Diritti

Stragi nella calca, come scongiurarle?

I festeggiamenti di Halloween a Seoul, la Love Parade di Duisburg. La gestione di situazioni di questo genere è in ogni manuale sull’ordine pubblico, ma ci sono anche decine di suggerimenti per chi vi partecipa
Credit: EPA/JEON HEON-KYUN
Tempo di lettura 3 min lettura
1 novembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Oltre cento anni fa Gustave Le Bon, antropologo e sociologo teorizzava in Psicologia delle folle, il suo lavoro più importante e celebrato, che il comportamento dell’uomo cambiasse radicalmente a seconda della sua partecipazione o meno a un ampio gruppo di suoi simili: «Individualmente, potrebbe essere un uomo civilizzato; nella folla diviene “barbaro” in preda all’istinto».

Per quanto le teorie di Le Bon siano state discusse e discutibili, per quanto siano state amate e sfruttate dai dittatori del ventesimo secolo, è difficile non ripensare a queste parole nel vedere le immagini drammatiche di Seoul delle scorse ore, con quelle decine di corpi schiacciati in una fuga senza controllo da una situazione senza senso, in una serata che doveva essere di festa.

È ovvio che la mente corra a episodi simili: la più grande tragedia recente di questo genere, quel pellegrinaggio alla Mecca che nel 2015 si concluse con oltre 700 vittime, ma soprattutto, per restare vicino a noi, la Love Parade di Duisburg del 2010, dove una pessima gestione delle vie d’accesso da parte degli organizzatori e delle forze dell’ordine portò alla morte di 21 persone, tra le quali l’italiana Giulia Minola.

Chiunque si sia trovato in una situazione potenzialmente pericolosa come un concerto mal organizzato, una piazza molto affollata o un evento di massa di qualsiasi altro tipo sa come ci si sente quando qualcuno si muove male o inizia a spingere: la paura si diffonde rapidamente, può trasformarsi facilmente in panico e il rischio che tutto degeneri è sempre a un passo.

Del caso di Seoul colpisce il fatto che non sia avvenuto in occasione di un grande evento, ma in un quartiere della capitale sudcoreana in una normale serata di festa, come se succedesse intorno a Campo de’ Fiori a Roma o nella zona dei Navigli a Milano.

Le forze dell’ordine - ha riferito il Governo - erano impegnate in un’altra area. Ma sarebbero riuscite a fare qualcosa? Avrebbero dovuto limitare gli accessi non a un palazzetto, uno stadio o un’area chiusa, ma a un intero quartiere?

Difficile pensarlo. Così come è difficile non pensare al fatto che era una delle prime serate senza le restrizioni dovute al Covid: la voglia di esserci, di respirare la libertà dopo due anni di restrizioni ha sicuramente fatto sì che il numero di persone presenti crescesse in maniera smisurata.

La gestione di situazioni di questo genere è in ogni manuale sull’ordine pubblico, ma ci sono anche decine di suggerimenti per chi vi partecipa: mantenere la calma, dove spostarsi in caso di difficoltà, come respirare quando la situazione dovesse peggiorare (spoiler: profondamente, tenendo i gomiti lievemente sollevati a protezione del torace), come individuare le vie di fuga. Tutte regole che tutti dovrebbero far proprie perché casi come quello di Seoul o di Duisburg non si ripetano più.

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