Diritti

La pace torna in piazza

Domani a Roma Europe for Peace, la grande manifestazione che raccoglie sigle, associazioni e Pd e 5 Stelle. A Milano è previsto un appuntamento organizzato da Azione
Credit: Regione Campania
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
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4 novembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Manifestazione per la pace in Ucraina atto secondo. O forse terzo, quarto. La verità è che dalla prima avvenuta a Roma lo scorso 13 ottobre si è perso un po’ il conto di tutte quelle svoltesi fino a oggi, ognuna con un organizzatore diverso e spesso idee divergenti sul concetto di pace e su come perseguirla.

Differenze che hanno portato di volta in volta i diversi partiti politici a presenziare o astenersi, in un clima di polemica perenne che sta precedendo anche l’appuntamento considerato idealmente il principale, o almeno quello dal quale ci si aspetta l’adesione più numerosa.

Sabato 5 novembre nella Capitale si svolgerà infatti Europe for peace, la manifestazione per la pace organizzata da Rete italiana pace e disarmo, che raccoglie molte sigle, associazioni e soggetti del terzo settore tra i quali Arci, Acli, Libera, Emergency, Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Fridays for future Italia e molte altre. «Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime e con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza», si legge nel comunicato ufficiale diffuso dagli organizzatoti.

Il ritrovo è previsto dalle 12:00 in Piazza della Repubblica, mentre la partenza del corteo che arriverà fino a piazza San Giovanni in Laterano alle 13:00.

Nel punto di arrivo verso le 15:00 inizieranno gli interventi dal palco. Rappresentanti delle organizzazioni promotrici e testimoni da tutto il mondo chiederanno che tacciano le armi, che si giunga a un immediato cessate il fuoco e che le Nazioni Unite si assumano le responsabilità del negoziato, convocando urgentemente una Conferenza internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati a eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, la transizione ecologica e il lavoro dignitoso.

Nel week-end del 21-23 ottobre altre piccole manifestazioni, organizzate sempre sotto il cappello di Europe for peace, si sono svolte a livello locale in più di 100 città italiane, radunando oltre 30.000 persone. Sulla scia di tale partecipazione, il numero di partecipanti atteso per l’evento nazionale è molto alto.

A livello politico, il primo a rendere nota la sua presenza è stato il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, sostenitore di un’idea di pace che passa dalla cessazione dell’invio di armi a Kiev, e anche per questo assente in ottobre davanti all’ambasciata ucraina, dove invece si era fatto vedere il Pd che, se inizialmente era rimasto vago sull’adesione al 5 novembre, ora tramite il deputato e responsabile nazionale Movimenti e Associazioni Marco Furfaro fa sapere che ci sarà. «Il mondo è in pericolo e la minaccia atomica incombe. La terribile guerra innescata da Putin sta portando il nostro Pianeta sull’orlo dell’abisso. - scrive in una lettera pubblica indirizzata a nome di tutto il partito agli organizzatori - Siamo al fianco del popolo ucraino, rinnoviamo la nostra solidarietà e vicinanza alla resistenza ucraina, che continueremo a sostenere, e adopereremo ogni nostro sforzo diplomatico, in linea con l’Unione Europea e i nostri alleati, per far cessare la guerra e costruire una pace che sancisca le ragioni delle vittime, dei profughi, di tutti coloro che hanno visto morire i propri cari in nome di una scellerata invasione».

Saranno del corteo anche Sinistra Italiana e Verdi, Articolo uno, Unione popolare e Rifondazione Comunista.

Assente il Terzo Polo, con Carlo Calenda critico fin da subito verso la linea degli organizzatori, che secondo il leader di di Azione auspicando il disarmo chiedono di fatto la resa dell’Ucraina alla Russia. Una posizione definita ignobile, che ha portato la formazione politica a organizzare una contro manifestazione che si svolgerà sempre nel pomeriggio di sabato 5 novembre ma a Milano, sotto l’Arco della Pace a partire dalle 16.00. Attese anche in questo caso tantissime persone ma non il sindaco Beppe Sala, che ha chiarito di volersi tenere fuori dalla disputa sulla pace.

Come per Europe for peace si parla infatti di un evento apartitico, con gli esponenti politici invitati a partecipare senza bandiere, ma è innegabile che il tema non possa essere neutro fino in fondo perché i modi reputati idonei per arrivare alla cessazione del conflitto sono diversi.

A dimostrarlo anche il fatto che Giorgia Meloni, pur avendo recentemente rassicurato Volodymyr Zelensky sul sostegno italiano, non sarà presente né a Roma né a Milano, almeno stando a ciò che è noto al momento. L’unica eccezione che sembra venire da destra è quella di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e oggi portavoce del comitato Fermare la guerra, che in un’intervista a La Stampa di alcune settimane fa ha confermato di aderire a Europe for peace, a titolo però personale.

Appuntamento in piazza dunque. Scegliete voi quale.

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