Ambiente

Africa: ecco dove trovare gli eventi più “green” e “rosa”

In Benin con il Forum internazionale delle donne leader africane e in Togo e Liberia con incontri dedicati all’ambiente. Qui alcune delle tavole rotonde eco e female in partenza nei prossimi giorni
Lomé
Lomé Credit: Carlo Natali
Tempo di lettura 4 min lettura
19 ottobre 2022 Aggiornato alle 19:30

Che cosa succede in Africa? In questi giorni, nel continente, sono in previsione forum e tavole rotonde per confrontarsi su alcune tematiche centrali quali imprenditoria, sviluppo, innovazione e ambiente.

Di impresa, per esempio, si parlerà in Benin dove a Cotonou, dal 9 al 12 novembre, si terrà la prima edizione del Forum internazionale delle donne leader africane. Un’opportunità per le donne d’affari di mostrare il loro know-how e tessere relazioni e partnership vantaggiose per un’Africa emergente.

In questo contesto, uno degli obiettivi centrali è portare al centro del dibattito la visibilità dell’impatto delle donne imprenditrici in diversi settori economici sul tema dello sviluppo sostenibile del continente. Continente che, troppo a lungo, ha trascurato il contributo femminile sebbene rappresentino più del 50% della popolazione.

Di imprese e di industria si parlerà anche per la Nigeria: domani a Roma si terrà un business forum dedicato alle relazioni tra il Paese e l’Italia. Organizzato da Confindustria Assafrica e Mediterraneo, in collaborazione con l’Ambasciata della Nigeria a Roma e con il supporto di Andersen Italia (studio di commercialisti, avvocati e advisor finanziari membro italiano di Andersen Global), l’incontro prevede una sessione plenaria in cui si discuterà di energie rinnovabili, oli & gas, agribusiness, conciario e cuoio, costruzioni e infrastrutture.

In Togo e in Liberia, invece, al centro dei dibattiti c’è la questione ambientale.

In particolare, in Togo si sta molto discutendo del lago artificiale di Lomé la cui costruzione è stata finanziata dall’Unione Europea e che avrebbe dovuto proteggere la popolazione della capitale togolese da inondazioni (secondo la denuncia del sito Republic of Togo, il lago sarebbe diventato una discarica incontrollata a cielo aperto).

«Stiamo andando alla deriva totale. Quando piove, la struttura può ancora assorbire l’acqua. Ma con quello a cui stiamo assistendo, rischia di diventare inutile e gli abitanti si ritroveranno con i piedi nell’acqua», avverte Nabola-Bounou Enoumodji, capo della divisione Pulizia e Ambiente.

Nella capitale togolese inondazioni e ristagno delle acque reflue sono problemi all’ordine del giorno, questione che sconvolgono la vita di residenti e il loro ambiente, colpendo gran parte della popolazione, in particolar modo quella più svantaggiata. E il lago è nato proprio in prospettiva di prevenzione e protezione da questi problemi. Ma il riempimento del bacino artificiale con oggetti di ogni genere rischia di intasarlo e di rendere vano lo scopo per il quale è stato concepito.

Il lago, tuttavia, è uno strumento fondamentale per il benessere della capitale, in quanto essa si trova su una spiaggia sabbiosa, tra l’oceano e un sistema lagunare paludoso e al di sotto del livello dell’acqua alta delle maree più alte. E per questo motivo, ogni anno, da aprile a luglio e da settembre a ottobre, Lomé si trova ad affrontare frequenti inondazioni.

Ma l’acqua piovana, mescolata alle acque reflue stagnanti, provoca ingenti danni umani e materiali, oltre a diffondere malattie. Senza dimenticare, ovviamente, l’impatto sull’economia: la perdita causata dai danni è stimata intorno ai 26 milioni di euro secondo i dati dell’African Development Bank.

Anche in Liberia si parla di ambiente e, in particolare, di clima. In questi giorni, infatti, è stato convalidato il documento quadro per il monitoraggio, la valutazione e il sistema di implementazione del Piano nazionale di adattamento del Paese.

Il tavolo tecnico in cui il documento è stato firmato è stato organizzato dall’Agenzia per la protezione ambientale della Liberia e dai suoi partner a Paynesville, fuori Monrovia. Il seminario ha riunito rappresentanti di governo, società civile e organizzazioni non governative per discutere del Piano nazionale di adattamento alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, preparato e presentato già nel 2021.

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