Ambiente

La green economy italiana continua a crescere

Il rapporto Greenitaly2022 di Fondazione Symbola e Unioncamere traccia il quadro della situazione della Penisola per una “economia a misura d’uomo contro la crisi”. 531.000 le aziende eco-investitrici negli ultimi 5 anni
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28 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

C’è un’Italia che guarda alla transizione ecologica ed energetica anche come sistema per uscire dalla crisi, per una rinascita economica.

Uno Stivale che crede in una economia circolare e a misura d’uomo, nelle fonti rinnovabili per la futura energia, nei lavori verdi come rilancio dell’occupazione.

Questa Italia c’è, ma deve essere sostenuta su più fronti.

A raccontare i dettagli e i numeri di questa Italia è il tredicesimo Rapporto Greenitaly di Fondazione Symbola e Unioncamere.

Il report sottolinea come negli ultimi anni, nonostante la pandemia, la green economy italiana sia in crescita: si parla di 531.000 imprese italiane nel green negli ultimi cinque anni (dal 2017 al 2021).

«Nell’anno di ripresa post-pandemia, nel 2021, è cresciuta la quota di imprese eco-investitrici, rilanciando il processo di transizione verde del Paese. Si è passati, infatti, da una quota del 21,4% del 2020, anno in cui gli investimenti green avevano comunque tenuto, a una del 24,3%», ricordano i relatori.

Rispetto alle rilevazioni precedenti relative agli investimenti sulla sostenibilità, ovvero quelle del periodo 2014-2018, c’è stato addirittura un aumento del 51%.

Ad oggi - riporta l’analisi - in Italia si contano quasi 3,1 milioni di lavori verdi: il 13,7% degli occupati e il nostro Paese sta dando l’esempio in termini di circolarità e rifiuti.

Come raccolta rifiuti urbani e speciali siamo infatti arrivati all’83,4%, quasi trenta punti percentuali in più rispetto alla media europea.

Se invece osserviamo il nostro impegno nel tentare di smarcarci dalla dipendenza delle fonti fossili, a livello di energia stiamo crescendo: il 36% dei consumi elettrici italiani è infatti soddisfatto da fonti rinnovabili (circa 113,8 Twh).

Avendo tra le più alte risorse in Europa del Recovery Plan, secondo il report è fondamentale che l’Italia diventi sempre più protagonista in questa transizione verde nel tentativo di affrontare la crisi climatica ed energetica.

Per Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola questa Italia «può essere protagonista con l’Europa alla COP27 in Egitto: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società e coinvolge già oggi 2 imprese manifatturiere su 5. Accelerare sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica per sostituire i combustibili fossili oltre a contrastare la crisi climatica ci rende più liberi e aiuta la pace. Esiste già oggi un’Italia che fa l’Italia pronta alla sfida della crisi climatica: nel rapporto GreenItaly 2022 si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo, a esempio, una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation Ue e al Pnrr. Spesso la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento».

«Da anni - aggiunge Andrea Prete, presidente Unioncamere - il nostro mondo produttivo dimostra un’attenzione specifica ai temi della sostenibilità ambientale, e oggi, anche in ragione dell’emergenza energetica, guarda con interesse alle potenzialità delle rinnovabili. Ma, purtroppo, i tempi autorizzativi stanno rallentando l’installazione di impianti per la produzione di questo tipo di energia. Basti pensare che nel 2021 è stata installata solo una potenza pari a 1.351 MW, un dato molto lontano dal target definito dal Governo pari a 70.000 MW da installare entro il 2030».

Seppur ancora in ritardo rispetto agli obiettivi di neutralità climatica previsti per il 2030, nel primo semestre 2022 l’Italia ha già connesso oltre 1 GW di potenza fotovoltaica, entrando tra i 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno. Un segnale di speranza verso il famoso obiettivo dei 70 GW al 2030.

Segnali positivi arrivano anche dai green job, determinati per la transizione: 1.017.000 nel Nord-Ovest (32,9% del totale green nazionale), circa 700.000 nel Nord-Est (23,9%), 688.000 nel Mezzogiorno (22,2%) e 649.000 mila al Centro (21%).

Come detto, i dati più luminosi dell’impegno “verde” italiano arrivano soprattutto dall’economia circolare e il riciclo dei rifiuti (urbani e speciali).

Con il nostro 83,4% risultiamo ben sopra a Germania (70%), Francia (64,5%) e Spagna (65,3%).

Dove brilliamo davvero è il comparto cartario: l’Italia è seconda in Europa per il riciclo carta, un primato importante che però rischia di essere messo in difficoltà dalla crisi energetica e l’aumento dei costi dato che “dopo il boom post pandemia e la ripresa del settore il comparto del riciclo meccanico della carta adesso soffre le conseguenze degli aumenti dell’energia, con il crollo dei prezzi della carta riciclata e una flessione che, nel solo mese di settembre, ha toccato il - 69%”, si legge nel rapporto annuale Unirima 2022 (Unione nazionale imprese recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali) presentato durante il Greenitaly.

Se si osservano gli altri settori, il report sottolinea poi come “nella filiera agroalimentare l’Italia ha diminuito le vendite di prodotti fitosanitari del 19%, ed è leader nel biologico europeo, con un’incidenza sulla superficie agricola utilizzata del 17,4% (2021)”.

Cresce la sostenibilità anche nell’edilizia: gli incentivi fiscali e bonus statali hanno fatto registrare una crescita degli investimenti (+25%) e grazie al Superbonus si stima “un impatto positivo sull’ambiente di valore pari a 979.000 tonnellate di CO2 risparmiata a cantieri conclusi e un risparmio medio annuo in bolletta di 500 euro per ogni beneficiario e di 15,3 miliardi di euro totali”.

Più in difficoltà invece il settore della meccanica, oggi legato alla carenza di approvvigionamento di materie prime di cui siamo dipendenti, così come in forte stress c’è “il mondo delle acciaierie” che però oggi guarda al fotovoltaico e l’elettrificazione come soluzioni verdi per il futuro. Anche in tema trasporti indicazioni positive arrivano dal settore della produzione di auto elettriche e ibride che ha superato il 40% della produzione complessiva nazionale nel 2021, “un balzo significativo da quel 0,1% del 2019”.

Infine, un ordine di grandezza per comprendere come l’Italia sta puntando sull’innovazione ecologica arriva dalla classifica Eco-Innovation Index che analizza i percorsi, attraverso una serie di punteggi, dei vari Stati membri. L’Italia con 124 punti si piazza nel gruppo intermedio. Al primo posto ci sono Lussemburgo (171 punti) e Finlandia (157 punti) mentre tra i peggiori Polonia (63 punti) e Bulgaria (50 punti).

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