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Come funziona la Flat Tax?

Il piano del nuovo Governo è di adottare un’aliquota fissa per tutti i lavoratori con partita Iva, senza distinzioni di fasce di reddito. Ma quali sarebbero i pro e i contro?
Credit: StellrWeb/unsplash
Tempo di lettura 4 min lettura
4 novembre 2022 Aggiornato alle 18:00

La Flat Tax è stata al centro della campagna elettorale 2022, in particolar modo nel centrodestra. È un argomento di cui periodicamente si torna a parlare. Ma cos’è esattamente?

Ad oggi, il sistema fiscale italiano è un sistema progressivo, basato sugli scaglioni di reddito Irpef, secondo i quali ogni cittadino paga le imposte in base alla propria fascia di reddito. Gli scaglioni con le relative quote Irpef sono: 23% per i redditi fino a 15.000 €, 25% per i redditi fino a 28.000 €, 35% per i redditi fino a 50.000 €, 43% per i redditi superiori a 50.000 €.

Facciamo un esempio pratico. Oggi un lavoratore con un guadagno annuale di 20.000 € rientra nei primi due scaglioni di reddito, per cui sui 15.000€ pagherà il 23% di aliquota, mentre sui restanti 5.000 € pagherà il 25% di imposte. Allo stesso modo, chi ha un guadagno annuo superiore a 50.000€ vede applicarsi tutte le aliquote in questo modo: sui “primi” 15.000 € il 23% di imposte, sull’eccedenza fino a 28.000 € pagherà il 25%, sull’eccedenza fino a 50.000 € pagherà il 35% e sulla restante parte pagherà il 43%.

La Flat Tax si contrappone a tale sistema progressivo ponendo i due soggetti allo stesso livello dal punto di vista fiscale, tassandoli con la stessa aliquota, consistente in una percentuale fissa e uguale di imposta, indipendentemente dal guadagno del singolo ed eliminando, così, la suddivisione per fasce di reddito. Il significato letterale, “tassa piatta”, infatti, sta a indicare l’appiattimento, quindi il venire meno, della progressività dell’imposta presente nel sistema fiscale.

I piani del nuovo Governo

I maggiori sostenitori della Flat Tax durante la campagna elettorale 2022 sono stati principalmente gli esponenti di centrodestra: Forza Italia ha proposto l’introduzione di un’aliquota unica al 23%, tralasciando la progressività, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno abbracciato l’ipotesi di una tassazione incrementale. La Lega ha rilanciato una vecchia proposta che consta su tre pilastri di attuazione: la prima riguarda l’estensione per i lavoratori autonomi del compenso da 65.000 € a 100.000 €, la seconda le aliquote crescenti di un punto ogni 1.000 € e la terza nella quale si andrebbe a regime. FdI ha condiviso l’ipotesi dell’estensione del compenso agli autonomi, prevedendo una riduzione graduale del numero delle aliquote e una tassazione progressiva al 15% sugli aumenti di reddito, mentre per i lavoratori dipendenti l’aliquota ridotta si applicherebbe solo agli aumenti contrattuali.

Quali sono le proposte del nuovo Governo? In primis, ampliare la platea dei beneficiari. Attualmente, si può applicare alle partite Iva (circa 4.873.000 unità nel 2021, secondo l’Ufficio Studi della Cgia che ha elaborato i dati Istat) che fatturano meno di 65.000 Euro all’anno. Nelle dichiarazioni del governo, si prevede di alzare la soglia a 100.000 Euro all’anno.

Accanto a questa misura, si annuncia anche la cosiddetta Flat Tax incrementale. Sarebbe un’aliquota del 15% che si applicherebbe soltanto agli incrementi di reddito. Ovvero, potrebbero beneficiarne coloro che, nel costo dell’ultimo anno, abbiano registrato un reddito annuale più alto rispetto al massimo raggiunto nei tre anni precedenti. L’aliquota flat al 15% si applicherebbe soltanto sull’incremento di reddito rilevato.

Pro e contro

La Flat Tax è una misura che viene utilizzata in diversi Paesi ma sempre meno, come certificato dal Fondo Monetario Internazionale. Quindi, perché l’Italia vorrebbe introdurla?

Tra i possibili vantaggi, la riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese e la semplificazione del sistema fiscale. La Flat Tax può rappresentare, inoltre, uno strumento utile alla lotta all’evasione e un rallentamento al ricorso ai paradisi fiscali, con un impatto positivo per le casse dello Stato.

Tra i contro più significativi, la mancanza di equità. La maggior parte dei Paesi avanzati utilizza un sistema di aliquote progressive, dove chi guadagna di più paga più tasse, mentre chi guadagna di meno paga meno tasse. In Economia, la tassazione progressiva è sempre preferibile, anche perché applicare la medesima aliquota a tutte le persone allo stesso modo significherebbe colpire soprattutto le fasce più povere della popolazione, avvantaggiando i soggetti con reddito più alto.

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