Culture

La storia di Jessica Wade, la biografa delle scienziate su Wikipedia

La fisica inglese dal 2016 ha curato oltre 1700 voci enciclopediche dedicate a studiose, che a dispetto del loro alto contributo scientifico, non hanno goduto di grande visibilità
PHOTO: COURTESY JESS WADE
PHOTO: COURTESY JESS WADE
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
25 ottobre 2022 Aggiornato alle 16:00

Nonostante in Europa la popolazione femminile risulti addirittura più incline a intraprendere gli studi universitari, la rappresentazione di genere nei diversi percorsi non è omogenea e precipita vertiginosamente nelle cosiddette materie STEM (acronimo inglese di science, technology, engineering, and mathematics).

Jessica Wade, 33 anni, una laurea in fisica e un assegno di ricerca all’Imperial College di Londra, lo sa bene e ha deciso di affrontare la spinosa questione a modo suo. Dal 2016 scrive le biografie di scienziate su Wikipedia, che le sono valse 3 anni dopo, nel 2019, una delle più alte onorificenze del Regno Unito: la medaglia dell’Impero britannico, per il suo impegno nel contrastare gli stereotipi di genere nel mondo scientifico.

Sull’enciclopedia online usa il nickname “Jessicawade88” e afferma di desiderare che «la comunità scientifica diventi più rappresentativa della società nel suo complesso». Un approccio dal basso, in linea con la policy di Wikipedia. «La uso per caricare biografie di donne, di appartenenti a minoranze etniche e scienziati Lgbt+ che stanno contribuendo o hanno contribuito enormemente alla scienza ma non hanno avuto l’attenzione che meritano».

Basta qualche click per rendersi conto dell’enorme lavoro compiuto da Wade sul portale: la prima voce inserita, quella sulla climatologa Kim Cobb, risale all’11 ottobre 2016, appena mezz’ora dopo la sua iscrizione sul sito. Da allora non solo si è dedicata alla stesura di innumerevolii pagine, ma anche arricchito i contenuti degli altri utenti del portale di link, richiami, citazioni e fonti per aumentare la visibilità delle voci dedicate ai nomi delle scienziate.

Ad ispirarla il libro Inferior: The True Power of Women and the Science that shows it, di Angela Saini, che ripercorre nei secoli la marginalizzazione delle donne nella comunità scientifica. L’idea alla base della sua iniziativa è che gli stereotipi impattino fortemente sulla mentalità delle bambine e delle ragazze: dare maggiore spazio a modelli di comportamento già esistenti, ma poco valorizzati, può essere la strada giusta.

A dispetto del successo riscosso dalle sue biografie e degli oltre 55.000 followers accumulati su Twitter, Wade ha incontrato anche molto resistenze nella community di Wikipedia. Almeno 15 voci sono state eliminate perché secondo alcune segnalazioni non avrebbero rispetto i criteri di rilevanza enciclopedica. Tra queste, quella su Clarice Phelps, chimica nucleare americana e prima donna nera ad aver preso parte alla scoperta di un nuovo elemento chimico, poi per fortuna recuperata da Jessica Wade.

Negli anni la biografa delle scienziate, che ha ricevuto anche i complimenti di Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia per il suo contributo all’enciclopedia online, ha collaudato un metodo ben preciso per trovare nuovi profili da inserire.

Ogni mattina, dopo il caffè, si mette alla ricerca su Twitter di una personalità che abbia vinto un premio, un’importante borsa di ricerca o che abbia pubblicato un articolo con una certa risonanza: verifica poi che il profilo soddisfi i criteri di Wikipedia, dopodiché inizia la fase di ricerca e scrittura.

Una routine che nel tempo si è arricchita di molte altre attività, come conferenze sul tema della parità di genere nelle STEM, seminari di formazione su Wikipedia e laboratori con associazioni che si occupano di inclusività.

Nel 2021, è sbarcata in libreria con Nano: The Spectacular Science of the Very (Very) Small, un libro di divulgazione scientifica per i più piccoli.

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