Futuro

Un vaccino contro il cancro, entro il 2030

Secondo i fondatori di BioNTech, Uğur Şahin e Özlem Türeci, la tecnologia mRNA utilizzata contro il Covid potrebbe funzionare anche contro le cellule tumorali
Credit: ANIRUDH/ Unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
18 ottobre 2022 Aggiornato alle 09:00

Potrebbero mancare solo otto anni alla realizzazione di un vaccino contro il cancro. Lo hanno rivelato i fondatori di BioNTech, l’azienda tedesca che ha collaborato con Pfizer per contrastare il Covid con la tecnologia mRNA: i professori Uğur Şahin e Özlem Türeci, marito e moglie oltre che colleghi, sperano che la stessa metodologia utilizzata durante la pandemia possa portare a nuovi trattamenti per melanoma, cancro all’intestino e altri tipi di tumori.

In un’intervista all’emittente britannica Bbc, Sahin e Tureci hanno detto di avere vari studi in corso, incluso uno in cui ai pazienti viene somministrato un vaccino personalizzato, per indurre il loro sistema immunitario ad attaccare la loro malattia.

Come funzionano i vaccini a mRNA? Lo spiega l’Agenzia italiana del Farmaco: utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero - l’mRNA, appunto - che contengono le istruzioni perché le cellule di chi si è vaccinato sintetizzino producano un antigene o una proteina. Nel caso del Covid l’antigene fa parte della proteina Spike del virus, mentre nel cancro si tratterebbe di un marcatore sulla superficie delle cellule tumorali.

Questi elementi agiscono come una chiave: la tecnologia dell’mRNA invia una sorta di istruzione al sistema immunitario, che impara a riconoscere e a distruggere le cellule colpite. La professoressa Tureci l’ha spiegato in modo più semplice: «l’mRNA è un modello per il “poster ricercato” del nemico, in questo caso gli antigeni del cancro che distinguono le cellule cancerose dalle cellule normali». È come se fosse capace di dire all’organismo di produrre il farmaco o il vaccino necessario.

Fino al Covid, la capacità di sfruttare il potere dell’mRNA per produrre vaccini non era ancora stata dimostrata. Gli studi sul cancro a partire da questa tecnologia targati BioNTech sono iniziati molto prima della diffusione del coronavirus e hanno mostrato alcuni primi segnali incoraggianti: la pandemia ha accelerato questo processo. «Ogni passo, ogni paziente che trattiamo nelle nostre sperimentazioni sul cancro ci aiuta a scoprire di più su ciò che stiamo affrontando e su come affrontarlo», ha dichiarato Tureci, Chief medical officer di BioNTech.

Ma sono molti gli studi promettenti sul cancro, e spesso si concludono con un fallimento. «Come scienziati, esitiamo sempre a dire che avremo una cura per il cancro. Abbiamo una serie di scoperte e continueremo a lavorarci», ha continuato Tureci. Potrebbero passare diversi anni prima di sapere se i trattamenti di BioNTech per il cancro all’intestino, il melanoma e altri tipi di tumore sono davvero all’altezza delle aspettative.

Intanto, è in corso un’enorme battaglia legale sui vaccini a mRNA: l’azienda farmaceutica statunitense Moderna ha denunciato Pfizer e BioNTech per violazione di brevetto, sostenendo in sostanza di essere stati copiati elementi chiave della loro tecnologia a mRNA.

Sahin, amministratore delegato di BioNTech, afferma che l’azienda si difenderà dalle accuse perché «le nostre innovazioni sono originali e abbiamo dedicato 20 anni di ricerca allo sviluppo di questo tipo di trattamenti e naturalmente ci batteremo per questo, per la nostra proprietà intellettuale».

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