacolo all’esportazione di fertilizzanti e cereali russi», secondo le affermazioni fatte in queste ore dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov.

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