Ambiente

Un casa carica di….rifiuti elettronici

Secondo l’indagine Ipsos per conto di Erion, ogni italiano ha nel cassetto 9 Raee, apparecchi elettronici rotti, che non usa o non sa smaltire. La Generazione Z è la più ignorante in materia
Credit: Patrick Tomasso/ Unspla
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21 ottobre 2022 Aggiornato alle 17:00

Vogliamo farti iniziare questa lettura con un esperimento: non siamo maghi né mentalisti, ma siamo certi che anche tu, come tutti, abbia in qualche stanza della casa un cassetto, anzi ‘’il’’ cassetto.

L’articolo determinativo è d’obbligo per indicare il nascondiglio perfetto di tutti quei cavi, cavetti, dispositivi elettronici che non sai dove mettere perché non ti servono più o semplicemente sono rotti, ma vuoi continuare a conservare.

Abbiamo indovinato, vero?

Nessuna stregoneria, ci siamo solo fidati dei dati emersi dall’indagine “Raee e Rpa. Livelli di conoscenza, opinioni e comportamenti. Cosa nascondono nei loro cassetti gli Italiani?”, realizzata da Ipsos per conto di Erion, su un campione di 1.400 cittadini italiani (di età compresa tra i 18 e i 75 anni), utilizzando la metodologia Cawi, Computer Assisted Web Interview, per indagare il livello di conoscenza della popolazione riguardo i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, il loro corretto conferimento. E le loro possibilità di riciclo.

Ebbene, dalla ricerca è emerso proprio che, proprio come te, in media, ogni cittadino possiede 9 Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), cioè dispositivi elettronici inutilizzati o rotti. Nel dettaglio, l’81% dichiara di possederne almeno uno tra le mura domestiche ancora funzionante, ma inutilizzato e il 61% lo tiene anche se rotto (tra quest’ultimi per il 33% si tratta di vecchi cellulari, per il 23% di caricabatterie e per il 17% di laptop).

Il motivo di questi cassetti pieni di tecnologie abbandonate è presto detto: il 39% dei cittadini intervistati pensa di poter riparare l’apparecchio (ma no, non valgono le soffiate o le pacche sui dispositivi), mentre il 30% crede di poterne utilizzare le parti di ricambio, il 23% dichiara ancora di non conoscere la corretta procedura di smaltimento e il 15% ha difficoltà nel raggiungere un centro di raccolta.

Stessa situazione per le batterie: più di 1 italiano su 2 (55%) dichiara di avere in casa pile e batterie esauste (avete un cassettino anche per quello, lo sappiamo!).

Eppure, qualcuno che ha provato a mettere ordine e “fare pulizia” c’è stato, ma i risultati pare siano stati un vero disastro: il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver dismesso almeno un apparecchio negli ultimi 12 mesi: si tratta sia di grandi elettrodomestici come frigo (23%), lavatrice/lavasciuga (20%), che piccoli come ferro da stiro (17%), aspirapolvere o scope elettriche (16%), così come di asciugacapelli (17%), o di dispositivi informatici. Come cellulari (20%) e caricabatterie (17%).

Il disastro è nelle modalità di smaltimento: mediamente 1 persona su 6 ha smaltito gli apparecchi in modo del tutto inappropriato, gettandolo nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto stradale o nel bidone della plastica.

I peggiori? I giovani.

Sono loro, infatti, a collezionare più Raee rispetto alla media degli italiani: così, l’89% dichiara di avere almeno un apparecchio elettrico o elettronico ormai in disuso e il 73% di non essersene disfatto anche se rotto.

Stando ai dati della ricerca, ancora, 4 ragazzi su 10 si sono liberati del proprio carica batterie in maniera del tutto inappropriata, mentre sul fronte pile e batterie esauste soltanto il 39% dei giovani conosce i rischi di uno sbagliato conferimento e il 70% le tiene in casa anche una volta scariche.

«Voi che rappresentate il futuro, date il buon esempio! Riciclare è fondamentale. Con un piccolo gesto, infatti, possiamo ridurre la nostra impronta ecologica evitando danni al Pianeta oltre a incrementare le nostre fonti di approvvigionamento di materie prime, allentando la dipendenza economica dell’Italia da Paesi esteri», ha esortato Danilo Bonato, direttore generale di Erion.

Purtroppo, tra le nuove generazioni è critico anche il livello di conoscenza e consapevolezza in materia: solo il 26% dei giovani sa cosa significhi l’acronimo Raee e il 32% ancora non conosce le criticità ambientali legate a uno scorretto conferimento, contro il 39% della fascia 27-75 che ne ha piena consapevolezza (+8% rispetto al 2021).

«Sono soprattutto le nuove generazioni a rivelare un’adesione più ideale che pratica alle buone regole della sostenibilità, in particolare quando si tratta di Raee e Rpa», ha sottolineato Alberta Della Bella, senior researcher Ipsos public affairs.

Nonostante la lunga lista di punti a sfavore della generazione giovane, bisogna, come si suol dire, dare a Cesare quel che è di Cesare. E, così, l’indagine evidenzia l’adozione di particolari comportamenti virtuosi da parte dei giovani d’oggi in tema Raee: nel dettaglio, sono i giovani che risultano significativamente più propensi alla condivisione (sharing/noleggio) e all’acquisto di prodotti riciclati e ricondizionati.

Fortunatamente, nel complesso, il trend legato al tema delle abitudini di riciclo dei Raee sembra mantenere un segno positivo negli anni, con un aumento significativo di persone che dichiarano di farne «spesso» la raccolta differenziata (+7% rispetto al 2021).

D’altronde, come ha spiegato Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee, «i cittadini italiani hanno tre modalità di corretto conferimento dei rifiuti elettrici elettronici: possono rivolgersi ai propri comuni, quindi alle isole ecologiche comunali, che talvolta sono disponibili anche alla raccolta domiciliare; in alternativa è possibile conferire gratuitamente i propri Raee al negoziante quando si comprano apparecchi equivalenti a quelli che si stanno consegnando, adottando il metodo dell’uno contro uno; infine c’è l’uno contro zero, un’altra modalità gratuita che consiste nel conferire piccoli Raee, non più lunghi di 25 cm, direttamente nei negozi di elettronica, senza il bisogno di comprarne un altro».

«Il quadro che ci presenta Ipsos è allarmante: sono davvero ancora troppi i Raee e i rifiuti di pile e accumulatori dimenticati nelle case degli italiani, rifiuti che, se avviati al corretto riciclo, potrebbero rappresentare una miniera strategica di materie prime di cui il nostro Paese è sempre più povero. Occorre maggiore informazione, questo è chiaro. È importante però che ci sia anche più responsabilità da parte di noi cittadini nello sfruttare maggiormente i servizi a disposizione per conferire le proprie apparecchiature non più utilizzate o non più funzionanti: tenerle dimenticate nei cassetti, in soffitta o in cantina è esso stesso un gesto contro l’ambiente. Bisogna invertire questa tendenza», ha dichiarato ancora Bonato.

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