Economia

Cosa c’è da sapere circa il tetto al contante?

Il governo Meloni vuole alzare la soglia a 10.000 euro rispetto agli attuali 2.000, ma le opposizioni temono ritorsioni sull’evasione fiscale. Facciamo il punto, anche su come funzionano le cose in Ue
Credit: Karolina Grabowska/pexel
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
27 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

Ieri il leader della Lega Matteo Salvini, in qualità di vicepremier del nuovo governo di centrodestra - che lo stesso giorno ha ottenuto la fiducia al Senato - ha depositato una proposta di legge che prevede l’innalzamento della soglia per l’utilizzo del contante a 10.000 euro rispetto ai 2.000 attuali.

Una «proposta di buonsenso – l’ha definita il segretario del Carroccio – in linea col programma del centrodestra e con altri Paesi europei: meno burocrazia, più libertà». Dura la reazione delle opposizioni, convinte che la misura possa agevolare in modo ulteriore l’evasione fiscale che il governo Meloni ha dichiarato di voler combattere.

Cosa dice l’opposizione?

«È una proposta che non condividiamo in alcun modo, è in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa», ha dichiarato Antonio Misiani, responsabile Economia e Finanze del Pd.

«Uno studio di Bankitalia certifica che alzare il tetto del contante aiuta l’evasione fiscale. Ci opporremo fortemente a questa misura», ha commentato su Facebook il leader del M5S Giuseppe Conte, che in un’intervista alla Stampa ha ribadito: «Senza svantaggiare chi usa il contante dobbiamo alimentare l’uso della moneta elettronica, incentivando l’economia in chiaro e disincentivando quella in nero».

Arriva la replica

La maggioranza però respinge le critiche. «L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di FdI – ha commentato Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d’Italia – lo faremo già nella prima legge di Bilancio. Non ha nessun collegamento con la lotta all’evasione».

Meloni, dal canto suo, rispedisce le accuse al mittente citando direttamente le parole pronunciate nel 2015 dall’allora ministro dell’Economia del governo Renzi, Pier Carlo Padoan: «Non c’è correlazione tra intensità del limite del contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione fiscale è bassissima».

Nelle puntate precedenti

Non è la prima volta che un esecutivo interviene per modificare la soglia relativa al tetto del contante. Si è partiti da 5.000 euro nel 2007 per passare a 12.500 nel 2008 e ancora 5.000 nel 2010. Nel 2011 il decreto Salva Italia del governo Monti stabilì il limite di 1.000 euro, che nel 2016 venne alzato a 3.000 euro dalla legge di Stabilità targata Renzi salvo tornare a 1.000 euro a gennaio 2022, termine che però è slittato a gennaio 2023 in seguito a una modifica inserita nel decreto Milleproroghe.

Come funziona nel resto d’Europa?

Secondo i dati forniti dell’European Consumer Centres Network, inaugurato nel 2005 dalla Commissione europea e dagli Stati membri per fornire assistenza ai consumatori, sui 27 Paesi attualmente parte dell’Unione europea, 10 non prevedono alcun tetto all’utilizzo del contante.

Sono: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi. In Germania, però, chi paga più di 10.000 euro in contanti deve esibire un documento d’identità, mentre nei Paesi Bassi c’è l’obbligo di segnalare le transazioni sospette di importo superiore ai 2.000 euro.

Nel resto dei Paesi europei il limite varia dalla soglia minima di 500 euro vigente in Grecia fino ai 15.000 euro della Croazia. In molti Paesi esistono soglie diversificate per residenti e non residenti o in base al tipo di transazione o creditore.

E in Italia?

Nel 2020 un documento del Centre for Studies in Economics and Finance (Csef) dell’Università degli studi di Napoli Federico II spiegava che la riduzione della soglia a 1.000 euro del 2011 si era rivelata «efficace nel ridurre la circolazione del contante e aumentare le entrate fiscali».

Ma la stessa relazione precisava che si trattava di un guadagno marginale «probabilmente a causa della diffusa evasione su transazioni di piccolo importo», e che per quella specifica soglia avrebbe comportato svantaggi in termini di «perdita di privacy, un onere eccessivo sulle persone che non hanno familiarità con le tecnologie di pagamento senza contanti, come gli anziani, un aumento del costo dei servizi bancari e forse anche una riduzione della domanda».

Meloni ha poi ricordato come sulla questione si sia espressa in modo analogo anche la Banca Centrale Europea (Bce), che in una lettera del 13 dicembre 2019 sottolineava come «la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento».

Nello stesso documento, la Bce invitata l’Italia a «dimostrare che le limitazioni ai pagamenti in contanti proposte, che incidono sul corso legale delle banconote in euro, siano efficaci ai fini del conseguimento delle finalità pubbliche legittimamente perseguite attraverso tali limitazioni».

Occorre tuttavia notare come l’evidenza, ricordata da Meloni sulla scorta di Padoan, che esistano Paesi senza tetto con evasione fiscale molto bassa, è in realtà un falso sillogismo: se l’assenza di una soglia non garantisce di per sé le entrate del fisco, è altresì vero che il tetto, anche basso, può accompagnarsi ad alti livelli di economia sommersa, com’è appunto il caso dell’Italia.

Lo stesso Padoan, inoltre, avrebbe in seguito ritrattato la sua scelta di alzare il tetto al contante. «Fu un errore, io ero contrario: posso dirlo adesso dopo un po’ di tempo», dichiarò nel 2019 l’attuale presidente di Unicredit durante un intervento televisivo alla trasmissione Agorà su Rai3.

Secondo uno studio pubblicato nel 2021 dalla Banca d’Italia, dal titolo Pecunia olet: uso del contante ed economia sommersa, un aumento delle transazioni in contanti dell’1% corrisponde a un aumento del valore sommerso compreso tra lo 0,8% e l’18%.

«Sebbene siamo consapevoli di alcune limitazioni che influiscono sulla nostra analisi, in particolare la difficoltà di controllare tutti i fattori che possono influenzare la propensione all’evasione fiscale – scrivono i ricercatori di Bankitalia – questa evidenza indica che limiti più severi nell’uso di contanti sono uno strumento efficace per contrastare l’evasione fiscale».

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