Diritti

Il nuovo Governo, tra ambiente e diritti

Difficile immaginare disattenzione sui due temi. I cittadini guarderebbero con fastidio a fragorose battaglie di retroguardia mentre i loro conti in banca affondano sotto il peso di bollette, benzina e recessione
ANSA/US QUIRINALE/FRANCESCO AMMENDOLA
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24 ottobre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il sentiero è stretto dal punto di vista economico: la manovra in arrivo concede pochi margini di azione sui punti qualificanti del programma del centrodestra (pensioni, flat tax, Reddito di cittadinanza) perché quei margini sono in gran parte assorbiti da tutti gli interventi per contenere il costo dell’energia e da previsioni di spesa, come l’adeguamento delle pensioni all’inflazione e il rinnovo dei contratti del settore pubblico.

Ma il sentiero del nuovo Governo è stretto anche nel percorso della lotta al cambiamento climatico e di eventuali azioni sui diritti civili: entrambi i capitoli sono segnati da impegni già presi, rischi per il consenso, inserimento in un contesto, quello dell’Europa che, come i casi ungherese e polacco dimostrano, lascia poche possibilità di azione.

Sull’ambiente l’epoca nella quale a destra prevaleva il cosiddetto negazionismo climatico è ampiamente terminata e l’attenzione si è orientata sugli effetti sociali di una transizione energetica troppo rapida.

L’esempio classico è quello dell’industria automobilistica: quanti posti di lavoro può cancellare il passaggio all’elettrico?

È facile immaginare che l’esecutivo sia più spostato sul come evitare effetti indesiderati di questo tipo, muovendosi sull’asse del tempo, sull’allungamento delle scadenze.

Il ministero del quale ha preso la titolarità il forzista Gilberto Pichetto Fratin dovrà impegnarsi per accelerare gli iter autorizzativi per gli impianti di rinnovabili: anche da questi, del resto, dipende la sicurezza energetica ora entrata nel nome dello stesso dicastero.

E i diritti? Pensare che questa maggioranza possa intervenire in maniera decisa sulla legge 194, sulle unioni civili o sulla strategia nazionale contro le discriminazioni delle persone Lgbtq+ appena varata dal Governo Draghi sembra difficile.

Possiamo immaginare qualche piccola schermaglia, qualche dichiarazione roboante contro la cancel culture, intemerate sulla fantomatica teoria gender per nutrire il proprio elettorato più identitario.

Ma il Paese è altro, i cittadini già più avanti e presumibilmente guarderebbero con fastidio a fragorose battaglie di retroguardia mentre i loro conti in banca affondano sotto il peso di bollette, benzina e una quasi certa recessione.

O almeno lo speriamo.

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