Il leopardo delle nevi, un animale da proteggere

Tra gli ammassi rocciosi dell’Himalaya, nella regione del Tibet o lungo la catena dei Monti Altaj, ci si potrebbe imbattere in un felino dalla folta pelliccia maculata.
Si riconosce per le orecchie piccole e arrotondate, mentre la coda lunga e flessibile lo aiuta a mantenere l’equilibrio nei grandi balzi sulle superfici ripide; le zampe, dotate di pelliccia tra i polpastrelli gli consentono di avanzare nella neve.
È il leopardo delle nevi, uno degli animali che rischia maggiormente l’estinzione. Nella lista delle specie minacciate, viene infatti classificato come vulnerabile.
Oggi ricorre la Giornata mondiale dedicata proprio a questo felino.
Secondo l’ultimo censimento il numero di esemplari adulti si aggirerebbe attorno ai 2710-3386 e trattandosi di animali solitari e schivi, che in genere si muovono in una porzione di territorio ben precisa, se ne conta circa uno ogni 1000 chilometri quadrati.
Questo leopardo popola le regioni dell’Asia Centrale e caccia prevalentemente pecore, capre selvatiche, cervi, asini selvatici, yak e bestiame allo stato bravo.
Perseguitato per anni e particolarmente ricercato sul mercato per la splendida pelliccia, è vittima non solo di bracconaggio ma anche e soprattutto della distruzione del proprio habitat e dei conflitti con le comunità locali. Negli ultimi 20 anni il numero di esemplari è diminuito di oltre un quinto e la principale causa è proprio la faida con gli insediamenti umani che ogni anno porta all’uccisione tra i 220 e i 450 leopardi delle nevi (quasi una media di uno al giorno).
Il 55% di queste uccisioni è dovuta a ritorsioni per le sue scorrerie contro il bestiame.
A questi fattori infine si deve aggiungere l’incidenza del cambiamento climatico: il riscaldamento globale sta infatti minacciando seriamente il futuro degli ecosistemi sulle alture himalayane dove vive il leopardo delle nevi.