Economia

Agenda Melonomics: ecco i primi indimenticabili appuntamenti

La nuova legge di bilancio da approvare entro fine anno e i provvedimenti urgenti contro il caro-bollette, ma anche il taglio del cuneo fiscale, la flat tax e le pensioni. Inizia il conto alla rovescia
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
26 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

Arginare il caro energia, rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese, completare gli obiettivi necessari all’erogazione dei fondi del Pnrr, sostituire il reddito di cittadinanza con politiche concrete di accompagnamento al lavoro.

E ancora: archiviare la «logica dei bonus» a favore di investimenti a medio termine, trasformare l’economia del mare in un asset strategico «in particolare per lo sviluppo del Meridione», rilanciare il marchio Italia puntando sul vantaggio competitivo di settori come «moda, lusso, design, fino all’alta tecnologia».

Nel discorso alla Camera con cui ha chiesto la fiducia al Parlamento, la premier Giorgia Meloni ha delineato per punti tutte le sfide in campo economico che il nuovo esecutivo dovrà affrontare nei prossimi mesi. A partire dalla legge di bilancio sul tavolo del neoeletto ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti da approvare entro il 31 dicembre.

Secondo l’analisi di Dino Pesole sul Sole 24 Ore, la manovra dovrebbe pesare almeno 30 miliardi, e il suo primo obiettivo è quello di contrastare l’inflazione, che a settembre, secondo i dati Istat, ha raggiunto un aumento dello 0,3% su base mensile e dell’8,9% su base annua.

Per questo, secondo Meloni, «è indispensabile intervenire con misure volte a crescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit, dal potenziamento del welfare aziendale, riuscendo ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%».

Ma la questione più urgente riguarda il caro bollette. Il 18 novembre, infatti, scadrà lo sconto di 30,5 centesimi sulle accise di benzina e diesel, mentre entro il 30 dello stesso mese dovranno essere rinnovati i crediti di imposta fino al 40% alle imprese e il bonus sociale per le famiglie meno abbienti.

La proroga di queste misure, che potrebbero essere inserite come emendamento al decreto Aiuti-ter in esame alla Camera a partire dal 7 novembre, ammonterebbe a circa 5 miliardi di spesa, e potrebbero spingere Meloni a voler utilizzare il tesoretto di 10 miliardi lasciato in dote da Mario Draghi.

Al momento il bonus sociale arriva direttamente in bolletta ed è vincolato alla presentazione dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) con tetto a 12.000 euro, cifra che sale a 20.000 euro nel caso di famiglie con almeno 4 figli a carico.

Come ha sottolineato Confindustria si tratta di risorse in parte ancora inutilizzate. Per questo l’ipotesi al vaglio dell’ex ministro dello Sviluppo economico è quello di sganciarlo dall’Isee in modo da eliminare la necessità di presentare la richiesta e garantire così che a usufruirne sia l’intera platea dei potenziali beneficiari.

Allo studio anche una moratoria di 6 mesi per chi non ha pagato le bollette, accompagnata dal monitoraggio delle società energetiche in materia di modifiche unilaterali dei contratti, un tema già finito nel mirino dell’Antitrust. Previste inoltre agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa degli under 35. Al momento sembrerebbe invece non avere seguito l’ipotesi di rinnovare il bonus da 150 euro contro l’inflazione ventilata in campagna elettorale.

Nel suo primo intervento al Parlamento da Presidente del Consiglio, Meloni si è espressa poi su taglio al cuneo fiscale e flat tax. «L’obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo», ha dichiarato in merito al primo punto, e prevede di estendere la “tassa piatta” per le partite Iva fino a 100.000 euro di fatturato rispetto agli attuali 65.000.

Tra i dossier più urgenti anche quello delle pensioni per il superamento della legge Fornero a cui, in assenza di correttivi, si tornerebbe a partire dal 1° gennaio 2023. Tra le ipotesi più accreditate ci sarebbe quella di Quota 41, ovvero 41 anni di versamenti, vincolata però al requisito anagrafico di 61 o 62 anni di età.

La premier ha inoltre ribadito «una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese, in particolare Pmi in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco», controbilanciata da una «vera lotta all’evasione, non caccia al gettito».

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