Economia

Energia, extraprofitti: tassati anche i Comuni

Entro fine mese gli enti locali dovranno versare allo Stato parte dei proventi generati dagli impianti rinnovabili di proprietà dell’amministrazione. Ma secondo l’Anci 1.200 hanno i bilanci a rischio
Credit: Justin Lim/unsplash
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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27 ottobre 2022 Aggiornato alle 15:00

Ad essere colpiti dalla tassazione sugli extraprofitti non sono solo le società energetiche per le quali è stata pensata la legge volta a tutelare il mercato contro il caro energia: nel caso di impianti comunali, la legge sta avendo ricadute anche sugli enti locali.

I Comuni stanno infatti ricevendo dal Gestore dei servizi energetici (Gse) fatture con scadenza al 31 ottobre per il pagamento delle somme dovute in seguito dell’applicazione retroattiva del meccanismo di “compensazione a due vie” sul prezzo dell’energia elettrica, come previsto dal dl Sostegni ter.

L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha stimato che la restituzione degli extraprofitti generati da impianti rinnovabili in “conto energia” impatta su un totale di circa 1.200 Comuni di varie dimensioni.

Si tratta, spiega l’Anci, di somme con cui i Comuni finanziano parte dei servizi erogati alla comunità locale. Per questo, sostiene l’Associazione, “l’applicazione della norma porterà la maggior parte degli enti in squilibrio finanziario”.

«I proventi dei Comuni, proprietari degli impianti, non sono in alcun modo assimilabili alla nozione di “extraprofitto”», sostiene Veronica Nicotra, Segretario generale dell’Anci, in una lettera inviata dalla stessa Associazione ad Arera e Gse.

«Non si tratta di ricavi o profitti di natura privatistica, ma di entrate o proventi di natura pubblicistica - spiega Nicotra, ovvero - proventi destinati alla collettività e all’erogazione dei servizi ai cittadini e non all’utile o profitto privato».

Se la tassazione sugli extraprofitti serve a contrastare il caro bollette, sostiene Anci, «allora l’azione del Governo non può non distinguere il soggetto pubblico e l’impatto che tali risorse, in questo caso impropriamente definiti profitti, hanno sul funzionamento della comunità locale e l’interesse collettivo».

Non è la prima volta che la questione viene sollevata. Dopo aver ottenuto una prima proroga per la restituzione delle somme relative agli extraprofitti da rinnovabili con una norma nel decreto Aiuti bis, l’Anci aveva sollecitato la non applicabilità ai Comuni con una lettera datata 1° agosto.

Nel documento veniva spiegato come «per le amministrazioni locali l’applicazione di una compensazione ha importanti ripercussioni sul bilancio dei Comuni, già duramente provati dal caro energia, generando in molti casi un elevato rischio di default».

In pratica lo Stato tassa gli enti locali per gli extraprofitti generati dal caro energia contro il quale lo stesso Stato si impegna a sostenere i Comuni. Così il comune di Rolo, circa 4.000 abitanti in provincia di Reggio Emilia, si è visto recapitare un avviso di pagamento da 188.000 euro da versare in un’unica rata entro fine mese.

«Molti enti, ma soprattutto molte aziende, si troveranno ulteriormente in difficoltà nel dover dar seguito a questi pagamenti forzati, anche solo per carenza di liquidità, non potendo dilazionare o rateizzare il pagamento», scrive su Facebook il sindaco della cittadina nella Bassa reggiana Luca Nasi.

Una situazione che Nicotra non esita a definire «paradossale». Per questo, conclude la nota dell’Anci, «riteniamo che vada trovata una soluzione che chiarisca in via interpretativa o normativa l’esclusione dall’applicazione della norma dei Comuni».

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