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Chi era Herman Daly, padre dell’economia ecologica?

Scomparso all’età di 84 anni, fu il primo a teorizzare la necessità di unire sviluppo e sostenibilità
Credit: Dal video YouTube "Prof Herman Daly - Redefine Growth and Scarcity"
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
2 novembre 2022 Aggiornato alle 13:15

Molto probabilmente il nome Herman Daly non dirà molto ai più ma la sua figura è stata fondamentale per la nascita di quella che oggi è nota come economia ecologica. Classe 1938, è stato infatti uno dei primi economisti a teorizzare la necessità di mettere in relazione sviluppo e sostenibilità e a distinguere tra fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili.

Nel 1977, quando le discussioni in merito al cambiamento climatico erano ancora agli albori e a occuparsene era una nicchia piccolissima di esperti, pubblicò Steady State Economy, un libro che introdusse il concetto di economia di stato stazionario, una condizione in cui la crescita economica, della produzione di beni e dei consumi dovrebbero essere pari a zero, e la popolazione e il tasso di occupazione costanti, così da evitare fratture sociali e impoverimento del Pianeta dal punto di vista delle risorse, già all’epoca sovra sfruttate.

Secondo l’economista statunitense il modello di crescita adottato dalla maggior parte dei Paesi occidentali avrebbe portato verso conseguenze estremamente negative, a causa dell’accumulo del debito ecologico dovuto allo sfruttamento incontrollato del capitale naturale. Una visione più che mai profetica vista la condizione nella quale versa attualmente il Pianeta.

Parlando chiaramente dell’esistenza di un conflitto tra la crescita economica e la protezione dell’ambiente, arrivò a ricoprire il ruolo di associate director dell’Istituto per l’economia ecologica (Eie). È stato inoltre professore emerito alla School of public affairs della University of Maryland, co-fondatore e associate editor della rivista Ecological economics e senior economist del dipartimento Ambiente della Banca mondiale, dove ha contribuito a sviluppare le linee guida dello sviluppo sostenibile, possibile solo se l’utilizzo delle risorse rinnovabili non superi il loro tasso di rigenerazione e l’immissione di sostanze inquinanti e scorie nell’ambiente non sia più alto della capacità di carico dell’ambiente stesso.

Nel 1996 gli è stato conferito il Right Livelihood Award per aver «definito un percorso di economia ecologica che integra gli elementi chiave dell’etica, della qualità della vita, dell’ambiente e della comunità».

In una delle sue ultime interviste, infine, Herman Daly ha individuato nella limitazione del consumo di energia a partire dai combustibili fossili l’unica ricetta per ridurre l’inquinamento e lo sfruttamento del suolo. Un obiettivo raggiungibile con un sistema per lo scambio delle quote di emissione, una carbon tax sull’estrazione dei combustibili fossili e tasse sulle attività più inquinanti.

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