Ambiente

Iea: presto la domanda di combustibili fossili calerà

E a quel punto, sarà necessario spingere sulle rinnovabili. A dirlo, il World Energy Outlook 2022 dell’International Energy Agency
Credit: Envato
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29 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

Il futuro energetico e climatico del mondo è a un punto di svolta. Questo perché la domanda globale di combustibili fossili sta ormai raggiungendo il suo picco e, poi, è destinata a calare. Ad affermarlo, il rapporto World Energy Outlook 2022 dell’International Energy Agency (Iea).

Secondo la Iea, dalla crisi energetica attuale - causata dalle tensioni internazionali e in particolare dall’invasione della Russia in Ucraina - è necessario trarre un’opportunità per smarcarci concretamente dalle fonti fossili a favore delle rinnovabili. Il vero picco di molti dei principali combustibili fossili verrà raggiunto in pochi anni, così come quello delle emissioni legate all’energia sarà toccato nel 2025. Poi, se davvero spingeremo per una transizione energetica basata sulle rinnovabili, eolico e solare ci trascineranno verso un nuovo mondo dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico e dell’impronta ecologica.

Il fossile, ricorda il report, ha contribuito all’aumento dell’inflazione e dell’insicurezza alimentare nel mondo: presto, però, la domanda di carbone comincerà a scendere, quella di gas raggiungerà un livello fisso alla fine degli anni ‘20 e quella di petrolio scenderà dalla metà degli anni ‘30, trainata dall’avvento delle vetture elettriche. In totale la domanda complessiva di combustibili fossili, sempre secondo il rapporto, “calerà costantemente dalla metà degli anni ‘20 al 2050, con una media annuale grosso modo equivalente alla produzione di un grande giacimento petrolifero durante tutta la sua vita”.

Il problema, però, è che stiamo implementando ancora troppo poco le energie pulite: servono ulteriori investimenti, sforzi che già oggi dimostrano come nella maggior parte delle regioni quote più elevate di energie rinnovabili portano a prezzi più bassi. Per riuscire a centrare lo scenario Net Zero entro il 2050, gli investimenti in energia pulita dovranno dunque “più che triplicare, passando dagli attuali 1.300 miliardi di dollari a circa 4.000 miliardi di dollari entro il 2030” dice il report.

Allo stesso tempo cruciale sarà la necessità di smarcarsi dalla dipendenza del gas naturale (come quello russo) puntando su energie rinnovabili e sulla diffusione delle pompe di calore e altre misure di efficienza considerate “pulite”.

Nel frattempo, dovendo comunque far fronte alla necessità di usare ancora fonti fossili per colmare le lacune come per esempio quelle legate alla Russia, dovremo basarci sulla produzione esistente altrove e i sostituti più adatti a breve termine sono “i progetti esistenti” (e dunque non nuove autorizzazioni) e la necessità di recuperare 260 miliardi di metri cubi di gas che vengono sprecati ogni anno attraverso il flaring e le perdite di metano.

Per i consumatori di gas il prossimo inverno nell’emisfero settentrionale promette comunque “di essere un momento pericoloso e un periodo di prova per la solidarietà dell’Ue, e l’inverno 2023-24 potrebbe essere ancora più duro. Ma a lungo termine, uno degli effetti delle recenti azioni della Russia è che l’era della rapida crescita della domanda di gas volge al termine” si legge nel report.

“I mercati e le politiche dell’energia sono cambiati a seguito dell’invasione russa in Ucraina, non solo per il momento, ma per i decenni a venire. Anche con le impostazioni politiche odierne, il mondo dell’energia sta cambiando radicalmente davanti ai nostri occhi. Le risposte dei governi in tutto il mondo promettono di fare di questo un punto di svolta storico e definitivo verso un sistema energetico più pulito, più conveniente e più sicuro” ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea.

L’attuale crisi “ha alimentato pressioni inflazionistiche e ha creato un incombente rischio di recessione, oltre a un enorme guadagno inaspettato di 2.000 miliardi di dollari per i produttori di combustibili fossili” e ha mostrato, ricorda il rapporto, “tutta la fragilità della dipendenza dal fossile”.

Di conseguenza è giunta l’era di spingere sull’acceleratore delle rinnovabili: “I tassi di crescita odierni per l’implementazione di solare fotovoltaico, eolico, veicoli elettrici e batterie, se mantenuti, porterebbero a una trasformazione molto più rapida di quanto previsto nello scenario delle politiche dichiarate. Le catene di approvvigionamento per alcune tecnologie chiave, tra cui batterie, solare fotovoltaico ed elettrolizzatori, si stanno espandendo a tassi che supportano una maggiore ambizione globale. Se tutti i piani di espansione della produzione annunciati per il solare fotovoltaico vedessero la luce, nel 2030 la capacità di produzione supererebbe i livelli di implementazione di circa il 75%”, spiega l’Iea.

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