Diritti

È l’ora di Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio italiano

La leader di Fratelli d’Italia ha accettato senza riserva l’incarico di formare il nuovo governo e questo, a prescindere da come la si pensi, è un evento epocale
Credit: ANSA
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
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21 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:40

È passato quasi un mese dal verdetto delle urne che ha sancito il primato di Fratelli d’Italia rispetto a tutti gli altri partiti italiani alle elezioni politiche.

Da quel momento la sua leader, Giorgia Meloni, è stata definita ogni giorno premier in pectore e la frase «se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella mi conferirà l’incarico sarò onorata di guidare il prossimo governo» è uscito più e più volte dalla sua bocca.

Dopo settimane di colloqui interni alla coalizione di centro destra, scontri e matasse da sbrogliare, oggi alle 16.30 quell’ipotesi è diventata certezza: Giorgia Meloni è salita al Colle e ha accettato senza riserva l’incarico, diventando ufficialmente la prima presidente del Consiglio del nostro Paese.

È terminata così una giornata iniziata con le consultazioni del Centrodestra presentatosi unito, nonostante le ultime esternazioni di Berlusconi avessero fatto vacillare l’ipotesi fino all’ultimo, servite per la scontata investitura di Giorgia Meloni a persona incaricata di formare il nuovo governo.

L’accettazione senza riserva ha dato ufficialmente il via alla sua era, un evento che a prescindere da come la si pensi rimarrà nei libri di storia.

A dare all’Italia la prima presidente del Consiglio ci ha pensato la destra più conservatrice e proprio per questo sul fatto che si tratti di un avvenimento in grado di cambiare in generale le sorti femminili nel nostro Paese sono in molti ad avere seri dubbi.

C’è però anche chi sostiene che una donna al potere, benché non femminista, possa contribuire allo sbriciolamento del tanto famigerato tetto di cristallo e servire da modello alle tante bambine e ragazze che sognano in grande e che da oggi, forse, potranno pensare che nulla sia loro precluso. Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza.

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